Il cammino e il bivio

19 giugno 2008 ore 19:11 segnala
Vengo a togliere un po’ di polvere a questo blog e ai miei pensieri che cominciavano ad arrugginirsi al sole di quest’estate che si è fatta aspettare tanto a lungo, come un’amante capricciosa, che adesso che è davanti a me non so proprio cosa dirle, me la contemplerò grata e silenziosa per qualche giorno.

Ho imparato il piacere del silenzio in questi giorni, del ripiegarmi tutta in me stessa come una foglia che si accartoccia o un ghiro che si mette in letargo per resistere all’inverno, per non sprecare più energie. Sono accadute molte cose da quando non scrivo. Serie e stupide, leggere e importanti, piacevoli e malinconiche. E tutte le ho tenute per me perché erano messaggi solo a me stessa. Ultimo indirizzo sconosciuto.

Il momento più importante di tutto questo lungo anno è arrivato. La chiusura dei conti, la stesura dei bilanci sempre approssimativi, forse qualche volta truccati. I miei impegni di lavoro sono finalmente più diradati, sempre più caselline sopra al calendario della mia scrivania tornano bianche. Mi chiedo quasi con preoccupazione: Cosa si fa col proprio tempo libero? Era davvero tanto che non provavo questa condizione. Mi sono dopata di lavoro e di cose da fare, penso anche volutamente, seguendo meccanismi inconsci. Il 26 discuto la mia tesina di fine anno di formazione, mi danno le stellette e una pacca sulle spalle saranno la mia investitura a cavaliere della pubblica istruzione. Sono felice? Non lo so. Sono serena però, e orgogliosa di me perché ho fatto tante cose e spero di averle fatte anche bene, senza dubbio le ho fatte con passione, perché il mio lavoro mi piace.

Poi ci sono le scelte. Le direzioni da prendere. Mi sento come un pellegrino al bivio. A me piacerebbe sempre sapere tutte e due le strade dove conducono, ma così sarebbe troppo facile, non ci sarebbe gusto.

Certo ci sono sempre strade più facili, rettilinei sontuosi, corsie preferenziali. Oppure ci sono sentieri contorti, sassosi, che già a metà strada imprechi con te stessa, ma chi te lo ha fatto fare?

Ecco il silenzio serve anche a questo, a decidere senza pentimenti. A decidere per me stessa a prescindere dagli avvenimenti esterni. Ogni tanto ho paura, o meglio inquietudine. Non solo di prendere la strada sbagliata o di perdermi, ma di trovarmi sempre a percorrere da sola il mio itinerario, il mio viaggio. Ma dicono che è così che si diventa grandi. Mettendosi alla prova, mettendosi in cammino. Non posso più restare ferma. L’immobilità mi uccide lentamente. Tanto nessuna strada è irreversibile, no?

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Vengo a togliere un po’ di polvere a questo blog e ai miei pensieri che cominciavano ad arrugginirsi al sole di quest’estate che si è fatta aspettare tanto a lungo, come un’amante capricciosa, che adesso che è davanti a me non so proprio cosa dirle, me la contemplerò grata e silenziosa per qualche...
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19/06/2008 19:11:59
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Commenti

  1. meteta 19 giugno 2008 ore 20:03
    decisamente no,nessuna strada è irreversibile.
  2. musicaribelle 20 giugno 2008 ore 02:59
    di pensiero e riflessione servono
    ora hai tempo per te, non sprecarlo :-)
    ricordati che la cosa importante al mondo è prendersi cur di noi stessi
    cercare i fare cio che ci fa stare bene :-)
    un abbraccio
    ed è bello rileggerti :-)
  3. Duca.theKnight 20 giugno 2008 ore 08:59

    Sono ripassato varie volte di qui ma... mi ritrovavo sempre la faccia di quel buffissimo nano! Ecco, un'infinitesima parte del tuo tempo libero potresti impiegarla in questo blog, per il piacere di chi ti legge... :-)

    Bentornata e .... ti auguro d'imboccare la strada migliore ;-) :flower

  4. Ack13 20 giugno 2008 ore 09:06
    E' un piacere ritornare a leggerti.

    Strade reversibili? Boh... a volte neanche un singolo passo lo è, altre si può passeggiare sulle stesse orme fino a farne un solco come zio Paperone.
    Ma camminare solitamente conviene. Almeno si è in movimento ed è più facile tenere l'equilibrio. Già... alcune volte è solo questione di equilibrio e riflessi. Perché alcune strade, spesso quelle che ci portano in posti davvero lontani, non aspettano lì immobili che tu le percorra, ma schizzano come nastri trasportatori impazziti trascinandoti via. Diventa una specie di surf :-)

    Ciao Tonia
  5. GeorgeVI 21 giugno 2008 ore 03:39

    Mi sono imbattuto quà per caso, stanco dopo un giorno triste, la tristezza ormai ha preso il sopravvento, io che sorrido sempre e comunque, anche quando i crampi allo stomaco mi invitano a scoppiare e vomitare tutto! E sì che non ho NIENTE DI MEGLIO da fare che condividere con un pc le mie perplessità!....

    Le strade, quante ne ho percorse, tante le rifarei, altre le eviterei, anche se una volta imboccate...

    Io viaggio su un binario molto lungo, e la stazione è ancora lontana!...Ma prima o poi scenderò da questo maledetto treno!...

    Qualsiasi sia la tua di strada, dovunque ti porti ti auguro il meglio...

    Notte!

  6. doctorgei 21 giugno 2008 ore 10:03
    ...io scenderei dalla bici, e mi farei un pisolino... Bentornata... collega. Nanni
  7. topopigro68 25 giugno 2008 ore 02:00
    nessuna strada è irreversibile ma purtroppo il tempo si e quando si sceglie una strada se non ci si accorge in tempo dell'errore tornare indietro si può ma nessuno ti renderà il tempo che hai perso nella tua scelta sbagliata e magari la nostra nuova età potrebbe non permetterci più da fare l'altra strada ma altre che però sono solo dei piccoli miglioramenti ma non il meglio che avremmo potuto avere se avessimo fatto subito quella scelta che magari ci sembrava completamente sbagliata.......Purtroppo nella vita di tutti i giorni,anche inconsciamente,si fanno delle scelte che ci possono cambiare la vita e il destino........ciao dal topo

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