Che tipo di nave siamo?

21 giugno 2008 ore 16:06 segnala
Conosco delle barche

che restano nel porto per paura

che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto

per non aver mai rischiato una vela fuori.

 Conosco delle barche che si dimenticano di partire

hanno paura del mare a furia di invecchiare

e le onde non le hanno mai portate altrove,

il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

 Conosco delle barche talmente incatenate

che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare

per essere veramente sicure di non capovolgersi.

 Conosco delle barche che vanno in gruppo

ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po’

sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.

 Conosco delle barche

che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,

ogni giorno della loro vita

e che non hanno paura a volte di lanciarsi

fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

 Conosco delle barche

che tornano in porto lacerate dappertutto,

ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole

perché hanno condiviso anni meravigliosi.

 Conosco delle barche

che tornano sempre quando hanno navigato.

Fino al loro ultimo giorno,

e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti

perché hanno un cuore a misura di oceano.

(Jacques Brel)

9541581
Conosco delle barche che restano nel porto per paura che le correnti le trascinino via con troppa violenza. Conosco delle barche che arrugginiscono in porto per non aver mai rischiato una vela fuori.  Conosco delle barche che si dimenticano di partire hanno paura del mare a furia di...
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21/06/2008 16:06:59
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Commenti

  1. lamadiluna 21 giugno 2008 ore 16:18

    A tutti per il vostro caloroso bentornata. Ack, Musica ribelle, Duca e tutti quanti passano da queste parti. Con amicizia e immutata stima, semplicemente grazie.

    Questa canzone di Jaques Breil la dedico a me e a tutte le persone che questo meraviglioso testo mi ricordano.

    Ciascuno di noi si riconoscerà in una almeno delle barche descritte.

    Buona giornata:hop

  2. musicaribelle 22 giugno 2008 ore 04:42
    almeno nel testo, non la conoscevo, cercherò la musica per sentirla :-)
    per la domanda posta nel titolo del blog ... non credo si sia sempre in un modo.
    spesso siamo navi diverse nei periodi della vita :-)
    come sono io ...  devo pensarci, voltarmi indietro per capire, guardare avanti per scorgere, fermarmi a guardare il presente per decidere :-)

    ma fermandomi un momento nel presente :-)
    un giro nel tuo bel blog lo faccio sempre ;-)

    buona domenica :-)

  3. doctorgei 22 giugno 2008 ore 09:46

    ...io sto in rimessaggio, devono catramarmi, facevo acqua un po' dappertutto....

    ciao.. :ronf

    Nanni

  4. tancredi55 22 giugno 2008 ore 10:30
    .....,una Domenica d'estate con luce, caldo, musica del mare e relax per tutti noi.........con l'anima e il corpo disposti a fare il "pieno" di meraviglie dopo questo inverno di pioggia .Un:bacio Manlio:fuma e ricordatevi sempre....Grrrrrrrrrr....................:cuore
  5. Braccobaldobauu 22 giugno 2008 ore 16:00
    Una composizione  del cantautore belga, che, con l'intento di fare poesia pura, ha prodotto solamente una accozzaglia di "righi" che affondano nella scontatezza di quelle barche metaforiche.
  6. sgurz74 23 giugno 2008 ore 00:56
    è piaciuta, ma certo non sono un esegeta del cantautore, dunque taccio,(tranne che per il coro dei "bentornata"). Nonostante mi senta abbastanza "navigato", io vivo sempre con un po' d'ansia le nuove sfide, in particolare, da bravo terun, le partenze. Forse perchè in qualche modo mi mettono, di virata in strambata, di fronte alla totale responsabilità di me stesso. Per fortuna, per non beccarsi il boma in fronte, basta solo stare un po' attenti.
    Buona navigazione, ciao.
  7. casavianello 23 giugno 2008 ore 09:20

    per mia natura, e credo tu lo sappia benissimo, non riesco a rimanere nel porto: sebbene la paura del vento o di una tempesta improvvisa ci sia sempre preferisco quella alla paura di rimanere incatenati rischiando di arruginire....

    baci

  8. Duca.theKnight 23 giugno 2008 ore 11:27

    ... è navigare. Sempre

    ;-) :bacio

  9. lamadiluna 23 giugno 2008 ore 14:55

    Io invece devo essere un piccolo naviglio, intrepido e timoroso allo stesso tempo, probabilmente sopravvaluta le sue forze lasciandosi sedurre dalla vastità del mare che lo attrae con forza e lo spaventa allo stesso tempo. La mia nave non è in porto e non è nemmeno alla deriva. Piuttosto ferma a largo in mezzo alla bonaccia. Aspettando un alito di vento a riempirle di nuovo le vele a farle tagliare l'acqua senza chiedersi dove finisce il viaggio e cosa c'è dopo l'orizzonte.

    Solitamente c'è solo un altro orizzonte semplicemente più lontano e forse la vera attesa è la terra su cui attraccare e riposare.

    Forse.

    Grazie per i commenti come sempre opportuni ed apprezzati.

    P.s. ehi Braccobaldo anche questo è un punto di vista, forse un pò intransigente su questo testo che sarà sicuramente uno stereotipo dell'abusata metafora del viaggio e delle barche. Ma è un testo felice, ho davvero visto di peggio. Forse è un pò impietoso definirlo "un accozzaglia di righi".

  10. Braccobaldobauu 23 giugno 2008 ore 16:41

    Confermo in toto l' "accozzaglia di righi" vista con l'ottica del puro lirismo poetico....smentisco invece l'epiteto, nel caso  quel guazzabuglio di metafore "barcarole" lo si ponesse in un contesto esclusivamente e rigorosamente canzonettistico...

    p.s. Senza pretenziosi sconfinamenti.. anche i grandi artisti o pseudotali dovrebbero attenersi (o si sarebbero dovuti attenere) comunque, alla vecchia regola del: "a ciascuno il proprio mestiere".

  11. topopigro68 25 giugno 2008 ore 01:53
    amo i miei porti e i miei posti ma almeno per quanto riguarda il lavoro mi sono sempre buttato per fare quello che mi piace e devo dire ch almeno in quello sono stato fortunato visto che la maggior parte delle prsone che conosco lavora solo per lo stipendio e non anche per il piacere che il loro lavoro gli da....ciao dal topo

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