Ci son momenti nella vita in cui è come se si addormentasse. Non nel senso fisico del termine, ma mentale..momenti in cui per un “attimo” ci si allontana dall’ambiente circostante, ci si estranea dal contingente..insomma..si spegne la luce dentro di noi. E ci si ritrova al buio. Un buio che, talvolta, è anche necessario per smorzare tanti “flash” che ci abbagliano o, semplicemente, perché si fa fatica a ritrovarsi in tanta luce..e si ha bisogno di pace..di staccare la spina.



Sono sempre stato una persona dalla “penna facile”..uno che non solo vive di emozioni ma ha bisogno di travasarle “visivamente” quelle emozioni, non solo come parte integrante della propria quotidianità ma anche per condividerle con chi con me la condivide questa quotidianità.
Eppure per un periodo è come se dentro di me ci fosse stato un black out epistolare..la penna (tastiera del pc) era sempre lì ma la mano restava immobile, quasi a voler tenere le distanze da quella compagna di viaggio che ha sempre fatto parte di me.
Due giorni fa la mia compagna mi ha detto “scrivi qualcosa..non l’hai più fatto”. Ho risposto che non sono uno che scrive a comando..e lei questo lo sa visto mi conosce bene..e che avrei scritto di nuovo solo quando mi sarebbe di nuovo venuto naturale farlo.
Ed eccomi qua..un sottile piacere guida le mie mani sulla tastiera..sembra che volino stamattina, quasi a voler riassaporare un piacere perduto..il piacere di dialogare con il mondo.
Il silenzio a volte è medicina dell’animo..porto sicuro dai fragori del tempo..ma un silenzio troppo lungo alla fine fa perdere il contatto con se stessi e con gli altri..rinchiudendoci all’interno di un isolamento che, alla lunga, ci porta inevitabilmente e inesorabilmente a trovarci a tu per tu solo con uno specchio in cui veder riflessa solo la propria immagine.
La mia compagna ha contribuito molto a questo risveglio, stimolandomi continuamente, soprattutto in quei momenti in sembravo intorpidito.



Ma noi siamo anche questo..persone in continuo divenire, non soggetti stereotipati che vivono nell’immobilismo e nella schematicità di un conformismo statico.
E nel cammino individuale, nel processo di crescita che riguarda..o meglio..dovrebbe riguardare..ognuno di noi..ci si imbatte in strane metamorfosi che non significano stravolgimenti del proprio essere ma presa di coscienza che siamo persone e, come tali, mutevoli.
Dopo il sonno c’è sempre un risveglio. Nel sonno si sogna..ma anche nella vita questi sogni possono essere trasposti, solo che nel sonno i sogni arrivano in modo inconscio..nella vita sta a noi crearli e costruirli.
Sono di nuovo sveglio…..