
quel mezzo bicchiere
26 novembre 2020 ore 14:44 segnala
Di solito sto zitta e in disparte, ma ieri, sarà stato quel mezzo bicchiere di vino-sono astemia!-ho tenuto banco e mi sono persino scatenato a ballare, proprio io che sono soprannominato "il legno". E infatti puntualmente stamattina ripensandoci mi vergognavo come una ladra". A volte accade di comportarsi in maniera del tutto inaspettata. in quell'occasione sperimenti che l'identità che ti eri cucito addosso non era così solida, c'è dell'altro e può emergere in ogni momento. Ma scopri anche che abbandonarla non è semplice: paure, sensi di colpa, vergogna sono sempre in agguato e fanno da freno. "Io sono timido , non posso riuscirci". "Non potrei mai stare con lui, è troppo diverso dal tipo d'uomo che piace a me". "Sono figlia di architetti, devo fare l'architetto". L'identità, ciò che crediamo di essere e di volere, è uno dei freni più grandi al realizzarsi spontaneo del nostro percorso. Perché è come portare una maschera: ti guardi allo specchio e vedi lei, non te, e questo ti fa credere di dover soddisfare ciò che vuole la maschera. Arriva l'uomo "sbagliato" e sovverte tutti i tuoi progetti: cedere alla passione o resistere? La maschera dice di resistere, ma tu? Scopri una passione diversa dalla professione di famiglia e parte la lotta interiore: rischiare o restare al calduccio? La maschera ti dice di tener duro, altrimenti "non avresti forza di volontà". Ma la sola volontà che conta è la tua , non quella della maschera! Nella maschera c'è l'immagine che mi sono fatto di me , ciò che mi rimandano gli altri, il mio lavoro, i miei gusti, le mie idee. E se arriva la voglia di cambiare? Capita quando ci troviamo a un punto morto della vita e ciò che sapevamo non ci serve più a niente . Occorre cambiare schema, bisogna togliere la maschera. Ma può far paura. In queste situazioni bisogna prendere consapevolmente la via del vuoto, la più ricca di tesori. Svuotare, dimenticare l'identità, resettare. Solo così, liberando la mente dagli attaccamenti e dai condizionamenti, si aprirà lo spazio per una coscienza libera che non dipende dalla zavorra del mondo esterno e dei suoi giudizi. Non pensare di sapere già chi sei e cosa vuoi: è un sapere già vecchio, inaffidabile.Sii aperto invece a ciò che non sai, all'inaspettato e lascia fare

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Di solito sto zitta e in disparte, ma ieri, sarà stato quel mezzo bicchiere di vino-sono astemia!-ho tenuto banco e mi sono persino scatenato a ballare, proprio io che sono soprannominato "il legno". E infatti puntualmente stamattina ripensandoci mi vergognavo come una ladra". A volte accade di...

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