
Nel chiostro delle somiglianze,
mani si annodavano,
e nel sole impietoso che spoglia di tutti i silenzi
ti ho amato,
fra foglie d’aranci e brillanti maioliche.
La tua presenza, ancor prima dei tuoi occhi.
E divenni albero…
Ti ho sentito scorrere linfa dalle radici
al mio seno,
avvolgendo di fronde arcate e colonne,
tutto ho raccolto nella follia dei rami.
E divenni terra, scavata dalle tue mani
tra umori che sanno di vita e di morte insieme.
E profumi di quiete.
L’acqua per la mia gola riarsa divenisti,
la vita che mi asseta.