Salve a tutti.
Oggi
metre ero in classe stavo pensando a me, alla mia vita, alle mie
avventure, ai miei momenti più decisivi ed importanti, e mi è venuta
l'idea di scrivere un libro su di me.
Penserete sia pazza, e va bhè, mi andava di scrivere e l'ho fatto.
Parlo della mia vita.
Qui di seguito vi racconto la parte anti-nascita, una breve introduzione su cosa parlerò poi.
Buona lettura.
P.S. Queste righe parlano di me, quindi ogni altro rifererimento a cose o persone è puramente casuale. Questa sono io. In tutto.
Me stessa.
Chi
sono ancora non lo so veramente, forse perché ho ancora 16 anni e devo
capire ancora cosa voglio dalla mia vita. E’ difficile a questa età
scegliere il proprio futuro, scegliere chi saremo e come saremo.
Da
bambini si sogna di essere calciatori e veline, poi di fare il
batterista, poi non lo sai nemmeno tu e sogni solo una bella famiglia,
un bel lavoro e tanta serenità.
Io ho passato la fase iniziale e ho saltato la seconda, ma sto cercando la terza.
Cosa
fare di me ancora devo capirlo. So soltanto che devo cambiare tante
cose che fanno parte della mia quotidianità, ma desidero davvero che
tante altre restino con me in eterno; mi riferisco a quelle piccole
cose che possono cambiarti una giornata, o quelle persone che fino ad
adesso ti hanno cambiato la vita. A chi no è mai successo che qualcuno
le travolgesse la vita? Come un tornado che entra dentro di te, e ti
cambia. All’inizio non ti torna niente, poi piano piano magari ti rendi
conto che le novità possono essere importanti, e sono in grado di farti
capire se era meglio prima o adesso.
Non mi conosco, so chi sono ma
fino ad un certo punto. Non so cosa sono veramente disposta a fare in
certe situazioni. Tante volte dico che farei o direi tante cose mi
trovassi in specifici ambiti, ma magari trovandomi in quelle situazioni
non so se resterei immobile o se reagirei veramente come avevo supposto
di fare.
In questo libro, racconto, carta straccia forse, vi narrerò
quello che so di me, cosa ho vissuto e come. Forse riuscirò a
comunicarvi quello che ho sempre tenuto dentro, ma, che raramente ho
reso pubblico. Adesso scelgo di farlo perché vorrei che ogni tanto
qualcuno capisse davvero chi sono, e mi piacerebbe non sentirmi
chiamare ragazza media. Non sono la migliore, e nemmeno la peggiore;
sono una quasi 17enne che si ritiene diversa dalla massa. Sono una
ragazza con interessi un po’ diversi, nient’altro.
L’8 Agosto del
1992 era una calda giornata, la classica giornata di caldo torrido
estivo in cui faresti solo docce, una di seguito all’altra, soprattutto
una donna come lei, Stephenie, in attesa della nascita della sua bimba.
Secondo il medico che per l’ultima volta l’aveva visitata quello
sarebbe stato il penultimo giorno della sua gravidanza, e quindi la
tensione dentro di sé iniziava ad essere importante.
Non c’era
però nient’altro di diverso dalla sere precedenti in
quell’appartamento, in cui vivevano lei, la madre e il fratello Simon.
Si
stava facendo notte, il buio iniziava a cadere su Londra,. Nessuno si
aspettava niente. Tutto taceva, il gatto sonnecchiava sul divano mentre
gli altri in casa stavano leggendo, o vedendo la tv.
Ci fu una frase che Stephenie disse, che ruppe quell’atmosfera taciturna, che fece tornare tutti alla realtà:
“Mi si sono rotte le acque.”disse la donna, impassibile, non mostrando cosa aveva dentro la sua mente.
Gine stava per nascere.
Tutti
e tre si prepararono, diretti all’ospedale, iniziavano le prime
telefonate ai parenti, che si sarebbero affrettati a vedere la piccola
me finalmente nata. Chissà come si sentiva quella futura-neo mamma,
chissà se sentiva già dolore o se invece era tranquilla. Chissà se era
pronta o no alla svolta, a cambiare la sua vita.
Arrivati in
ospedale venne subito portata in sala parto. Gine voleva nascere,
voleva per la prima volta far vedere al mondo che esisteva.
Nel
frattempo l’8 agosto di quell’anno era svanito, era finito e nessuno lo
avrebbe mai riportato. Che buffo pensare che ogni giorno, ogni ora,
ogni minuto che viviamo sia un attimo di vita che non tornerà mai più.
Strano pensare che in un preciso istante ci sei e l’attimo dopo chissà,
chissà che farai, che penserai, se riderai o piangerai, nel bene e nel
male.
Era già il 9 agosto, una data banale per tutti, non era
Natale, non era Capodanno, non era niente di tutto questo, ma per me,
medesima meco, era il giorno più importante della mia vita.
Ore 2:31 è nata Gine.
E’
mora, con tanti capelli, la testa ricorda una palla da rugby, è
arrabbiata, urla, stava tanto bene a quel calduccio a non fare niente
che è stata svegliata e portata in questo mondo, dove però non sapeva
che le sarebbe successo, un giorno.
Pesa 3,430 kg, è abbastanza
grande ma ciò che colpisce tutti sono i suoi occhi, belli, bellissimi,
che non ricordano una stupida palla da rugby, ma gli occhi di un
cerbiatto, scuri, leggermente “allinsù”, e pieni di voglia di vivere la
sua vita.
Gine
La (diversa?) vita di Gine. Il mio libro, forse.
25 aprile 2009 ore 21:51 segnala10774200
Salve a tutti. Oggi metre ero in classe stavo pensando a me, alla mia vita, alle mie avventure, ai miei momenti più decisivi ed importanti, e mi è venuta l'idea di scrivere un libro su di me. Penserete sia pazza, e va bhè, mi andava di scrivere e l'ho fatto. Parlo della mia vita. Qui di seguito vi... (continua)

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25/04/2009 21:51:59
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Blaster079 24 agosto 2009 ore 02:04
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