Ci sono libri che si leggono al momento giusto, quasi come indovinare il momento esatto per staccare una pesca dall'albero e godere della sua polpa zuccherina. Ancora qualche giorno e sarebbe stata troppo matura, di una dolcezza avizzita, già nauseante. E' stato così con Siddartha di Hesse. A quindici anni mi ha aperto un mondo misterioso e affascinante in cui potermi perdere per ritrovarmi. Parlava del Tutto, dell'armonia del mondo,della vita come ricerca continua, di una realtà appena appena nascosta sottopelle, che non si poteva tastare con le mani o guardare con gli occhi, eppure era lì da sempre sotto il tuo stupido naso disorientato dai troppi odori del mondo. Ma riletto ora, ha perso il suo fascino. Non lo ha perso in assoluto. Lo ha perso per me. Troppe cose, altre esperienze, visi, bocche, delusioni, gioie. Troppi anni, troppo disincanto, troppo cinico distacco per trovarlo ancora bello. E' come quando riesci a sposare una donna molto bella, la cui bellezza ti ubriacava, ti disorientava semplicemente starle accanto e poi invece si finisce col dormire dandosi le spalle. Dandosi per scontati.E la buonanotte è spegnere la luce. E solo qualche volta, forse mentre ti radi la mattina presto e gurdi la tua solita faccia assonnata nello specchio..oppure mentre finalmente la vedi la tua bellissima donna ciabattare in vestaglia mentre ti prepara il caffè sbuffando in cucina. Allora forse, se non sei proprio un vigliacco non puoi fare a meno di chiederti...dov'è finito quello che sentivo. Perchè non è tua moglie ad essere meno bella, è solo invecchiata. E non è la tua faccia a sembrarti troppo stanca... sono stanchi gli occhi che la guardano. Sei tu a vedere le cose in un altro modo. Senza senso. Svilite.Vuote.
Non ho voglia di rileggere Siddatha per capire che non mi piace più...ma ho bisogno di sapere che fine ha fatto quella ragazza dagli occhi neri che si infiammavano ad ogni pagina. Devo dirle che Hesse non si sbagliava, che cambiano le metafore e le parole e forse ci sebreranno ogni giorno meno belle...ma la sostanza, la pesca zuccherina è quella: la vita è un viaggio, una ricerca continua...chi smette cercare è già morto...anche se respira.
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