LETTERA DI DOMY guerriera amazzone
lettera trascritta da Kary, aspirante cavaliere
Dopo la morte della regina, la disperazione del nostro re divenne presto rabbia e così la decisione di raggiungere Pechino e uccidere il re Tsunami.
Diego partì da solo ma noi tutte, fiere guerriere amazzoni, lo seguimmo senza paura.
Pechino è la capitale di un regno chiamato "del verde fogliame", è una terra coperta quasi completamente da boschi e verdi pianure, le città sorgono sugl'alberi e questo le rende difficilmente attaccabili. La capitale è costruita sul più vecchio e grande albero del mondo e sotto di esso ci sono le alte mura che difendono la città.
Il re Tsunami, prevedendo un nostro attacco sistemò l'esercito nella grande valle circostante alla città, non so dire quanti fossero ma l'evocatore non era spaventato anzi, la sua rabbia si era trasformata in energia positiva:
- Non abbiate paura- disse con molto tranquillità. - La natura sarà la nostra spada e il nostro scudo-Eravamo trenta guerriere disposte a tutto, ma davanti a noi...un intero esercito di uomini molto ben armati ed equipaggiati, la fanteria pronta a falciarci, gli arcieri ad attaccarci da lontano, gli alabardieri pronti a sfondare le nostre corazze ma il nostro re, era tranquillo:
- Nessuna di voi scenderà nella vallata della città- disse aggiustandosi il guanto nella mano destra. - Assisterete al combattimento da qui...al sicuro su questa collinetta al confine del "bosco dalle bianche foglie".
- Noi vogliamo vendicare la nostra regina- dissi. Diego accennò ad un sorriso:
- Si, siete proprio delle guerriere straordinarie, siete più forti di molti uomini- l'evocatore accarezzò per qualche istante il lupo che sempre lo seguiva. -Non posso badare a voi...Il mio ordine è questo-
Provai a rispondere ma ormai era tardi, Diego si era già incamminato sulla stradina secondaria che dava sulla città, perfino al suo lupo aveva dato ordine di rimanere lì e Djn aveva obbedito...ululando al suo padrone ormai lontano. Un leggero venticello sembrava accompagnarlo verso la sua missione e il sole alto nel cielo lo illuminava...come se, volesse benedire le sue intenzioni di vendetta.
Le bianche torri della città erano ben visibili e così il poderoso esercito che si trovava tra le alte mura e il nostro signore, Diego si fermò, guardò per un istante verso di noi poi nuovamente verso la città, afferrò il suo bastone con entrambe le mani e lo infilò in una piccola pozza d'acqua poco distante, quando risollevò il bastone l'acqua vi rimase attaccata, allora l'evocatore piantò con forza il bastone per terra:
- Ho bisogno della tua glaciale forza, "fata della glaciazione", vieni a me- a quelle parole il bastone si ghiacciò e rapidamente anche le terre intorno fin sulla collina e fino alle porte della città, poi con la stessa rapidità con la quale si era diffuso si ritirò fino al bastone dove cominciò a prendere la forma di una donna di ghiaccio...
Le parole dell'evocatore avevano spaventato le amazzoni memori di quanto accaduto con il "titano della terra", potevo solo immagginare lo stato d'animo dei soldati davanti a tale magia. La fata si alzò in piedi, pronta a svolgere la missione per la quale era stata chiamata.
Riuscivamo bene a vederla nella nostra mente, probabilmente anche i soldati la vedevano, così come sentivano le parole di Diego riecheggiare nell'aria.
La fata era alta come colui che l'aveva evocata, la corporatura esile non la differenziava da nessu'altra donna, due lunghe trecce le coprivano il seno e una veste la copriva dalla vita fino alle caviglie, non possedeva scarpe, camminava scalza...i lunghi capelli celesti erano legati da un piccolo nastro rosso fuoco, poggiavano sulla schiena della donna con un'incredibile delicatezza nonostante il ghiaccio di cui erano fatti, ai polsi due bracciali, le unghie delle mani lunghe e ben curate come le nobildonne di un tempo, era molto molto bella, con un viso dolce e sottile ma con lo sguardo freddo come una sottile lastra di ghiaccio:
- E' un onore poter combattere al vostro fianco- disse la fata con un profondo inchino
- E' mio l'onore- rispose Diego accennando ad un sorriso
- Leggo la vendetta nel vostro cuore- aggiunse lo spirito del ghiaccio
- Allora sai perchè siamo qui- rispose cercando l'approvazione nello sguardo della fata.- Mostrami di cosa sei capace- aggiunse l'evocatore.
La fata non rispose, fece un paio di passi e si posizionò davanti a Diego, chiuse il pugno e non appena lo riaprì rivelò una sfera bianca, alzò le mani al cielo e lanciò la sfera in alto dove si ruppe in un bagliore accecante. La temperatura calò vorticosamente, ben presto cominciarono a cadere i primi chicchi di grandine poi la neve divenne fitta e alla fine cominciò a cadere violentemente.
L'esercito del re era spaventato, alcuni di "loro" usarono gli scudi per ripararsi, la grandine diventava sempre più grande e la fata stava sempre lì, con gli occhi chiusi, dolcemente accarezzata da quel vento gelido che ti entra dentro, i chicci di grandine divennero dei veri e propri blocchi di ghiaccio che cadendo cominciarono a fare le prime vittime:
- Presto attacchiamolo con tutte le forze- urlò uno dei generali. In quel momento l'esercito caricò il responsabile di quel cambiamento ambientale:
- Ghiaccio, che riempi l'aria come la più dolce delle melodie, vieni a me- disse la fata e come per incanto la neve non cadde più sull'esercito ma si concentrò sulla mano dello spirito.
Gli arcieri erano arrivati alla giusta distanza di tiro, presero la mira e scoccarono le freccie che poco dopo si ghiacciarono nell'aria e caddero a terra:
- Ghiaccio sei il mio freddo amante...- disse la donna, chiuse la mano, corse incontro all'esercito e la riaprì...
Devo ammettere che ho avuto pena per "loro"
Quello che accadde dopo, mi gela il cuore...La fata aprì la mano e dal suo pugnò uscì tutto il ghiaccio che si era concentrato, l'aria divenne talmente fredda da costringerci a respirare nei mantelli, non potevamo sopportare tutto quel freddo, il poderoso esercito si era trasformato in tante statue di ghiaccio prive di sentimenti, alcune caddero e si ruppero altre rimasero in piedi:
- Ti amo, ghiaccio- disse "la fata della glaciazione" prima di sparire.
Diego aspettò che la temperatura tornasse normale poi riprese il suo cammino verso la città, ma poco dopo vide due persone andargli incontro uno era il re Tsunami e l'altro uno straniero senza volto, ora erano loro due i suoi nemici a difesa della città:
- Notevole quella "fata"- disse lo straniero.
- Chi sei?- rispose Diego. L'uomo cominciò a ridere mentre guardava il re al suo fianco
- Chi sono?- ripetè con aria di sfida. - Sono conosciuto in molti modi mio giovane amico..."il primo", "l'oscuro signore", "l'imperatore", "il burattinaio" ma quello che più preferisco è semplicissimo...Oirad-
- Oirad- ripetè l'evocatore. - Sarei venuto a cercarti dopo aver preso la testa dei sovrani ma trovarti qui mi facilità la missione- L'imperatore accennò ad un sorriso.
- Usa ancora la tua "fata della glaciazione" allora- rispose Oirad.
- Non potrei mai ucciderti con la stessa evocazione che ha sterminato il tuo esercito...- "il primo" rimase in silenzio mentre negl'occhi dell'evocatore apparve una strana luce oscura.- Per te ho pensato a "qualcosa" di più grande, un "qualcosa" che possa dimostrarti il mio rispetto per te...un "qualcosa" che la mia gilda vieta di evocare da centinaia di anni, un "qualcosa" di...terribile!
L'evocatore alzò il suo bastone al cielo e questi si illuminò, diventando una specie di faro guida per "la cosa" che stava per arrivare:
- Ho bisogno delle oscure fiamme del tuo animo...ti chiedo di combattere al mio fianco, signore dei draghi antichi...
Lo so, caro lettore non crederai alle mie parole a stento riesco io a crederci ma, il cielo, la terra, gli animali tutti e il vento gelido che aveva tirato fino ad un attimo prima, tutto si fermò, tutto sembrava spaventato, il sole apparve opaco e la terra sembrò tremare, il signore dei draghi antichi stava per giungere, l'evocazione proibita, il "qualcosa di terribile".
Nuvoloni scuri cercavano di coprire il sole in breve cominciò a piovere, nel silenzio totale una guerriera amazzone perse la ragione e cominciò a urlare prima di fuggire ma in quel momento un ruggito spaventoso riempì l'aria, noi guerriere ci abbassammo coprendoci le orecchie per lo spavento, sembrava come se un tuono ci fosse caduto vicino, quando rialzai la testa in sole non c'era più al suo posto due grandi ali nere coprivano l'intero orizzonte, la gigantesca coda dell'animale avvolse la collina dove ci eravamo nascoste.
- Bentornato- disse l'evocatore, il drago era grande almeno come la città che aveva davanti, non aveva occhi, ma appena sopra all'immensa bocca due corna laterali molto lunghe, le indistruttibili scaglie di color nero ricoprivano il corpo:
L'animale ruggì in risposta al suo padrone, poi si rialzò in volo prontò ad attaccare, sparì nel cielo per ricadere in picchiata ad una velocità incredibile, sparò dalla bocca delle sfere infuocate...una in direzione del re Tsunami e di Oirad e ben cinque verso la città di Pechino, poi sparì e tornò il cielo sereno. Lo schianto a terra, il boato e poi lo spostamento d'aria di quelle sfere giunte a destinazione ci fece cadere a terra, la polvere che si alzò coprì nuovamente il sole, non appena fui nuovamente in grado di rialzarmi vidi lo spettacolo...
Pechino non esisteva più, quella che un tempo era una città splendente abitata da migliaia di "loro" ora era soltanto un cumulo di macerie. Ebbi pietà di "loro". La rabbia del signore dei draghi aveva spazzato via ogni forma di vita e di civiltà, a confronto quello che aveva fatto il "titano della terra" alla nostra roccaforte era niente, in città era divampato un grande incendio, lo vedevo da lontano, ma nessuno provava a spegnerlo...abbassai lo sguardo, la pianura dove la fata aveva combattuto, non esisteva più, al suo posto un cratere di proporzioni gigantesche, al centro di tanto disastro c'era Diego davanti a lui Oirad, l'unico ancora in piedi dopo un simile disastro.
- Veramente spaventoso quel drago- disse l'imperatore.
- Il signore dei draghi antichi, erano secoli che nessuno osava evocarlo- rispose Diego.
- Capisco il perchè...Tsunami è morto- disse indicando il corpo carbonizzato poco distante. - E io stesso me la sono vista brutta-
- Magra consolazione- rispose l'evocatore. - Avrei voluto renderti lo stesso servizio riservato al tuo leccapiedi- disse indicando il corpo carbonizzato del re Tsunami.
- Ricordati però...- aggiunse Oirad. - Io sono immortale...-
Di quel momento non ricordo più molto, solo che l'imperatore evocò l'elemento oscuro, ricordo che il cielo divenne nero, come la notte più profonda e ricordo le sue parole:
- Io sono immortale...- poi persi i sensi, al mio risveglio una guerriera mi disse che Diego era stato avvolto dalle tenebre e non ne era più uscito, le chiesi se lei aveva visto l'evocazione del primo di "loro"e lei mi raccontò di un diavolo con le zampe da satiro e ali così grandi da coprire il sole, dalla sua bocca uscivano due zanne mostruose infuocate e corna da ariete, dopo poco la guerriera si è tolta la vita, l'orrore di quella visione l'aveva distrutta
Blayeta
guerriera amazzone