Probabilmente era ad un passo dalla fine. Non che ne fosse certo, ma la precarietà di tutto ciò che lo circondava glielo faceva credere. Luci che si accendevano per poi spegnersi subito, grida disumane che lo facevano rabbrividire, e poi il livello dell'acqua era talmente alto che lo stava per soffocare. La fine. Non era nemmeno più certo di che cosa fosse poi, la fine. Cercò di radunare nella sua mente tutti i ricordi più belli, ma si accorse con orrore che quanto più si sforzava di ricordare, tanto più la cosa gli risultava impossibile. Come se vedesse strappare via le pagine del libro della sua vita una dopo l'altra, sempre più rapidamente. Come se una mano ignota ghermisse la sua mente facendone sanguinare via ogni cosa. Si sforzò di credere che tutto fosse solo un brutto sogno, ma paradossalmente si accorse di non essere più in grado di pensare. Il buio era impenetrabile, ma in quel poco di mente che gli era rimasta gli balenò il ricordo di Burroughs e della droga, cercò di sforzarsi ancora e nel mare della sua mente riaffiorò il ricordo di Ivan che ammazzava il padre. I pontefici che ammazzavano dio. Elefanti che mangiavano margherite in un deserto fiorito. Sentì senza capire che stava scivolando e qualcosa gli disse che non ce l'avrebbe fatta ad aggrapparsi. Era quindi questa la fine?
Un punto bianco.
I suoi occhi sebbene quasi del tutto chiusi videro quel punto bianco. Forse la fine era quel punto bianco che diventava sempre più grande accecando i suoi occhi e cancellando la sua mente.
Non c'era ormai più nulla da fare. Era nato. E si mise a piangere.