

E' tempo di vendemmia, sulle viti nei campi brillano al sole acini d'uva bianchi e neri, spettacolo stupendo per chi come me riesce ogni giorno a godersi quello spettacolo e anche se tra poco finiranno tutti nei tini, invece di vederli sotto il sole li gusteremo sotto forma di preziosi vini.
L’uva è matura adesso, d’oro e nera
a diventare vino
per la bambola dei melograni, che porta
il suo cappello da passeggio sulle gambine storte
e guarda
dinanzi a sè con occhi di vetro
nel viso di porcellana.
I frutti segreti, amari fuori
e aggrovigliati dentro in altre membrane
anch’esse amare, ma non come la vita
quando mangi la scorza e tutto
diventa un grigiore marroncino
e la bocca piena di cemento
immobilizzata nel sorriso e la spalla
madida delle lacrime altrui raccolte
a secchiate.
Buon appetito, poetessa dell’amore che nessuno vuole.
Il vino inacidito
e la bambola è lesionata. Voglio
cambiare tavolo. L’inverno è arrivato
davvero. Prendo un fiammifero
per il mio corpo di paglia, distruggere
purificare ricreare.
Domenica Luise
E' veramente triste sapere che talvolta c'è di mezzo quel brutto sentimento chiamato invidia soprattutto quando non capisci cosa in realtà stiano invidiando. Vabbè, quell'ultima frase si spera abbia purificato quell'anima scura come uva nera trasformando ciò che di brutto fu provato in una semplice e innocua cenere bianca. Purificarsi appunto!