senza...

04 novembre 2008 ore 18:32 segnala
senza titolo nè parole

dedicato

18 gennaio 2008 ore 18:00 segnala

dedicato a Giulia, che è nata ieri

:-)

Dani

09 dicembre 2007 ore 22:42 segnala

Come l'ultima nota di un allegro andante ti sei spenta lasciando nell'aria l'eco di una melodia dolcissima, la tua vita.

Non ho più ascoltato quella musica da allora, ed è già passato un anno.

Ti voglio bene, amica mia, ovunque tu sia...

a volte

02 dicembre 2007 ore 18:35 segnala

 

 

 

 

 

 

 

non si scrive non per mancanza di cose da dire,

ma perchè è più semplice tacere ed ascoltare,

leggere altrove e non riferire di sè a nessuno se non a se stessi,

non confessare l'inconfessabile ad altri se non al proprio specchio che ci guarda spaesato.

Così,  esplorare tutto il mondo che cammina sotto il mio sguardo, osservare silenziosa, è una distanza misurata coi passi dei pensieri che colorati e partecipi si mettono in moto,

è una stasi dinamica ed un movimento ieratico.

E' apprezzare la vita che scorre dentro e fuori di me.

:-)

e se invece

08 ottobre 2007 ore 15:04 segnala

fossi un treno?

Se invece, malgrado ogni ragionamento possibile che posso fare e disfare a mio piacimento per venire a capo di una scelta difficile, se contro ogni tentativo di seguire quell'istintività che caratterizza noi umani come evoluzione dai nostri antenati meno corrotti dalla civiltà,

se fossi solo un treno che non può, in barba ad ogni sforzo, superare se stesso ed uscire dal proprio percorso predefinito,

se fossi intrinsecamente incapace di esser diversa da quella che sono, ormai irrimediabilmente viziata dalla mia cultura e dal mio DNA?

:specchio

se fossi...

07 ottobre 2007 ore 10:28 segnala

Se fossi un treno dovrei camminare su un binario, due rotaie parallele che si aprono davanti a me, fredde, lucide e sicure, che tracciano un percorso definito.

Ma ho gambe per correre e per camminare a passo lento, la strada ha mille bivi e scegliere è un'impresa.

Posso seguire  l'istinto, ma non sono un semplice animale.

Posso seguire il filo dei miei ragionamenti, ma non ho solo un cervello da far funzionare.

Nel frattempo, cerco di vivere, e spero che la vita non mi porti troppo lontano da me.

settembre

01 ottobre 2007 ore 19:31 segnala
Il mese di settembre è micidiale per le scandenze della macchina.
Ho fatto due soldi di conti di quanto ho speso, da settembre a settembre, in un anno.
Assicurazione 2007, tagliando, estensione della garanzia, bollo, semestrale assicurazione fino a marzo 2008, altro tagliando e un anno di garage si arriva circa a quota 300 € al mese, esclusi i lavaggi e il gasolio.
Ne ho dedotto che avere un'utilitaria relativamente nuova è un lusso piccolo-borghese.
Per consolarmi, mi son fatta un bagno con una palla di Lush al burro di karité e profumo di vaniglia.
Le tasche sono vuote, ma almeno la pelle è morbida!

i vitelloni

25 settembre 2007 ore 23:13 segnala
colgo l'occasione di un invito, rilvotomi da un amico, a lavorare con maggiore lena a questo blog, per replicare con una citazione celebre:

ho visto piangere la goccia

10 settembre 2007 ore 23:29 segnala

per gentil concessione di un amico, vi rendo partecipi di una cosa bellissima da lui scritta e pubblicata nel web.

E' protetta da copyright!!

HO VISTO PIANGERE LA GOCCIA

Sedevo tra gli abeti.
Stavo osservando il rivolo farsi strada tra sassi tondi, poi placarsi su sabbia bianca, riprendere la corsa in una discesa d'alghe e ghiaia e infine scomparire in un canto di cascata.
Era neve, o pioggia antica, prigioniera della terra ed evasa in un torrente.
Quante gocce in poche spanne, quanti ricordi di sole e cielo, foglie e rocce, nubi e venti, quante memorie in quell'andare. Cosa porta l'acqua oltre agli odori, dove posa i suoi sapori e la messe di passati nel suo limpido viaggiare?
Un pesce argenteo e rosso è saltato tra uno spruzzo arcobaleno; per un tempo indefinito si è fissato su nell'aria. Quando, stanco del mio sguardo, è tornato alla sua casa schiaffeggiando con la coda, si è levato uno sbuffo, come fosse un brontolio ed il fastidio per il salto.
Cento gocce si sono alzate da un cerchio presto domo. Una d'esse si è librata un po' più in alto e si è posata su di una pietra; c'era il sole sul minuscolo pianoro, una conca senza uscita ricoperta da luce e raggi.
Ho visto piangere la perla perché non avrebbe visto le sue promesse: il fiume e le sue sponde, il verde della valle, i pioppi nei filari, il vomere e i suoi solchi, il canneto con gli uccelli, i pensieri sopra i ponti, i grilli tra le spighe, le mani nelle mani, le barche con le reti, le anse e le campagne.
E non avrebbe più trovato l'immenso padre mare.
Era lì, prigioniera di un sasso chiaro per un salto dispettoso.
Sono sceso giù nel greto mettendo i piedi al gelo, ho sollevato la nuova cella e l'ho girata verso il basso.
La goccia è scesa lentamente, trasformandosi in una scia; non è caduta tra sorelle perché il caldo della pietra l'ha volata dentro l'aria.
Era una stilla di nube grande e nera o un pizzico di neve poggiato su di un pino; piangeva sola e ferma su un sasso traditore. Io l'ho perduta tra le dita tentando di salvarla.
Ho urlato il mio dolore tra le pieghe della mente.

(di "leggoescrivo" potete leggere altri pezzi a questo indirizzo: http://www.neteditor.it/node/26250?name=leggoescrivo )