Tu Sfregiato, Io Rasato

23 febbraio 2015 ore 20:13 segnala


L'arte della rasatura è quell'abitudine quotidiana che si tramanda di padre in figlio, eppure ciò che per me appare alquanto scontata, per molti, a notare in giro specialmente il lunedì mattina, tanto scontata non lo è affatto.

Ci sono poche, ma semplici regole che seguo da sempre:

mi raso sempre appena alzato, prima ancora di fare colazione, questo è il momento della giornata in cui la pelle risulta essere più rilassata in assoluto, magari dopo da una bella dormita.

Riempo il lavandino di acqua calda, e poi inizio a sciacquare la faccia, ciò per favorire da un lato il dilatarsi dei pori e dell'altro per ammorbidire i peli.

Applico poi, delicatamente, un leggero strato di olio di argan, che oltre ad idratare permette alla lama di scorrere più facilmente.

Uso la giusta quantità di gel da barba all'aloe su una mano (non uso per mia scelta né pennello, né sapone, né schiuma)e ci ricopro il viso.

Inumidisco e riscaldo qualche secondo nell'acqua il rasoio, rigorosamente manuale (quello elettrico è per focomelici), parto sempre dalle guance, pelo, gel e poi contropelo, per poi ripetere lo stesso procedimento sul collo; baffi e mento vanno rigorosamente lasciati per ultimi.

Una volta terminato, passo rapidamente la mano per sentire se in qualche punto vi è ancora bisogno di un piccolo passaggio dovuto all'inclinazione obliqua di qualche pelo, e poi procedo a risciacquarmi con acqua tiepida prima per togliere i residui di gel e un po' più fredda subito dopo, in modo da aiutare la chiusura dei pori.

Mi asciugo tamponando per bene il viso con un asciugamano bianco di lino o morbido cotone e il gioco è fatto, rasatura sempre perfetta ed impeccabile.

Ultima cosa, mi rado un giorno si ed uno no, in questo modo permetto alla pelle la giusta pausa, la giusta ricrescita della barba e il corretto processo di esfoliazione.

Da oggi poi, con il mio nuovo rasoio flexball power è tutto ancora meglio!
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« immagine » L'arte della rasatura è quell'abitudine quotidiana che si tramanda di padre in figlio, eppure ciò che per me appare alquanto scontata, per molti, a notare in giro specialmente il lunedì mattina, tanto scontata non lo è affatto. Ci sono poche, ma semplici regole che seguo da sempre: ...
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L'Assalto del telemarketing

20 febbraio 2015 ore 20:11 segnala


Drin Drin Driiin...

Mi domando chi rompa i coglioni sul fisso a quest'ora.

- Siiii?!

- Buonasera siamo della informatica XXXXlance di Modena, la contattiamo perchè volevamo avvisarla che dai primi di marzo partiremo con dei corsi di informatica di tutti i livelli, da quello per principianti fino a quelli per i più esperti, tipo programmatore. Ha due minuti che le spiego?

-Prego dica

-Il bello dei nostri corsi è che si svolgono soltanto un giorno alla settimana, ha capito? un giorno solo, negli orari che vanno dalle 15 alle 17, dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 23.

-Bravi

-Qual'è il suo livello di conoscenza del computer?

-Direi più che buono, modestamente...

-C'e' qualcun'altro in famiglia che usa il computer?

-A dire il vero no

Tu Tu Tu Tuuuuuuuuuuuuuuuuu

....Te pia foco almeno!
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« immagine » Drin Drin Driiin... Mi domando chi rompa i coglioni sul fisso a quest'ora. - Siiii?! - Buonasera siamo della informatica XXXXlance di Modena, la contattiamo perchè volevamo avvisarla che dai primi di marzo partiremo con dei corsi di informatica di tutti i livelli, da quello per pr...
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Accontentiamoci di questo...per ora!

25 agosto 2014 ore 19:40 segnala


E' stato inevitabile, alla fine mi è toccato rientrare al lavoro. Poca voglia oggi, poca voglia in generale...scappo dall'ufficio, rapida spesa al supermarket e finalmente a casa davanti ad un bel caffè fumante mi accomodo sul terrazzo. Sharon Van Etten suona il suo "are we there" definito dai cosiddetti critici musicali uno dei migliori dischi del 2014 fino ad ora, per carità ad ascoltarlo non è neanche male come disco, Sharon ha una bella bella voce che sicuramente non dispiacerà ai più, ma in fondo sembra non aggiungere niente a quanto già sentito, ho come il sospetto che quest'anno musicalmente parlando, sono state poche le uscite che si sono elevate al di sopra della media. Accontentiamoci di questo dunque per oggi, accontentiamoci di avere come panorama i tetti di questa città, sopra un cielo carico di nuvole di quest'estate un po' così...dopo che i miei occhi hanno visto tanta bellezza.

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« immagine » E' stato inevitabile, alla fine mi è toccato rientrare al lavoro. Poca voglia oggi, poca voglia in generale...scappo dall'ufficio, rapida spesa al supermarket e finalmente a casa davanti ad un bel caffè fumante mi accomodo sul terrazzo. Sharon Van Etten suona il suo "are we there" de...
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1 Agosto

31 luglio 2014 ore 23:34 segnala


Essere in vacanza è non avere niente da fare e avere tutto il giorno per farlo.
Robert Orben

Ablutofobici con Stile

27 luglio 2014 ore 15:38 segnala


Sabato pomeriggio, giornata uggiosa e dal clima quasi autunnale del 26 luglio dell'anno domini 2014, avendo un po' di tempo libero decido di andare in centro a comprarmi 2 semplici t-shirt con scollo a v.
Il meteo non sembra promettere niente di buono, nubi nere solcano il cielo all'orizzonte, dettaglio trascurabile per l'esercito modaiolo dei saldi estivi,il motto imperante di quest'anno è: alla doccia si può anche rinunciare, ma allo stile no. Le porte dei negozi fagocitano nugoli assiepati di persone al proprio interno per poi vomitarle in strada qualche minuto più tardi, la scena si ripete ad intervalli regolari lungo tutta via Giardini. C'e' però qualcosa di diverso oggi nell'aria, a tratti acre, gli esercizi commerciali sembrano assomigliare più ad un melting pot di razze: balcaniche, africane, asiatiche, mediorientali e indiane, ognuno con il suo stile trendy...



Chador in tessuto tecnico waterproof e antipiega, total black rigoroso e austero per la moderna donna mediorientale, che non rinuncia alla borsa-accessorio, giocando sul contrasto del bianco e pratico sandalo con ampie prese d'aria per il rilascio del calore corporeo.



Coppola in fantasia tartan, sciarpa-passamontagna rosso acceso che richiama lo stile vintage dell'occupazione sovietica, barba e baffi curati per l'hipster balcanico sempre fedele al motto "spacco botiglia amazzo famiglia".



Felpa oversize nera per i più giovani amanti dello street wear albanese, con ampie tasche per contenere comodamente gli utensili per lo scasso e cappuccio protettivo per i sistemi di videosorveglianza metropolitani.



Mantella in cachemire color cammello, per l'uomo avventuriero che non teme di solcare i mari e che non rinuncia al morbido abbraccio dei tessuti pregiati.



Giallo fluo con inserti catarinfrangenti antiinvestimento e gps di posizione integrato per la giacchetta smanicata delle giovani irruducibili della movida notturna.



Bandana bicolor, canotta dal taglio slim-fit e comodi bermuda oversize color pastello, per coloro che si preparano ad affrontare con stile i caldi pomeriggi estivi.

Dopo un'ora di fila per raggiungere i camerini, dove probabilmente se entrasse la USL metterebbe in quarantena il locale per le condizioni igienico sanitarie, dopo che i timpani sono messi a dura prova dalle sirene impazzite dei vari sistemi antitaccheggio e gli addetti alla sicurezza devono anche intervenire per sedare un'accesa discussione tra due consumatori, riesco finalmente nel mio acquisto di 2 t-shirt nel girone dantesco, una volta uscito mi accendo una sigaretta e mi godo la scena del fuggi fuggi per le strade, mentre il buon dio provvede a mandare giù catini d'acqua purificatoria per tutti coloro che avevano trascurato la doccia di casa.
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« immagine » Sabato pomeriggio, giornata uggiosa e dal clima quasi autunnale del 26 luglio dell'anno domini 2014, avendo un po' di tempo libero decido di andare in centro a comprarmi 2 semplici t-shirt con scollo a v. Il meteo non sembra promettere niente di buono, nubi nere solcano il cielo all'...
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Gli Alti e Bassi della Camicia Jeans

12 luglio 2014 ore 12:24 segnala


Le camicie in jeans sono capi d'abbigliamento inconfondibili, il cui materiale di fabbricazione principale è il famosissimo denim. L'origine di questo strano tessuto, al contrario di quanto si crede, è molto antica, addirittura medioevale, all'epoca in cui prototipi di camicia in fustagno venivano scelti per la robustezza delle fibre e per la resistenza all'usura. Qualche secolo più tardi, intorno alla metà del 1800, un certo Levi Strauss, produttore di pantaloni per minatori, era in cerca di un tessuto che avesse queste stesse caratteristiche, e iniziò a importare il serge de Nimes di colore blu, noto ora con il nome di denim, ovvero: "della città di Nimes".

Il denim, quindi, non sarebbe altro che una derivazione del fustagno, un tessuto con armatura a saia realizzato in cotone. Riguardo al colore, il jeans presenta una caratteristica tonalità indaco, frutto della tintura di origine vegetale utilizzata di solito nei processi di fabbricazione. Le sfumature più o meno evidenti sono invece dovute ai diversi finissaggi ai quali il filato è stato sottoposto. La camicia in jeans è adatta a donne e uomini di qualsiasi età e garantisce una buona tenuta in ogni stagione dell'anno.

Come tutti i capi d'abbigliamento più usati, anche le camicie in jeans sono state indossate di volta in volta per motivi diversi. Prima per lavoro dagli operai delle fabbriche, poi, dopo la seconda guerra mondiale, da giovani e non come indumento casual, quindi dai figli dei fiori durante gli anni '70, in quanto simbolo di comodità e praticità. Ai giorni nostri, le camicie in jeans vivono alti e bassi, alternando stagioni di fortuna ad altre di oblio totale. Nonostante tutto, date queste premesse, è sempre meglio averne una pronta nell'armadio...
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« immagine » Le camicie in jeans sono capi d'abbigliamento inconfondibili, il cui materiale di fabbricazione principale è il famosissimo denim. L'origine di questo strano tessuto, al contrario di quanto si crede, è molto antica, addirittura medioevale, all'epoca in cui prototipi di camicia in fus...
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Dedicato a te

06 giugno 2014 ore 17:03 segnala


La persona della propria vita a volte si riconosce subito,a volte invece dopo molto tempo...quando non ci si aspetta nulla, può capitare di trovarsi di fronte qualcuno di fondamentale e speciale.
Innamorarsi è qualcosa di non spiegabile a parole...è svegliarsi la mattina col pensiero a quella persona...vedere tutto ciò che ci circonda con occhi diversi, facendo tutto in funzione di quel qualcuno che ti fa battere il cuore. Ti fa battere il cuore quando la vedi, ti fa continuamente pensare a lei...ti fa sentire l'unico al mondo, come se niente e nessuno potesse distogliere il suo sguardo da te.

Amare è la cosa più naturale da fare...
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« immagine » La persona della propria vita a volte si riconosce subito,a volte invece dopo molto tempo...quando non ci si aspetta nulla, può capitare di trovarsi di fronte qualcuno di fondamentale e speciale. Innamorarsi è qualcosa di non spiegabile a parole...è svegliarsi la mattina col pensiero...
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Il Sogno Ermetico di una Città Ideale

03 giugno 2014 ore 19:49 segnala


"Quando sono con voi sono vestito, e in cravatta; quando sono qui, alla Scarzuola, sono nudo, e questo non potete sopportarlo." Tomaso Buzzi





Personaggio di grande cultura umanistica e letteraria, evidente nelle sue realizzazioni sotto forma di citazioni raffinate e riferimenti all'arte antica, l'architetto Tomaso Buzzi (1900 -1981) si distinse come uno dei principali designer del novecento italiano, architetto di giardini e come restauratore/inventore oltre che arredatore di importanti palazzi nobiliari. Disegnatore instancabile e grande conoscitore e collezionista di opere d'arte, egli tuttavia seppe sempre accompagnare a questa veste colta una particolare attenzione al mondo dell'artigianato e della pratica di bottega, rivolgendosi spesso ad artigiani della propria terra (la Valtellina) per la cura e la definizione degli studiatissimi dettagli delle proprie opere. Non perse l'attaccamento alle origini valtellinesi nemmeno quando dal '56 decise di ritirarsi a vivere nel convento della Scarzuola in Umbria, complesso che acquistò e restaurò in maniera sorprendente: da una parte rimase fedele nella conservazione delle strutture originarie (il convento fu fondato infatti dallo stesso S. Francesco ed è quindi uno dei più importanti luoghi legati al santo di Assisi), dall'altra creò nel parco circostante una sua "città ideale", ispirata al tema della follia artistica, della scena teatrale e della rovina, che fa da corrispettivo profano al mondo sacro del convento. Ideata da Buzzi ripensando a tutta la propria carriera artistica ed intellettuale, la Scarzuola rimane un unicum nel panorama dell'arte e dell'architettura contemporanea italiana ed europea, come sorprendente per originalità ed invenzioni sono l'opera e la figura dell'architetto, che ancora attende di essere adeguatamente fatta conoscere e valorizzata nella sua importanza.















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« immagine » "Quando sono con voi sono vestito, e in cravatta; quando sono qui, alla Scarzuola, sono nudo, e questo non potete sopportarlo." Tomaso Buzzi « immagine » « immagine » Personaggio di grande cultura umanistica e letteraria, evidente nelle sue realizzazioni sotto forma di citazio...
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Il Lato Romantico della Germania

24 maggio 2014 ore 10:38 segnala


Heidelberg sarà sempre nel mio cuore, questo luogo è diventato lo spartiacque della mia vita, tra la fine della fanciullezza spensierata e inizio dell'età adulta.
90 giorni di bellezze, amori, piaceri ed eccessi... il cui ricordo non mi ha mai abbandonato e vive ancora ben impresso nella mia memoria.





















E la città degli studenti universitari per eccellenza, del “bacio” (delizioso cioccolatino), del castello medievale, del Vecchio Ponte, della passeggiata dei filosofi: Heidelberg è una delle più belle cittadine tedesche e l’atmosfera che trasmette al viaggiatore è così romantica da sfiorare la leziosità. Soprattutto ora che l’estate volge al termine. La leggenda narra che durante la seconda guerra mondiale Heidelberg fu risparmiata ai bombardamenti perché troppo bella per essere distrutta.
La città si trova nella Germania meridionale, nella regione del Baden Württemberg, a nord di Stoccarda e a sud di Francoforte sul Meno. Dall’Italia si raggiunge in auto oppure in aereo (fino a Stoccarda) più treno. Non appena si entra ad Heidelberg si ha la sensazione che sia molto più piccola di quel che realmente è, per il fatto che, pur avendo una grande periferia, il suo centro storico è tutto raccolto intorno alla Chiesa dello Spirito Santo (Heiliggeistkirche) e all’antica Università (Alte Universität). La zona pedonale è fra le più lunghe d’Europa, quasi un chilometro e mezzo sulla Hauptstrasse, ricca di birrerie, ristoranti e negozi per lo shopping. Vale la pena di provare subito l’ottima birra artigianale della Kulturbrauerei (www.heidelberger-kulturbrauerei.de), dove oltre a bere birra si mangiano pietanze regionali tipiche. Oppure si può mangiare un ottimo stinco di maiale con patate arrosto alle Schnitzelbank, pub decisamente più spartano (vicino all’Università in Bauamtsgasse n. 7), oppure provare le tante varietà di wurst (salsicce) accompagnate da ottima birra artigianale alla Brauhaus Vetter (www.brauhaus-vetter.de), o ancora i Käsespätzle (gnocchetti al formaggio) al Cafè Burkardt (www.cafe-burkardt.de).

Pochi passi a piedi ci conducono naturalmente verso il ponte vecchio (Alte Brücke), un settecentesco attraversamento largo due metri sul fiume Neckar, sul quale sostano a qualsiasi ora turisti in posa per le suggestive fotografie. Uno scatto divertente, che funge anche da portafortuna, si può fare con la scultura Brückenaffe, proprio all’ingresso del ponte. Per godersi un po’ di sole nei non frequenti pomeriggi senza nuvole, il viaggiatore può sedersi in uno dei tanti pub in Markplatz, la piazza dell’Heiliggeistkirche (una chiesa collegiale risalente al XV secolo, con cupola barocca e con annessa Biblioteca Palatina) oppure sdraiati sulle sponde del Neckar, sui verdissimi prati all’inglese, che in questa stagione iniziano ad essere ricoperti da foglie gialle e brune, in un’anticipazione dell’autunno. Non è insolito in questo periodo vedere gruppi di giovani, anche con i bimbi piccoli, impegnati in appetitose grigliate di carne proprio sulle rive del Neckar a partire da metà pomeriggio. Alzando il naso all’insù si apprezza la maestosità del castello, lo Schloss, del XIII secolo. Era una fortificazione gotica del casato dei Witteslbach, poi nei secoli fu più volte rimaneggiato ed ampliato fino a divenire una delle più belle residenze rinascimentali tedesche, oggi purtroppo conservata solo in parte. La parte più antica rimasta è il Ruprechtsbau (del 1400); interessante da visitare il museo dell’officina farmaceutica (Deutsches Apothekenmuseum) che si trova all’interno dell’Ottheinrichsbau, uno degli edifici più d’impatto dell’intero complesso del castello. Una curiosità: qui si trova la botte di vino più grande del mondo che ha una capienza di 221.726 litri.

Per dormire ci sono soluzioni per tutte le tasche, ma da segnalare è la Haus zum Ritter, che prima di essere un lussuoso hotel, fu la casa di un ricco mercante di tessuti, costruita nel 1592 in stile manierista tedesco. La prestigiosa Università, la Ruprecht Karls Universität è la più antica della Germania, fondata nel 1386 per volere dell’elettore che le ha dato nome, Ruprecht I. L’edificio dell’Università antica (distrutto verso la fine del 1600 dai Francesi e ricostruito nel 1700) è proprio nel cuore del centro storico. A poca distanza si trova anche la biblioteca dell’Università (UB), ospitata in un palazzo imponente che conserva e mostra manoscritti antichi e miniati, e che con i suoi oltre due milioni di volumi è una delle più grandi biblioteche della Germania. Viene da sorridere guardando quanti giovani affollano la biblioteca giorno e sera fino a tardi e pensando che in altri tempi invece gli studenti venivano costretti a studiare con la forza, perfino con il carcere (da vedere lo “Studentenkarzer"
Le colazioni ad Heidelberg si consumano con calma, leggendo il giornale e chiacchierando davanti ad un pezzo di torta golosa come la Wiskey-Torte o la Sacher-Torte del caffè Schafheutle (www.cafe-schafheutle.de), storica pasticceria di fianco alla Providenzkirche, chiesa dove spesso vengono eseguiti interessanti programmi da concerto di musica sacra per organo. Se la giornata dovesse farsi più fresca si può provare una tazza di cioccolata calda da YilliY (www.chocolaterie-heidelberg.de), con sottofondi musicali rilassanti e ricercati. Per il viaggiatore più malinconico e allo stesso tempo per il più atletico si può consigliare la “Passeggiata dei Filosofi” (Philosophenweg): dalla zona di Neuenheim, sulla sponda del Neckar opposta a quella del centro storico, inizia un sentiero che sale sulla collina dello Heiligenberg. Lo si può percorrere a passo lento da filosofo, oppure correndo o in bici, per i più sportivi. In entrambi i casi durante l’ascesa è da fare qualche sosta nelle terrazze panoramiche a contemplare la magnifica vista dello Schloss e della città di Heidelberg dall’alto, preferibilmente scambiando con il nostro amato uno “Studentenkuss”, ovvero un bacio dello studente, o bacio di Heidelberg (www.studentenkuss.com), che non è altro che un disco cioccolato e wafer davvero goloso. E per chi volesse magari potrebbe esserci anche un bacio vero. Quello senza patria.
(articolo tratto da TGCOM)
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« immagine » Heidelberg sarà sempre nel mio cuore, questo luogo è diventato lo spartiacque della mia vita, tra la fine della fanciullezza spensierata e inizio dell'età adulta. 90 giorni di bellezze, amori, piaceri ed eccessi... il cui ricordo non mi ha mai abbandonato e vive ancora ben impresso n...
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Saudade

06 maggio 2014 ore 22:34 segnala


Mi ricordo quelle serate passate sdraiati sul tetto, stare in casa era impossibile, i mattoni arroventati dal sole diurno dell'estate facevano ribollire il centro. Ci godevamo la leggera brezza della notte, ci abbronzavamo sotto i raggi della luna bevendo birra ghiacciata, la musica di sottofondo accompagnava i nostri discorsi fino all'alba. Quella luminosità incerta che dapprincipio faceva piano piano capolino tra le colline all'orizzonte, era l'inizio delle giornate degli altri, per noi no invece, quel momento era il segnale che era giunta l'ora di andare a dormire.
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« immagine » Mi ricordo quelle serate passate sdraiati sul tetto, stare in casa era impossibile, i mattoni arroventati dal sole diurno dell'estate facevano ribollire il centro. Ci godevamo la leggera brezza della notte, ci abbronzavamo sotto i raggi della luna bevendo birra ghiacciata, la musica ...
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06/05/2014 22:34:35
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