Già da piccola odiavo le Barbie

07 febbraio 2008 ore 23:09 segnala
 

 

 

 

 

 

Quando ero bambina avevo un’amichetta che abitava nel mio stesso palazzo, era la figlia della nostra vicina di casa. Credo che non avessimo assolutamente nulla in comune eccetto l’età, ma questo bastava a giustificare il fatto che giocassimo di tanto in tanto insieme. Ero più spesso io ad andare da lei. Mi ricordo poche cose in realtà di quei pomeriggi e di quella casa. Ricordo per esempio una biscottiera rossa poggiata sopra la tv che io spostavo quasi con la telepatia dopo i cartoni al centro del tavolo perché significava che era ora della merenda.

Liana, era questo il nome della ragazzina, era già una vera signorina rispetto a me. Sedeva sempre composta, portava le treccine e sbuffosi vestitini pieni di volant. Aveva le lentiggini come Candy Candy e non alzava mai la voce. A dirla tutta non ero entusiasta all’idea di giocare con lei, anche se era sempre gentilissima con me. Ma mia mamma si fidava della nostra vicina e quando era al lavoro e voleva dare un po’ di sollievo a mia nonna mi invitava ad andarla a trovare. Non è che Liana non mi piacesse affatto, ma quei modi garbati e quel comportamento sottovoce mi facevano sentire fuori posto, inadatta. Liana possedeva un inquietante servizio da the di plastica rosa con i fiorellini bianchi, credo sia cominciata lì la mia avversione per questo colore.

Quando lo tirava fuori sapevo che ero spacciata, che mi toccava scimmiottarla, imitare i suoi modi da comare in visita di cortesia e “giocare ai grandi”. Quando tirava fuori il servizio di tazzine, automaticamente guardavo fuori dalla finestra sospirando, sperando in un segnale del cielo, nel soccorso di mio fratello, in una chiamata della nonna o estrema ratio nell’incendio della casa. Il mio principale compagno di giochi, il mio solo riferimento del concetto di bambino fino ad allora era sempre stato mio fratello. Per me era normale che i cuscini del salone fossero cavalli lanciati al galoppo, che il divano si trasformasse in una nave dei pirati, che dopo aver guardato insieme l’Uomo Tigre si facesse la lotta cercando di imitare la presa di Antonio Inoki. Io ero cresciuta con queste convinzioni, come poteva competere con tutto questo il servizio da the di Liana? Cercavo comunque di capire quale sottile piacere potesse procurare il versare un liquido inesistente, che tu fingevi di bere scambiandosi chiacchiere e convenevoli ugualmente inventati. Continuavo a pensare quale gusto ci fosse a “giocare ai grandi” se tanto grandi lo saremmo diventati comunque.

Pensavo anche che io ero l’eccezione e Liana la regola, perché non molto tempo dopo quando la mia conoscenza del concetto di Altri Bambini e del mondo si estese e io scoprii che c’erano eserciti di ragazzine con  treccine e lentiggini di ordinanza come fosse una divisa e con lo stesso angosciante servizio da the in camera. Cominciai anche a pensare che c’era qualcosa di sbagliato in me se non apprezzavo queste raffinatezze. Così per molti pomeriggi accettai di buon grado di prendere il the con lei, volevo essere come tutte le altre bimbe, volevo entrare anch’io nell’èlite selezionatissima delle vere signorine. Tradì i giochi con mio fratello e le gare di corsa a chi arrivava prima al muro. Ma mi muovevo con la grazia di un pachiderma in quella stanza satura di un ordine maniacale, dopo giocato con ogni cosa Liana metteva immediatamente a posto ogni gioco nella giusta scatola e senza nemmeno che la mamma si affacciasse sulla porta con aria minacciosa. Avevo davvero troppe cose da imparare. Quella ragazzina mi angosciava.

Poi un giorno capì tutto. Nei suoi giochi non esisteva mai l’imprevisto, l’avventura, il colpo di scena. Mai una volta il the le si rovesciava sulla tovaglia immacolata, mai una volta una piegolina  turbava l’inamidata rigidità dei suoi vestitini. Liana non giocava affatto, Liana si preparava alla vita futura. Il suo era un rigido addestramento, una catechesi, una disciplina militaresca.

A sei anni, mentre pettinava la sua Barbie SposaBella Liana mostrò di avere anche doti di chiaroveggenza e vaticinio. A sei anni, mentre io mi chiedevo se il giorno dopo non avrei dovuto farmi venire mal di pancia per non andare a scuola, lei stava tratteggiando nei minimi particolari, davanti alle mie orecchie incredule, il suo matrimonio. Aveva già deciso come sarebbe stato il suo vestito, che occhi avrebbe avuto suo marito,che pettinatura avrebbe esibito e, senza alcuna esitazione, mi elencò tre diverse qualità di fiori per il suo bouquet. L’unica concessione che fece alla propria infanzia fu immaginare il particolare di arrivare in chiesa su di una carrozza con i cavalli bianchi, ma ancora oggi  penso con terrore che possa aver realizzato anche quell’idea.

Perché mi è venuta in mente Liana in questo grigio pomeriggio di febbraio?

Forse perché invidiavo e invidio solo una cosa a Liana. Non i suoi vestitini vaporosi, non la collezione di Barbie né tanto meno l’orrendo  servizio old British in plastica rosa. La sola cosa che invidio a tutte le Liane del mondo è la capacità di pianificare fin nei minimi particolari le loro esistenze, di sapere con esattezza dove saranno tra 1 anno o tra 10, anche se non si avvererà come immaginavano ma hanno almeno la capacità di immaginarselo. Che si tratti della meta delle prossime vacanze, o di cosa cucinare per cena a Capodanno del 2012, di quanti figli avere e quando averli e con chi. Non è importante il contenuto dei loro progetti, che risulto alla fine banali come quelli di tutti noi. Non è il contenuto che mi interessava, la materia dei loro progetti ma è la modalità, è la capacità di formularli con tale incrollabile e feroce precisione, come Sun Tzu e l’arte della guerra, come strateghi, come investitori finanziari.

Io non riesco mai a immaginare il mio futuro, non ci riuscivo a sei anni e non ci riesco ancora adesso. Ed è un mio grosso limite. Oggi è un limite che mi dà addirittura fastidio; non progetto mai perché la Vita è troppo imprevedibile e sfuggente, ma se non progetti mai ti limiti a vivere forse troppo un giorno per giorno, ti sfugge il gusto di immaginare.

So che non voglio un servizio di the in plastica rosa, ma direi che non basta.

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            Quando ero bambina avevo un’amichetta che abitava nel mio stesso palazzo, era la figlia della nostra vicina di casa. Credo che non avessimo assolutamente nulla in comune eccetto l’età, ma questo bastava a giustificare il fatto che giocassimo di tanto in...
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07/02/2008 23:09:59
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Commenti

  1. esse3 08 febbraio 2008 ore 09:12
    :-)Ciao...io nn le odiavo,da piccola nn ho mai avuto le barbie...appena ho compiuto 18 anni,ne compravo 1 a settimana,adesso ne avro(senza esagerare)una 50ina...per fortuna che ho 3 bimbe...ti lascio una stupenda giornata;-)
  2. incoerence 08 febbraio 2008 ore 09:35
    lei mi nomina sun tzu cosi, d'amblè ! quasi a sproposito. :-))) incoerence
  3. Ack13 08 febbraio 2008 ore 10:20
    chi sogna il suo futuro è un romantico... chi lo programma, con buone probabilità, un illuso.
  4. meteta 08 febbraio 2008 ore 14:14
    Conoscendoti “un po’,così da lontano,di sfuggita”,so bene che la tua non è una crociata ideologica contro la vituperata bambola. 1)non tutte le bambine che hanno giocato con le barbie sono diventate necessariamente delle bambole di fidanzate,mogli soprammobili. Bomboniere da paste e fiori la domenica e relativa uscita per ora d’aria la domenica pomeriggio, come i cagnolini. Alla barbie sono legati tra i miei pochi ricordi sereni dell’infanzia,ognuno di noi ne ha avuta una, i miei problemi erano altri. Alla barbie era legato un rito,mio nonno me ne regalava una per la fine di ogni anno scolastico,le mie amiche erano barbi fior di pesca,barbi sposa,barbi cristal,barbi notte e giorno, avevo poi una barbi ,che aveva dei capelli lunghi,da maria maddalena peccatrice al ritorno dal deserto. Una praticamente per ogni anno dell’elementari.Ero viziata,no…ero coccolata,e non sono cresciuta con il mito del fisico anoressico,e non mi danno l’anima perché i miei capelli sono neri e non biondi. Detto per inciso, mia madre non mi vestiva come un confetto,ed io prendevo le migliori botte per avere la abitudine di riempire, con conseguente allagamento del bagno,la vasca. Riproducevo con ken una specie di laguna blu,o di paradise…Ero una bambina che non odiava niente,strano a dirsi lo so…e soprattutto giocavo con bambini molto diversi tra di loro,anche io come te avevo un fratello,anche io come te guardavo i cartoni animati dell’epoca,e anche io come te ricevo un’educazione diversa,progressista,alternativa.Però tu sai meglio di me che i bambini interiorizzano i vari ruoli che nella vita ricopriranno proprio mediante il gioco…e giocare a fare le donne,le madri o le spose non è sbagliato in se è il riferimento culturale di quel ruolo che vedi che fa la differenza,mia madre il sabato sera andava a teatro,la tua lavorava,entrambe guidavano,entrambe… Pensiamo,soffriamo,viviamo e alle volte neanche ci conviene,ma ne tu ne io, credo faremmo scelte poi tanto diverse. Sul pianificare la vita non ho da aggiungere null’altro se non che sottoscrivo in pieno il commento di ack. Strano a dirsi,ma leggendo il tuo post,mi sono sentita di dire che le scelte sono tutte giuste in quanto tali,casomai è la strada per arrivare a quella scelta che mi perplime…
  5. IberideRossa 08 febbraio 2008 ore 14:32
    ...non ne ho mai voluta una. Un bacio delicato ad Ack13 per il suo semplice ma condiviso commento.
  6. manueladi 08 febbraio 2008 ore 17:22
    ....invece avevo varie barbie, tutte rivisitate da me che ero la loro stilista e hair stylist...ovvero tagliavo i loro vestiti...stile punk/dark e i loro capelli dipingendoli di vari colori fucsia neri blu...volevo delle barbie 'diverse'. La Mattel non le ha mai prodotte...chissaà perchè?????:hihi:hihi:hihi lamamolota chi può fare progetti???chi può veramente permetterselo???non ti sentire la sola...io non posso e non voglio fare proggetti..anche perchè poi la realtà è ben altra e tu ne sai qualcosa...'le aspettative sono sempre migliori!!! ps:io giocavo coi maschietti a biglie, quelle di vetro, perchè le mie 'cosidette'amiche del cuore dicevano che ero troppo cicciottella:dito :ditopoi però quando avevo bambole o giochi nuovi ero al centro dei loro interessi!!! tesorino buona giornata!!!
  7. chiaraoscura 08 febbraio 2008 ore 18:23
    beh, io concordo con te. Io non ho mai avuto figure maaschili da imitare nei giochi. Sono la primogenita e ho una sorella di sei anni più piccola. Ma il mio istinto mi teneva parecchio lontana dai servizi da tè o dalle Barbie da sistemare, dai scimmiottamenti degli adulti (che trovavo ridicoli, proprio perchè "non veri"), così come dalle "programmazioni", seppure per finzione, della mia vita. Sono forse stata sempre cinica, persino da bimba?! ;-) No, penso realista, e, poichè la vita è imprevedibile, è difficile avere delle certezze. Sì, per sentirsi "stabili", non "vacillanti", non basta sapere le cose che non si vogliono o che non piacciono. Baci baci carissima! :-)
  8. lamadiluna 08 febbraio 2008 ore 22:54
    Per Iberide e Ack: avete ragione voi...un tempo mi riusciva più facile sognare, oggi dormo senza riuscire a ricordare cosa sogno. Forse tornerò a farlo, è una cosa che mi auguro con tutto il cuore.0:-) Per Meteta: Abbiamo avuto tutte e due un'educazione altrenativa e progressista....e infatti ne paghiamo ancora le conseguenze..;-) Per Manu:Ero una bimba cicciona anch'io con annessa appendice di amichette stronze e anoressiche, apposta ho imparato la presa dell'Uomo Tigre...:hihi Per Chiaretta: ma quanto mi mancano le Chiaretta's angels, non potresti curare con più frequenza il tuo bel blog? Quando ti fai espellere da Aosta e ritorni ? Mi manchi, un abbraccio:-)))
  9. casavianello 08 febbraio 2008 ore 23:08
    sapere che non avrai mai un servizio da the rosa perchè ti fa vomitare (e magari tornare in mente quella sfigata di Liana...)direi che va bene così. L'importante è che a te basti. Ti racconto questa: oggi sull'autobus, al ritorno dal lavoro, ero seduta accanto ad una vecchietta che ha comincita a parlarmi della sua vita, come fanno molte persone della sua età estremamente sole. Era abbastanza in forma per i suoi ottantanni e diceva che l'unica cosa che le fa paura della vecchiaia è andare fuori di testa perchè per lei significherebbe perdere la dignità. Mi ha detto di essere in fondo soddisfatta della sua vita, di aver fatto più o meno quello che voleva, non proprio tutto ma una buona parte, anche se non aveva fatto chissà quali progetti ma se li era un pò costruiti giorno per giorno. Ma l'unica cosa che la fa sentire la donna più felice del mondo è "quella di essere diventata vecchia senza mai diventare grande". a me a fatto pensare tantissimo questa sua frase. Pensaci anche tu e non sforzati per diventare necessariamente quello che pensi potrebbere essere meglio, se poi non è il meglio per te baci tesoro mio
  10. lamadiluna 08 febbraio 2008 ore 23:16
    Mi sembrava che mancassi tu all'appello. Ti leggo con grande gusto soprattutto nei commenti sul blog di Ack...il commento "inseminator" mi ha regalato veramente momenti di pura ebbrezza..:ok baci a te
  11. anonim72 09 febbraio 2008 ore 10:17
    picevano le barbie, la prima me la regalò mia nonna dopo che mi ero operata agli occhi :-) ricordo come fosse oggi: la prima cosa che vidi, appena mi tolsero la benda, fu il sorrido rassicurante di mia madre; dierto di lei mia nonna che mi porgeva una bellissima bambola avvolta da un tutù bianco... un sogno! Anni dopo, quando mio cugino, per farmi un dispetto, la decapitò, organizzammo un funerale degno di una regina :-) sepolta in un vaso di fiori, accanto ad una coccinella..... non sono mai riuscita a 'programmare' il futuro con la mia barbie, ma quanto mi ha fatto sognare!!!!! Così come mi hanno fatto sognare i modellini di automobili (rigorosamente ford) che ogni tanto mio padre regalava a me e a mia sorella.... così come continuano a farmi sognare i libri e le poesie che leggo con avidità. Così come mi fanno sognare gli occhi dei miei figli che in cui cominciano a crescere desideri e progetti..... Un abbraccio Luna :staff
  12. grimpa 14 febbraio 2008 ore 21:44
    ...Liana e' diventata mia moglie...mi lava.. mi stira...cucina bene....ed e' una brava mamma...prende il the con le amiche..e...conserva ancora le barbie.. :-)))
  13. lamadiluna 14 febbraio 2008 ore 22:02
    Grimpa, bel commento...:ok

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