Perchè la voce quando devo parlare di me non esce, non trova la strada dalla gola alla bocca, non conosce le parole. Perchè la prima volta che ho preferito scrivere piuttosto che parlare avevo 8 o forse 9 anni e mi chiudevo in camera per non sentire litigare i miei. Perchè vengo da un vissuto familiare dove le parole pronunciate a tavola si contavano sulla punta delle dita, mi hanno educata al silenzio, non è colpa loro, mi hanno educata a leggere i segnali del corpo,a interpretare le cose non dette, uno sguardo un gesto. Di quell'insegnamento mi è rimasta in eredità una grande sensibilità e una certa intuizione per capire gli stati d'animo delle persone.Era quello il modo in cui ci parlavamo. A casa mia si è sempre preferito far capire piuttosto che parlare apertamente, o litigare piuttosto che discutere in modo positivo, ma credo che sia una realtà identica a tante altre famiglie, niente di drammatico insomma. Mio padre è un uomo di poche parole ma tutte definitive. Ma non ce l'ho mai avuta con loro, sono buoni genitori forse migliori di quello che sarò io. Ho avuto un'infanzia felice, una giovinezza felice e mi auguro anche una maturità serena.Forse certe cose di me io non riuscirò mai a dirle, perchè le ritengo soltanto mie. Inspiegabili agli occhi degli altri, è nella mia natura. Sono introversa sul mio vissuto personale esattamente nella misura in cui sono estroversa e spigliata con gli altri. Chi mi conosce come te Lula, ha pazienza con me perchè sa che è solo contro me stessa che rivolgo questo silenzio. Non è mai per punire o tagliare fuori qualcuno. E poi la scrittura è terapeutica, pensa quanti soldi di psicoanalisi ho risparmiato finora!!:dito4
P.s. Sto migliorando comunque. devi ammetterlo. E' da un anno a questa parte che ho imparato a parlare, qualche volta persino ad incazzarmi e alzare la voce, ma ci vuole anche qualcuno accanto disposto veramente ad ascoltarci Lula. Ti abbraccio, grazie per il bel messaggio che mi permetto di allegare perchè mi ha fatto riflettere ed emozionare molto. Grazie.
credo che scrivere ti possa servire a tirare fuori quello di cui in genere non riesci a parlare, e sono tante le cose che preferisci (o forse ti imponi) custodire gelosamente dentro di te. A mie spese e con tanta fatica sto cominciando ad imparare che parlare, confrontarsi, sfogarsi, urlare e, perchè no, litigare e mandare al diavolo qualcuno più spesso può aiutare te stessa ma anche le persone che ami e che ti amano. La parola parlata, a differenza di quella scritta, ammette replica e apre spazio al dialogo e, probabilmete, aiuta col tempo a capire e a capirsi di più. Tacere, o parlare facendo in modo che gli altri non capiscano, per paura di ferire, per non vivere perennemente con un senso di colpa che delle volte sembra toglierti il respiro, non fa altro che costringerci ad una vita che non è la nostra, che è solo il riflesso di quello che gli altri si aspettano da noi. E paradossalmente si finisce per diventare come le persone che tanto amiamo ma che ci hanno portate ad odiarle nell’amore.
notte amica mia