Ricordi di un prete guerriero.

02 maggio 2025 ore 04:17 segnala
Si dice che prima di morire un uomo riviva i momenti importanti della sua vita in un susseguirsi di immagini. Questo mi succede tutte le sere, sedendo di fronte al fuoco, poco prima di coricarmi. Sono in viaggio assieme ad un gruppo per l'ennesima missione contro il Caos, impersonificato in una strega contadina, stavolta.
Il Caos, quell'abisso da cui nascono i venti della magia. Alcuni bramano i suoi doni, come la capacità di vedere e manipolare quei venti per plasmarli in forme ed effetti con cui appagare i loro desideri. Lentamente ne vengono corrotti sia nel corpo che nell'anima, distorcendosi in forme demoniache che alla fine collassano su se stesse. Il Caos è male, e nessuno dovrebbe accettare il dono del Maligno.
Eppure, nonostante l'evidente pericolo che rappresenta, molti preferiscono abbracciarlo, considerandosi abbastanza forti da poter rischiare. L'orgoglio, la presunzione, l'arroganza sono i peggiori difetti che un uomo possa avere, rendendoli ciechi sul loro destino.
Così nascono i circoli di cultisti che non paghi di avere un dono casuale, lo cercano attivamente, desiderandone sempre di più, arrivando a osceni rituali per evocare entità da quell'abisso recanti promesse di potere e dominio. Di loro non mi disgusta tanto la cieca stupidità dei loro intenti, quanto la totale mancanza di scrupoli per raggiungerli. A loro porto la giustizia di Sigmar.
Sedendo a terra, tra le fiamme del falò intravedo un ricordo. I miei genitori che discutevano per l'ennesima volta, sempre per lo stesso motivo: la partenza di mio padre per qualche altra caccia alle streghe, che forse sarebbe durata settimane, forse mesi. Mia madre esasperata che grida: "è più importante combattere il Caos che star con la tua famiglia? Crescere i tuoi figli?", "il Caos è una piaga che minaccia il mondo. Proteggendo il mondo, proteggo te e i nostri figli", era solito rispondere con la sua voce profonda ed aspra, per poi partire senza una parola. Così cominciava un altro mese di solitudine per nostra madre, persa nella paura di non vederlo più tornare, risentita che l'uomo che amava mettesse la sua fede più in alto della sua famiglia, che lei e noi venissimo dopo Sigmar.
L'immagine trema e scompare, mentre vengo riportato alla realtà da mio fratello che alimenta il fuoco con qualche ciocco di legno. Vedo il suo viso teso, tirato. Non so se ricordi quanto successo. Non glielo mai chiesto ed era piccolo all'epoca. Forse sì, ma non ho mai voluto rievocare quanto accaduto. Finisco di mangiare la mia spartana razione da viaggio, per poi coricarmi, sperando in un sonno senza sogni.
La sveglia è all'alba, come tutti i giorni, annunciando una giornata piena di pratiche ripetitive, di un gruppo che sembra non aver gioia di vivere, forse per la natura della nostra missione, forse per il temperamento, forse per altro. Qualcuno tra i più giovani prova talvolta a intavolare un dialogo o almeno una chiacchiera, ma in genere durano poco, scontrandosi con un muro fatto di impenetrabile silenzio. Poi arriva la sera, ognuno con la sua razione, ognuno con i suoi ricordi.
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Si dice che prima di morire un uomo riviva i momenti importanti della sua vita in un susseguirsi di immagini. Questo mi succede tutte le sere, sedendo di fronte al fuoco, poco prima di coricarmi. Sono in viaggio assieme ad un gruppo per l'ennesima missione contro il Caos, impersonificato in una...
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02/05/2025 04:17:28
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Commenti

  1. Kayoka 02 maggio 2025 ore 04:17
  2. EtruscanLady 02 maggio 2025 ore 08:48
    Argomento molto strano e particolare, preferisco non commentare quando non conosco e non arrivo a comprendere la vera finalità di ciò che hai esposto.
  3. Kayoka 02 maggio 2025 ore 12:25

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