LA CROCE PRIMA DELLA VESTE

10 maggio 2025 ore 15:13 segnala
Non è nato nel marmo.
Ma nel rumore degli autobus,
nelle case senza quiete,
tra le mani nodose di chi lavora per credere
e crede per resistere.

Robert, figlio dell’ombra e del pane spezzato,
non portava anelli,
ma vesciche.
Non si sedeva ai tavoli dei potenti,
ma sulle panche in fondo alle chiese,
dove la fede non è dottrina,
ma fame.

Poi il Perù lo ha chiamato.
Terra alta, terra povera.
Lì ha imparato che il Vangelo
non si predica in latino,
ma si morde in silenzio,
tra le lacrime di chi non ha voce.
Lì ha visto Dio
nei bambini che non sanno pregare,
nelle madri che sfidano la notte
per cucinare dignità.

Ogni passo verso l’altare
è stato un passo via da sé.
Ha seppellito sogni,
sostituendoli con bisogni altrui.
Ha camminato con scarpe bucate
e mani piene di nomi.
Ha detto “sì” a cose
che nessuno avrebbe scelto.

E oggi,
mentre il bianco gli scivola sulle spalle
come neve che pesa,
non dimentica la polvere.
Porta il Perù negli occhi.
E Detroit nelle vene.
Ha in sé le lingue spezzate del mondo,
ma parla ancora con l’accento
di chi ha sofferto prima di servire.

Non lo ha cercato,
questo trono di spine mascherato da gloria.
Ma lo ha accolto
come si accoglie un vecchio nemico:
con rispetto e silenzio.

Perché chi ha imparato a perdere tutto
è l’unico che può reggere tutto.

(FC Frammenti Sparsi)
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Non è nato nel marmo. Ma nel rumore degli autobus, nelle case senza quiete, tra le mani nodose di chi lavora per credere e crede per resistere. Robert, figlio dell’ombra e del pane spezzato, non portava anelli, ma vesciche. Non si sedeva ai tavoli dei potenti, ma sulle panche in fondo alle...
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10/05/2025 15:13:23
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