Lo straccio, la nonna, lo strazio...insomma tutte noi insieme ce ne andiamo a letto.
Un gran film, una bellissima canzone, un dubbio amletico: WHERE IS MY MIND?
Dei Pixes il film va da sè, vi offenderei.
E' facile definirmi. Ho vissuto come un pazzo. Ho amato cose senza nessun sentimentalismo. (F. PESSOA)
Autore: lamadilunaLo straccio, la nonna, lo strazio...insomma tutte noi insieme ce ne andiamo a letto.
Un gran film, una bellissima canzone, un dubbio amletico: WHERE IS MY MIND?
Dei Pixes il film va da sè, vi offenderei.
Mi sveglio la mattina, le azioni coordinate come il balletto del Bolscoj, i minuti contati per fare colazione, mi riduco a guidare con la brioche in bocca, il verso che mi viene sempre più spesso in mente è quello di Guccini "nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento", torno a casa sfranta, mi spalmo sul letto, le ultime forze sono per infilarmi il pigiama e soprattutto non sogno neanche più...ecchecaxxxx Devo essere finita in un racconto di Asimov dove gli androidi hanno preso il posto degli umani.
Rivoglio il mio tempo, il piacere di una passeggiata a zonzo senza meta, stiracchiarmi nelle coperte la mattina e poter avere il privilegio di dire e oggi cosa faccio?
Decisamente sono tutti sintomi della terribile, famigerata sindrome del Bianconiglio...
E' tardi è tardi è tardi...
E' sempre tardi e a fine giornata non so dire dove è finito il mio tempo, fra le pieghe delle mie ingomranti cartacce o nella voce squillante della terribile Regina di Cuori.
UFFF PARTITO UFFICIALMENTE IL CONTO ALLA ROVESCIA PER LE VACANZE DI NATALE...MENO 12
Il 6 dicembre 2008 resterà una data storica nel mio personalissimo annuario degli eventi. In occasione dell'omonimo ponte l'Immacolata ha fatto il miracolo. Ho passato le ultime 48 ore in compagnia dei miei genitori. Bella forza penserete voi e invece no è davvero un evento straordinario. Mio padre e mia madre sono figure mitologiche: metà uomini e metà tana. L'ultima volta che hanno fatto un week end fuori risale ai tempi del giurassico più o meno. Già molti anni fa io e mio fratello li avevamo ribattezzati con una certa lungimiranza Yoghi & Bubu, per il loro tenace attaccamento alla tana, al calduccio, al camino e alle ciabatte. Papà è un iperattivo ma spende tutte le sue energie nel lavoro, per cui il poco tempo libero lo passa col naso infilato in un giornale e il divano di casa ha ormai preso la sua forma. Mamma invece ai primi sentori di inverno si arrotola tipo baco in una copertina di pail e più che parlare mugula o sbuffa perchè fa troppo freddo. Fa troppo freddo a qualsiasi latitudine per lei. Da piccola sapevo che era inverno quando le vedevo indossare il maglione di lana turchese fatto da nonna, diventava una sorta di muta, di pelliccia. Tornava la primavera quando il maglione finalmente spariva inghiottito dall'armadio.
Mentre gli andavo incontro sul binario ero divertita e emozionata come se andassi ad un appuntamento amoroso. Da quando vivo a Bologna non erano mai venuti a trovarmi. Mi sono divertita come una matta fin da quando li ho visti scendere dal treno, bardati come astronauti per l'allunaggio. Sciarpone, piumini, cuffia di lana in testa. Forse pensavano davvero di arrivare a Sanpietroburgo.
La cosa meravigliosa è che fa davvero freddo in questi giorni a Bologna, anche se ci sono ancora delle belle giornate di sole. La versione Dolomiti insomma ha scatenato il freddo. Devo dire che mi hanno fatto molto felice perchè so, orsi e pigri come sono, quanto deve essergli costato infilarsi sul treno e venire "su al nord".
Mio padre ha avuto per tutto il tempo i peli della barba dritti come stalattiti. Mentre mamma non si è tolta la sciarpa nemmeno per andare al bagno. Stamattina mentre preparava i bagagli la sentivo che sbraitava scherzando a mezza voce...sembra la Siberia...in Siberia dovevi venire a vivere!! Come fa a piacerti qui, ci mandavano i dissidenti in confino.
Che spettacolo Yoghi&Bubu, più di una volta mi hanno sorpresa in questi giorni, quando per esempio incuriositi si sono fermati a mangiare un kebab (!) mio padre che è uno strenuo difensore della pasta al sugo, un purista dell'involtino col ragù. O quando al bar vedendo il minuscolo bicchierino d'acqua che danno insieme al caffè (da noi te ne danno un secchio senza che la paghi) ha chiesto candidamente al barista se fosse grappa.
Qualche difficoltà l'ho avuta solo la sera al momento di andare a nanna. I miei si sono prodotti in un virtuoso concerto per trombone e controfagotto, con papà che si riservava gli assoli e gli acuti e la mamma che lo accompagnava in un costante contrappunto per i toni più bassi...marò non ho chiuso occhio.
Quando li ho accompagnati in stazione nel pomeriggio li ho presi in giro per tutto il tempo chiamando papà il dottor Zivago e mamma Lara.
Morale della storia: niente week end in trentino,niente mercatini di Natale di Bozen, domani torno a scuola con occhiaie tipo panda...ma sono tanto tanto felice che quella scombinata coppia dei miei genitori sia venuta a trovare la figlia "emigrante" a cui per tanto tempo non avevano perdonato il suo ritorno qui. Penso che sarà un bel Natale questo
Per capire chi è Ritiana bisognerebbe sdraiarsi su un lettino e cominciare da lontano... da quando per esempio le chiesi da dove venisse fuori quel nome così strano aspettandomi una risposta banale del tipo avevo una nonna molto esotica. Invece tirò fuori una storia che sembrava scritta dalla Allende, con tanto di mamma preoccupata per la gravidanza difficile (Ritiana rompeva i coglioni già in fase prenatale) che per tenere fede ad un sogno premonitore alla vigilia del parto l'ha battezzata così. Oppure del meraviglioso racconto di quando da piccola la sola cosa che avesse imparato a scrivere senza errori era la frase IO SONO RITIANA e per festeggiare questa nuova abilità imbrattò tutti i muri del nuovo condominio dove si erano trasferiti da poco...una volpe eh? Più che un aneddoto era un'ammissione di colpevolezza. Perchè Ritiana è rimasta così, una bimba simpatica, ironica un pò imbranata e incapace di nascondere le cose. Oggi è il suo compleanno, è nata 3 giorni e 5 anni dopo di me e questo è il mio modo di farle gli auguri. Ritiana è una mia collega di lavoro di quelle che ringrazio il cielo di aver messo sulla mia strada e con le quali il rapporto umano non finisce appena suonata la campanella. Viaggiamo insieme la mattina e lei allieta le mie giornate con aneddoti buffi sulla sua presunta sfiga, con puntuali analisi metereologiche del giorno e di quelli a venire (frasi del tipo: domani piove, mi fa male la mano destra. Oppure: portati l'ombrello domani che poi ti ammali e non dire che non ti avevo avvertita..) Parliamo anche di stitichezza (che combatte ogni giorno come un paladino di altri tempi) e di tutti i rimedi a tutti i possibili mali e acciacchi fisici. Ritiana sembra la curandera dei villaggi degli indios amazzonici, una vera autorità in materia. Ti tocchi un pò la gola e lei dalla borsa alla Mary Poppins (rigorosamente abbinata al vestito) tira fuori il rimedio adatto, scientifico o omeopatico che sia.
Prima ho detto che è un pò imbranata, ma ho sbagliato termine, sembra solo che le capitino tutte a lei. E' un pò ansiosa la bimba glielo ricordo sempre quando la lascio sotto casa e un pò ipocondriaca, ma in una maniera non irritante auto ironica.
Stamattina per il suo compleanno prima di uscire di casa le mando il segiuente messaggio: Auguri Audrey de noartri (per la somiglianza con la Hepburn), buon compleanno. Ci stiamo tutte chiedendo se come regalo preferiresti Brad Pitt vestito solo di 2 gocce di Chanel o una peretta tempestata di diamanti disegnata esclusivamente per te da Cartier :-)
invece del sms di risposta mi arriva una chiamata. Passo sotto casa sua e la trovo fuori, con l'aria tutta agitata...
C'è una perdita di gas nelle condutture della strada che finisce proprio nella mia stanza...ecco che cos'era quell'odore di tartufo che sentivo da giorni!!! Ti rendi conto che potevo saltare in aria o morire asfissiata nel sonno (Ha un pò l'inclinazione al melo, non so se lo avevate capito)
Beh Riti comunque buon compleanno...
Grazie ci vediamo dopo a scuola?
Volentieri, mica mi vorrai saltare in aria proprio oggi? Vuoi una sigaretta?
l'espressione tra il truce e il divertito che è seguita accompagnata da una parolaccia non si possono ripetere, ma lei lo sa che mi deve sopportare così come sono.
Buon compleanno Riti....:many
Leccavo la mia tristezza
credendola una ferita. Era il freddo metallo di un corrimano da tram Era lana pungente di un cappotto premuto addosso a ripararsi dalla notte. Crudele come la verità esatta come un orologio implacabile come il tempo graffiante come sabbia come un nome rimasto in gola. Leccavo la mia tristezza credendola pioggia sul parabrezza. Movimenti meccanici la spazzolavano spostandola da un lato all’altro la moltiplicavano in mille gocce. Più che scacciarla in realtà la pettinavo prendendomene quasi cura. Al primo angolo mi aspettava come un ladro di caramelle o una puttana infreddolita. Era un cucciolo di iena che mi cresceva dentro e come se la rideva quando aprendo una porta qualunque l’avevo trovata a fare l’amore con la mia assenza.Ripensavo l'altro giorno con quanta grazia Greta Garbo si abbandonasse sfinita su una poltrona nel film La Signora delle Camelie oppure con quanto pathos Eleonora Duse, chiamata a interpretare sul palcoscenico lo stesso ruolo, si aggrappasse alle tende della scenografia per rendere l'idea del dolore fisico unita a quella dell'abbandono di "piccola minchia" Arman Duval.
Ci ripensavo per rimarcare quanto poco fosse credibile tanta eleganza dei movimenti rapportati ad uno stato di malattia. Infatti su di me il più piccolo bacillo ha l'effetto di annientare la già poca grazia che posseggo. La mia femminilità va in vacanza a Rio e aspetta che io sfebbri per tornare. Così un'estranea mi si aggira per casa e se la incrocio nello specchio del bagno non la riconosco.
Pigiama in pail (perchè ha freddo) calzerotti morbidosi e sfacciatamente colorati (perchè quando si ammala ella ha una regressione infantile) questa estranea vagolava da qualche giorno nella mia stanza con un termometro sotto un braccio e un libro di Alice Munro da finire nell'altro. No non aveva decisamente niente a che fare con la Garbo. Lo struscio delle ciabattine nel corridoio richiamava alla mente più truci figure...Mariangela Fantozzi o Selma Simpson per esempio.
Questa sconosciuta, che dicono mi somigliasse, ha avuto la febbre alta due giorni e una tonsilla improvvisamente trasformatasi in una zucca in gola, sicuramente un sortilegio per cui per l'intera durata della degenza si è nutrita esclusivamente di pappine, minestre, cremine e brodini tutti accompagnati da un tripudio di suoni senili: risucchi e schiocchi di lingua. Che bei momenti... che bel week end.
Essendo la febbre alta, il primo giorno la nostra Signora dei Carciofi ha avuto persino un momento mistico di delirio, e siccome nelle lezioni di storia la nostra eroina sta spiegando i dinosauri ai suoi giovani allievi, la sua prima notte di febbre l'ha trascorsa con un simpatico stegosauro che le andava su e giù nella testa, accompagnato da un fragoroso rumore di zampe e alberi lacerati al suo passaggio.
Per rendere l'incubo perfetto una manina dall'ultimo banco si sollevava timida e poneva il terrore di tutte le insegnanti: la domanda a cui non sai rispondere. Il piccolo paleontologo chiedeva candido: "che verso fa lo stegosauro?" e alla mia risposta non è possibile saperlo sono animali estinti, nel sogno attaccava come per magia la musichetta della Prova del cuoco " Il coccodrillo come fa" con la Clerici che cominciava a sculettare.
Bene.Capirete che al mio risveglio, seriamente preoccupata da questo incubo potevo fare due sole cose: chiamare un analista yunghiano o prendermi due giorni di malattia.
Ho optato per la seconda e il terzo giorno, come Lazzaro, sono risorta.
Una canzone spettacolare. Un inno celebrativo per i "capoccioni" come me
Vi prego di apprezzare in particolare l'assoluta mancanza di accenti dialettali della canzone.
Dalla geniale ironia di Daniele Silvestri, Testardo. Colonna sonora di Novembre
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Scrive dal: | 03/01/2007 |
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