Così esco dal guscio e mi trascrivo descrivendomi in parole poco corrisposte, ad esseri invani che cercheranno di comprendere il cammino di qualcuno troppo pieno di mare ed aria dentro di se, e con poca terra.
Viaggio nella mia mente cercando il conforto che braccia non mi daranno mai, e che non voglio ricevere.
Succube di un dolore persistente, mi sento drogata della mia dolce agonia, ripetendomi quanto essa non debba lasciarmi mai.
Desidero la sofferenza perchè dopo essa sopraggiunge il piacere dell'addio al dolore.
Quella sensazione magnifica che ti fa sentire invicibile perchè hai combattuto e vinto ancora una volta ciò che ti faceva stare male.
Così facendo rincorro persone e cose che possano donarmi questi attimi di agonia pura. Di dolore in vena.
Rincorro chi non mi vuole per legarmi a lui e soffrire dell'abbandono, amo chi non mi ama per combattere una battaglia persa in partenza, cercando di portarlo a me, degustando già il sapore del sangue tra i denti della lingua morsa dopo percosse interiori. Quell'odio verso se stessi che mi nutre ogni giorno.
Non sentirmi mai abbastanza e godere profondamente nel premere tutto ciò che possa farmi male contro di me.
Provare piacere nel baciare il male.
Arrivare al culmine dell'orgasmo dopo ore di pianto.
Vorrei morire, perchè sarebbe come la scopata migliore della mia vita.
