Due storie... distanti tra loro nel tempo... una tramontata e che non dimenticheremo mai... l’altra che deve scrivere ancora la sua parola fine... e che forse, un giorno, ricorderemo con enormi sensi di colpa...
Due storie diverse ma con qualcosa in comune... le vite di due orsi...
WOJTEKLa sua leggenda nasce negli anni 40, in pieno conflitto della seconda guerra mondiale, tra le montagne della Persia. Quell’orsacchiotto che ancora non aveva un nome, era rimasto senza la madre, uccisa da bracconieri senza anima e senza cuore. Fu ritrovato da un bambino che gli mise un collare e lo adottò come fosse un cucciolo qualsiasi... poi l’incontro con quella ragazza...
Irena Bokiewicz scappata insieme a migliaia di connazionali dalle purghe Staliniste e rifugiata ad Hamadan. Prese quel cucciolo dal ragazzo in cambio di una scatoletta di carne... Per lei era un modo come un altro di tornare a vivere un affetto che i suoi stessi simili avevano annientato nel cuore e nell’anima.
Gli diede naturalmente un nome, Wojtek, che significa “guerriero sorridente” e non poteva essere più azzeccato.
L’orso diventò il suo compagno di giochi... Irena lo nutriva con bottiglie vuote di whisky piene di latte, e intanto lui cresceva... cresciuto così tanto che non poteva più stare nella baracca in cui Irena era costretta a vivere... così chiese aiuto al generale Spiechowitz che con i suoi soldati era di stanza in quelle terre.
L’Alto Ufficiale accettò di buon grado, forse ammaliato da quegli occhi profondi ma buoni... e adottò Wojtek a sua volta, eleggendolo a mascotte del reparto.
L’orso era felice...circondato da persone che lo curavano e lo trattavano come loro simile.. veniva nutrito con frutta.. marmellata.. miele.. sciroppo e spesso con la birra.. di cui ne divenne ghiotto...
Per scimmiottare l’umano masticava anche le sigarette... lottava con loro facendo finta di perdere i combattimenti... adorava i suoi nuovi amici... E li seguì senza esitare...
Attraversò con loro la Persia.. la Siria.. la Palestina.. l’Egitto... fino a quando il contingente di quei soldati provenienti dall'est dovette imbarcarsi per l’Italia... ma la burocrazia inglese non permetteva di portare a bordo animali sulle navi di Sua Maestà...
Fu perciò trovato un compromesso... Nessuno avrebbe mai pensato di abbandonare Wojtek nelle terre dei Faraoni... e così fu arruolato a pieno titolo nell’esercito polacco. La mascotte era ufficialmente diventata un soldato, e potè restare con i suoi amici...
La nave raggiunse Taranto e da li i polacchi, insieme agli alleati e, naturalmente, all’orso, iniziarono il percorso di liberazione contro i nazisti che li portò fino a Cassino.
Ci sono moltissime storie che ci raccontano di una battaglia epica, combattuta metro per metro, in cui morirono migliaia di soldati... in cui allo stesso tempo nacque la leggenda di molti eroi... e uni di questi fu proprio Wojtek...
Tra i bombardamenti.. i colpi di fucile... le granate... l’orso trasportò sulla “Via dell’Inferno”, tra un drappello di suoi “commilitoni” e l’altro, più e più volte, casse di artiglieria, tronchi d’albero, casse di munizioni...
IIl tutto senza far cadere nemmeno un proiettile...
Il tutto perchè amava profondamente i "suoi" umani...
Dopo la battaglia la città di Cassino gli dedicò una statua... la 22a Compagnia di cui Wojtek faceva parte, invece, si fregiò sulle divise e sui mezzi di uno stemma che raffigurava l’orso che trasporta un pezzo di artiglieria...

Da Cassino il viaggio di Wojtek continuò lungo le coste adriatiche... e poi più a nord... in Scozia.
A guerra finita la 22a compagnia smobilitò... e per non dover abbatterlo fu deciso di donare l’orso ad Edimburgo.. in uno zoo... trattato come un vero eroe...
Wojtek non si intristii, anzi... perchè qui trovò altri amici... che lo adoravano...
Gli stessi polacchi che condivisero battaglie e chilometri con il plantigrado, a turno tornarono in Scozia per andare a trovarlo... a tirargli un pacchetto di sigarette che l’orso con gioia afferrava e masticava... perchè mai e poi mai avrebbero dimenticato quell’amico unico...
Wojtek morì nel 1963... a 22 anni... pesava 250 kg ed era alto un metro e ottanta... e si portò nel cuore l’affetto e l’amore verso quegli umani che lo trattarono come uno di loro...
M-49
M-49.. non un nome... ma una semplice sigla.. per un orso nato nelle terre trentine dopo che i suoi avi furono trasportati dai monti serbo-croati alle alpi per ripopolamento.. così dissero...
Un orso di cui non conosciamo la storia, ma che ora è considerato “pericoloso”... perchè troppo confidente... perchè troppo si avvicina all’uomo...
Un animale che chiedeva solo di poter vivere la propria vita... seguendo il proprio istinto...
M-49 che non ha avuto la stessa fortuna di Wojtek... catturato e confinato al Casteller... come un reietto...
Un orso fiero... orgoglioso... che supera tre barriere elettrificate e scappa... verso la libertà...
Un uomo. Un gruppo di uomini che gli stanno dando la caccia...
Scappa, M-49.. scappa... nasconditi sulle cime più alte.. tra i boschi più fitti...
Scappa M-49... e che la via ti sia illuminata come quella galassia che porta il tuo nome...
Scappa M-49 e se esiste un Dio degli orsi.... spero ti mandi Wojtek sotto forma di un angelo... e che ti possa spiegare... in sogno... che no... non tutti gli umani sono così....
Semper Fidelis