
Non posso fermare le lacrime stasera: il mio cuore è straziato per una giovanissima vita spezzata, per un fiore appassito ancor prima di sbocciare.
Aveva solo 5 anni Rayan, giocava, come tutti i bambini della sua età dovrebbeo poter fare.
Ma quel gioco era il suo appuntamento con la morte.
Quattro giorni prigioniero nel ventre della terra, abbracciato solo dalle tenebre fredde e dalle rocce umide.
Chiamava il suo papà, forse gli chiedeva di giocare a palla, come tante volte avrà fatto, ricevendo sempre la stessa risposta frettolosa "ho da fare".
Chiamava la sua mamma, forse le chiedeva di preparargli le frittelle con il miele che adorava, ma che poteva mangiare solo nel giorno del suo compleanno.
Ha pianto Rayan, e nessuno asciugava le sue lacrime che finivano per seccarsi sul suo visino smagrito.
Ha sognato Rayan, di rivedere i raggi del sole che, in fondo a quel pozzo, proprio non sapevano scendere.
Piccolo angelo, siamo arrivati tardi.
I tuoi occhi si sono chiusi per sempre.
Comunque si chiami quel Dio che ti ha accolto, io lo prego che ti tenga sulle sue ginocchia.
Te, come tutti i bambini che silenziosamente lasciano ogni giorno questo mondo.