Freddo.
Adoro ascoltare le voci di coloro che mi circondano.
Proverbi, ripicche, pensieri, giochi, scherzi.
Parole vuote. Riempiono il loro tempo di inutili bisticci, di inutili litigi, e senza alcun motivo, la loro vita passa, e passa anche la mia, vuota e inconsistente, e scrivo per riempirla, senza altro che vuoto, dentro di me, e fuori di me.
Fa freddo; ma il freddo è bello, sublime; cristallizza l'animo, e mi ricorda che di fronte alla natura, io sono niente. Noi siamo niente. Ormai cerco sempre di inserirmi, almeno nei miei scritti, in ciò che mi circonda.
Ma non mi interessa realmente.
Ormai nella mia vita, "ormai" non ha più senso.
Sono parte del fiume, sono acqua. E fluisco.
Entro ed esco dalle vite degli altri, e vuota passa la mia.
Di mio non ho niente, neanche i miei pensieri, che ormai sono ricolmi
di vite a metà viste, a metà ascoltate.
Penso, Rifletto, Vedo, Ascolto. Di cosa ormai si parla, di che si discute, problemi su problemi, e niente ha vero senso.
Solo noi decidiamo cosa è un problema. E cosa non lo è. Ed eccomi qui. Circondato di persone, nessuno che mi nota, nessuno se lo chiede, che cosa scrive il folle, seduta tra la folla.
I miei giochi di parole, sono sempre più vuoti, e tutto io attraverso, con gli occhi della mente.
Eccomi qui.
E qui potrei restare, per anni eoni secoli, secondi senza tempo, e nuoto in questo fiume, e tutto mi si svela.
Sono solo. Sono tutto. Sono niente. Io, solo, fra tutta questa gente.
Trovo il tempo di capire cosa penso. Di chiedermi chi sono.
E sorrido.