Sei mia? Ti Violento e Ti Annullo...
05 novembre 2011 ore 22:47 segnalaLa tattica degli uomini che considerano la propria moglie/compagna un oggetto di proprietà..passa attraverso una serie di comportamenti ricorrenti, tipici di chi ha paura di perdere quella che considerano un oggetto personale manipolabile a piacere.
Questa considerazione nasce dal confronto con alcune persone che mi hanno un po’ raccontato le loro esperienze e mi son reso conto come ci sia un’uniformità di comportamento in queste menti malate. Già avevo un po’ parlato di quest’argomento ma mi sono stati chiariti alcuni passaggi.
Primo fra tutto il sesso..un modo per tener legata a se una persona sotto la minaccia di ritorsioni di vario genere..angherie, ripicche, minacce..quando non si arriva alle percosse. Violenza carnale a tutti gli effetti..tale e quale a quella che si perpetra ai danni di vittime innocenti. La violenza psicologica è esattamente uguale a quella fisica e, forse, molto più devastante perché fiacca e annulla la mente.
Molte donne non sanno che queste forme di violenza sono punite dalla legge esattamente come le altre, il fatto è che nella maggior parte dei casi nessuno denuncia il proprio marito/compagno per paura delle conseguenze..e quelli così continuano…
Poi il tentativo di distaccare la donna dalla propria famiglia di origine tenendola legata solo alla propria. Questo per la paura che la famiglia di origine possa dare alla donna quella forza necessaria per ribellarsi. In pratica si tende a recidere o limitare al massimo ogni contatto con chi potrebbe prospettare alla donna qualcosa di diverso..in pratica portarla su quella che il “violentatore” ritiene la “cattiva strada” perché potrebbe sottrarla dalle sue grinfie.
Infine il silenzio..far di tutto perché la situazione familiare non trapeli all’esterno, onde evitare di sollevare un movimento di pensiero che potrebbe mettere quell’essere spregevole alla berlina di tutti rendendolo così indifendibile. Un po’ quello che facevano i regimi dittatoriali..evitare che certe informazioni arrivassero all’esterno. Il meccanismo all’interno di una famiglia soggetta alla dittatura dell’uomo è esattamente lo stesso.
Tutti questi comportamenti, tuttavia, son possibili solo in quanto vengono permessi e consentiti dalla persona a cui quell’essere ha privato ogni capacità di resistenza..facendo nascere in lei solo insicurezze, paura e terrore.
Se si vincesse la paura e si iniziasse, non a parole ma concretamente a tener testa, si priverebbe quell’animale della sua arma migliore..la paura.
Quando ci si imbatte in siffatte situazioni, difficile reprimere la rabbia..non c’è giustificazione a tale bestialità..non c’è nulla che potrebbe consentire di tollerare tutto questo.
L’amore può essere un elemento scardinante per trovare quella forza che altrimenti non si avrebbe..perchè quell’amore ha il potere di ridare a quelle vittime quel sogno che credevano ormai perduto per sempre.
Ed è per quell’amore che la ribellione diventa un atto dovuto..in primis per se stesse e poi per la difesa di quell’amore..perchè decidere di restare ancora vittime solo per non voler lottare significherebbe alla fine perdere quel sogno e, con esso, la persona che lo incarna..significherebbe fuggire da quell’amore solo per paura di essere felici.
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05/11/2011 22:47:58
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Commenti
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larchitettodeisogni 05 novembre 2011 ore 22:51
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valentia3 06 novembre 2011 ore 00:15
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hawkforever 06 novembre 2011 ore 11:33
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