
Oggi rifletto sui regali fatti e ricevuti.
Se fatti con il cuore la persona che li riceve
riesce a percepire anche in un piccolo gesto
tutto l'amore, l'attenzione e la cura che ha accompagnato
la scelta del presente.
Spesso però sono fatti in modo meccanico,
senza neanche pensare ai desideri di chi deve riceverli
così tanto per fare.
Quindi ci si ritrova a scartare
cose veramente orrende dipingendoci sul viso
sorrisi meccanici che non arrivano agli occhi
e intanto nel cervello in un angolo oscuro ci si domanda
"perchè" "perchè" sto orrore doveva capire proprio a me.
Questa cosa capita regolarmente a mia figlia che
tutti gli anni deve aprire i regali della zia
che anno dopo anno peggiorano in stile e gusto
e lei povera stella con un sorrisino mesto ringrazia
e scappa nella camera a deporre l'ennesimo orrore
in uno scatolone assieme agli altri, collezionati nei sui 22 anni
Ho intitolato tortura questo mio sfogo perchè
preferirei che non ne ricevesse affatto di questo presenti
che la fanno soffrire e sentire inadeguata
meglio niente oppure meglio quelli dei sui amici che anche se di poco valore
sono pensati con una cura e attenzione da essere quasi maniacali.
Il regalo deve essere un momento di piacere e non una sofferenza
per nessuna delle due parti, sia per il donatore che per il ricevente
sapere scegliere la cosa giusta vuol dire avere una conoscenza
così profonda dell'altra persona che è come se fossimo noi stessi
a riceverlo, soffocando le nostre esigenze e il nostro piacere
a favore dell'altro
Infatti non bisogna donare ciò che piace a noi ma quello che piace all'altro
e questo è uno dei momenti più difficili dell'essere umano
anteporre gli altri a se