ella, cammina senza rumore sulle mie rime,
aggiungendo ai miei piedi , il suo piede egizio,
davanti al suo dolce profilo che trovo sublime,
assorbo i suoi sogni che diventano i miei.
ha un bel colore come il candore di un giglio,
la vedo malgrado tutto attraverso le mie rime,
il tessuto che la avvolge presenta delle nobili pieghe,
là, dove la bellezza del suo corpo diventa intimo.
lei è molto giovane, quasi una bambina,
il suo fascino non è senza un certo imbarazzo,
è dolce vederla, stasera mentre scrivo,
quando spinge la mia penna alla sbadataggine.
il suo ingenuo sorriso nasconde profondità,
ed una parte di me stesso, rimane segreta,
il suo scibile così sottile si mischia con la mia felicità,
non so se l’incanta o se sconfina.
è un suono cristallino che tintinna nella sua voce,
rendendola fiabesca e più soave,
con lei penso alle muse di una volta,
ascoltando la sua parola che mi rende schiavo.
La sera scende frettolosa, io piccolo scrittore,
rabbrividisco e i miei scritti si velano di ametista,
e, il presentimento della prossima primavera,
non si addice, alla sua grazia triste.

”La Musa” di Picasso Pablo
p.s. In questo mondo tormentato
quante penne scrivono poesie?
E, quante di esse, vengono lette?
Malgrado ciò, le nostre muse ci sono sempre fedeli,
e non ci abbandonano.
Complimenti e Applausi a Loro!