Pasolini e il cane

19 giugno 2025 ore 10:35 segnala




Avvenne in una stagione di sole delle passate età. Lasciata Roma, attraverso l’agro che scende al mare, ci portammo verso il Lido di Ostia, meta Idroscalo. Tra catapecchie degradanti sulla spiaggia, cercavo un’impronta di Pasolini sopravvissuta al giorno dei morti del 1975. Mi chiamavano a quelle sabbie l'enigma della spigolosità di un volto, i fotogrammi di vecchie pellicole che inchiodano gelidi versi all'infetta solitudine del vivere. Un pastrocchio informe, come quel corpo violentato dalla morte, dove genio e pulsioni marcivano in un terminale di grandezze e miserie. Pier Paolo Pasolini e la sua catarsi capovolta, usignolo della Chiesa cresciuto tra le tonache dei preti, poi la dissacrante libertà dei ragazzi di vita. Le baracche erano rimaste come allora, con fantasmi rivestiti di stracci. Le stesse espressioni dei racconti scellerati, toni gutturali, denti guasti, le antropologiche visceralità che se ne fottono della logica. Il monumento di circostanza, eretto a sua memoria, si dissolveva nelle stoppie incolte, con ruggini e crepe di un cemento infelice. Più tardi, sulla strada del ritorno, un cane traballante si presentò sull'asfalto, mi fermai istintivamente, mentre con un guaito si accasciava al suolo. Lei subito cercò di soccorrerlo, nell'angoscia di quel soffrire affranto, la fermai strattonandola sulla spalla. Non toccarlo le dissi, potrebbe morderti, lei insisteva, lo voleva tra le braccia, per lenire il dolore, irradiare speranza. Allora sbottai… aspetta cretina... quindi con i guanti e dell’acqua ci accostammo lentamente. L’animale si riprese e subito fuggì, portando nei suoi occhi smarriti il tesoro di lacrime di chi avevo offeso. Tutto questo avvenne nel silenzio di una strada assolata, tra file di platani e fazzoletti di nuvole. All'ingresso di Roma, semaforo rosso, lei improvvisamente aprì la porta dell’auto e corse via. Mentre accostavo, dispiaciuto e indispettito per quella reazione, la vidi tornare con un girasole che aveva acquistato in una bancarella. Me lo porse come un richiamo al sorriso, alle parole, per scolpire nella memoria quel giorno passato insieme, perché diventasse per sempre. Pasolini e quel povero cane ne furono testimoni inconsci, nel molteplice passare delle cose e dei pensieri, negli accostamenti di visioni e sensazioni che uniscono, sia nella gioia che nella desolazione. Un giorno, un cane e un girasole che tornano puntuali nel tempo, per essere miei, per essere suoi.
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« immagine » Avvenne in una stagione di sole delle passate età. Lasciata Roma, attraverso l’agro che scende al mare, ci portammo verso il Lido di Ostia, meta Idroscalo. Tra catapecchie degradanti sulla spiaggia, cercavo un’impronta di Pasolini sopravvissuta al giorno dei morti del 1975. Mi chia...
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19/06/2025 10:35:59
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Epoque

02 giugno 2025 ore 23:12 segnala


L’angolo include
precarie vanità
e visuali carenti.

Prospettive brevi
di passi incerti,
tra semirette di
molecole recluse.

È un recinto di
vaghe sensualità
dal tratto amaro.
Ballerine di Degas.

Viviamo il tedio
di epoche adagiate
al suono informe
di futili organetti.

E il compasso serra
nebulose vacuità
sui binari del nulla.
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« immagine » L’angolo include precarie vanità e visuali carenti. Prospettive brevi di passi incerti, tra semirette di molecole recluse. È un recinto di vaghe sensualità dal tratto amaro. Ballerine di Degas. Viviamo il tedio di epoche adagiate al suono uniforme di futili organetti. E il c...
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02/06/2025 23:12:28
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Parole

29 maggio 2025 ore 23:28 segnala


Le nostre parole,
albore meticcio
d’acqua e argilla.
Fango plasmato

Serrato confronto,
parte migliore che
l’incompiuto tace.

Non sono perdute,
tornano sempre
da chi le conosce.
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« immagine » Le nostre parole, albore meticcio d’acqua e argilla. Fango plasmato Serrato confronto, parte migliore che l’incompiuto tace. Non sono perdute, tornano sempre da chi le conosce.
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Teorema

18 maggio 2025 ore 12:46 segnala




Soffro pensieri
d'esuli antenne,
inficiati da
labbra carminio.

Sciarra di
parole sconfitte,
ardenti lapilli
in cielo alabastro.

Assetato di un
crepuscolo rosso,
quale ricordo
di un vino doc.

Cerco il teorema
dei destini
incrociati per
lo stesso errore.

Simulo certezze
con armi impari,
sull’imbarco
del tuo approdo.
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« immagine » Soffro i pensieri delle antenne, vivi d’esuli parole sconfitte. Inficiati dalle labbra carminio, ardenti lapilli di cielo alabastro. Assetato in quel rosso crepuscolo, come ricordo di un vino doc. Cerco il teorema dei destini intrecciati per lo stesso errore. Simulate ce...
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18/05/2025 12:46:06
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Montevideo.

28 aprile 2025 ore 10:11 segnala



Domenica di bronzo
all’imbrunire australe,
barrio d’orbite vuote,
sfingi dal naso rifatto.

Tango decomposto di
matrone e hidalgos su
figuranti del nulla.
In cielo astri bugiardi.

Nel gemito di stelle
precipita la notte
sul Rio De La Plata.
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« immagine » Domenica di bronzo nell’imbrunire australe, barrio d’orbite vuote su figuranti del nulla. Tango decomposto di matrone e Hidalgo. In cielo astri bugiardi, sfingi dal naso rifatto. Al gemito di stelle precipita la notte sul Rio De La Plata.
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28/04/2025 10:11:44
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Nomi

17 aprile 2025 ore 15:24 segnala


Il suono dei nomi
è un rito segreto,
fragile emozione
di effigi innalzate.
Simulacro di luce.

Calais
Verde normanno,
abbazie di pietra.
Spuma di mare,
e cieli di Francia.

Sheffield
Strada d’erica nel
mattino di nuvole.
Diligenze e cavalli
verso lo Yorkshire.

Londra
Staffile di vento,
terra e brughiera.
Piano inclinato a
mitigare il tempo.
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« immagine » Il suono dei nomi è un rito segreto, fragile emozione di effigi innalzate. Simulacro di luce. Calais Verde normanno, abbazie di pietra. Spuma di mare, e cieli di Francia. Sheffield Strada d’erica nel mattino di nuvole. Diligenze e cavalli verso lo Yorkshire. Londra Staffile di v...
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17/04/2025 15:24:16
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Ibernazione

18 marzo 2025 ore 23:30 segnala


Gondwana scatenò
denti di squalo e
scie d'aminoacidi
dalle lagune oscure.

E nel Triassico la
bulimia dei soffioni
celebrava tripudi
di sole e stagioni.

Allora mi chiamavi
Quasimodo, ancora
mezzo groviglio di
passioni incipienti.

Ora, rappreso il
magma del tempo
felice, il tuo
sorriso svanisce
al battito d'ali.

Gonfaloni bardati
coprono l’epilogo
di amori ibernati.
Sono eponimi tristi
della mia virtualità.
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« immagine » Gondwana generò aminoacidi incatenati come denti di squalo nelle lagune oscure. E nel Triassico la bulimia dei soffioni accolse il tripudio di sole e stagioni. Ancora mi chiamavo Quasimodo, mezzo uomo, nei grovigli di passioni incipienti. Ma la sorte di un tempo amaro, mi sott...
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18/03/2025 23:30:41
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