
Quante forme di arte conosciamo in questo nostro mondo, tutto è arte da quando ti svegli di primo mattino fino alla fine della giornata. Si inizia preparando un buon caffè, e non è da tutti saperlo fare buono, mi è servito del tempo ma sono riuscita nell'intento. In seguito la preparazione del pranzo, un problema per tutte le donne e, perchè no, anche gli uomini spesso si dilettano, che poi ne venga fuori qualcosa di buono è tutto da vedere e tutto da mangiare o forse da buttare. Arriva poi l'ora della cena, altro problema ma io alcune volte risolvo con il 5 e 5. No, non è un'operazione di aritmetica è una cenetta un po' diversa che conoscono soprattutto i Livornesi, quelli veri. Non è stato facile imparare ma a forza di fare errori ci sono poi riuscita. Ciò che viene chiamato 5 e 5 altro non è che... pane e torta, la metà di un panino francese farcito con un pezzo di torta di ceci, una melanzana sott'olio piccante e una spolverata di pepe. Al posto del panino può essere usata una focaccina morbida rotonda. Il difficile è stato imparare le dosi per la torta di ceci che deve poi essere cotta nel forno e quindi ho dovuto imparare anche i tempi di cottura, mi piace ben cotta ma non bruciacchiata. Qualcuno si chiederà perchè 5 e 5. Negli anni '30 quando qualcuno inventò questa prelibatezza, i tortai livornesi facevano pagare 5 centesimi il pane e 5 centesimi la torta, un piatto povero, alla portata di tutti e piuttosto nutriente e così a tutt'oggi chi entra dai tortai o nelle pizzerie livornesi continua a chiamare così questa pietanza. I Genovesi rivendicano l'invenzione della torta di ceci che chiamano farinata, in ogni provincia della Toscana viene chiamata con nomi diversi, ad esempio nel Pisano viene chiamata cecina ma, non vi azzardate a chiederla in questo modo a Livorno perchè un vi danno nulla, vi fanno morì di fame. Per finire, il 5 e 5 viene accompagnato da una bevanda analcolica fredda dolciastra e frizzante, la spuma bianca.
Se qualcuno dovesse per caso fare una capatina in quel di Livorno vale la pena assaggiare questa cosa un po' particolare. E, anche questa è arte. Arte culinaria.
Una volta sfamati sarebbe il caso di fare una passeggiata sulla terrazza Pietro Mascagni a goder dell'odore del mare.
LA LEGGENDA DELLA TORTA DI CECI
Come la maggior parte dei piatti tipici livornesi, anche la torta di ceci pare sia arrivata dal mare. La leggenda racconta che, a seguito dell’epica battaglia della Meloria fra Genova e Pisa nel tardo 1200, un bastimento sulla rotta di Genova carico di viveri, mercenari e prigionieri pisani, a causa dell’eccessivo peso imbarcò acqua. Qualche barile di olio di oliva si rovesciò e le casse con la farina di ceci si ruppero. Unitamente all’acqua del mare si formò così una sorta di intruglio che si sparse su tutta la plancia della nave. Una volta asciugata al sole però, i marinai esausti ed affamati, si cibarono di questa sottile focaccia croccante che si era formata. E così nacque l’idea della pietanza, che fu poi perfezionata in Liguria e la battezzarono con il nome di farinata genovese ed a Livorno appunto di torta di ceci.
web