
Era un paesello con un numero limitato di abitanti chessò un par di mila poco più poco meno, era recintato da alte mura, per entravi dentro dovevi presentarti alla porta principale e chiedere il permesso e questo veniva sempre accordato, che tu fossi ragazza o sposata ,una santa o donna di malaffare, un ladro o un uomo per bene, non venivan fatte distinzioni, potevi n'ventarti ch'eri dottore o muratore, poeta o saltimbanco, circense o architetta, non stavano a guardar certe sottigliezze. Eri di Milano e ti spacciavi per napoletano? Eri siciliano e ti spacciavi per Piemontese? Fregava nulla a nessuno. Entravi e potevi cominciare subito a fare il drammaturgo o il comico, tutti attori e ognuno si scriveva e calava nella sua parte, chi rappresentava sempre lo stesso ruolo e chi ne aveva più di uno.
C'eran mille strade diverse da percorrere , qualcuna stretta, altre larghe o solamente piccoli sentieri fioriti, alcune con tante finestrelle da dove provenivano luci soffuse, altre completamente buie, chi s'affacciava e si mostrava e chi si nascondeva per non farsi vedere. C'erano persone che andavano altre che venivano, altre semplicemente tornavano con altre vesti, ad ognuna il colore che le s'addiceva di più a seconda del proprio stato d'animo o semplicemente per essere riconosciute sol da qualcuno in modo istantaneo.
Gli avventori erano disomogenei per età, si partiva di regola dai 18 fino ad arrivare agli 80 ed oltre. La maggior parte dichiaravano età fasulle per eccesso o per difetto, si usava così e per coloro che si mostravano agli altri avventori si poteva capire se dichiaravano la vera età , cosa non fattibile per chi, per motivazioni diverse decidevano di restare anonime come statuine costruite in serie, stesse facce mentre i colori che differivano tra uomini e donne andavano dal rosa al celeste pallido a seconda del sesso dichiarato.
Poi, c'erano quelli che si spacciavano per donne mentre in realtà erano uomini e donne che si spacciavano per uomini, queste persone erano una razza a parte, quelle per cui la Legge Basaglia dovrebbe essere ripristinata, chiuse dentro i manicomi e gettar via le chiavi.
I soprannomi degli abitanti erano i più svariati, tra fate, streghe, soli, lune, stelle, cieli, fiori, acque, girasoli, viole, gatti, scimmie, lupi, foglie, miss, mister, nomi vari di donne o uomini. In alcuni casi le stesse persone ne usavano più di uno, più di due, più di dieci, ognuno per le diverse occasioni o
conoscenze.
C'èra chi piangea per amor lagrime amare, attenzione dissi loro se continuerete la mia casa allagherete, c'eran uomini fatti, robusti e belli che si comportavan come bembinelli, ah che delusione per chi cercava l'uomo forte e consolatore di cuori infranti, l'era lui a dover essere consolato, povere donnette innamorate quante pene han sopportate.
Qualcuna ancora more co' la paura d'esse scordata, ehmm niente a che fa co' la chitara, s'offre e soffre perchè nun è considerata.
Concludendo, questo paesello c'era na vorta e c'è ancora, sono cambiati solo quasi tutti gli abitanti, oppure come sopra detto, parecchi ve ne sono ancora ma sotto mentite e sentite spoglie.
Sembra quasi una favola ma vi assicuro che non la è !
E tu che leggi ti riconosci in qualcuno dei residenti ??? Io dico di si e allora, buona permanenza e continua a divertirti :-)))
Scusate la scrittura se non sempre l'è omogenea, quanno che scrivo de getto nun so mai quale che sia er mi' dialetto, scrivo accussì, come me viene e come me detta d'impeto la raggione.
Aho co' tutto questo un vi scordate che so' Livornese ed è la lingua de Dante quella der mi' cuore.