La mela & il Bruco

08 febbraio 2008 ore 23:30 segnala

 

 

 

- Vorrei capirci qualcosa -

  disse la mela al bruco

  che la consumava piano.

- Lo so amore mio, è la mia natura

  devo divorarti il cuore

  per sapere che sapore hai

  eppure senza di te io non esisterei -

- Se hai la pazienza di scavarmi il cuore -

  rispose la mela

- perchè non hai quella

  di aspettare che io cada da sola? -

- Hai ragione - disse il bruco

- adesso sono io che vorrei capirci qualcosa... -

8796653
      - Vorrei capirci qualcosa -   disse la mela al bruco   che la consumava piano. - Lo so amore mio, è la mia natura   devo divorarti il cuore   per sapere che sapore hai   eppure senza di te io non esisterei - - Se hai la pazienza di scavarmi il cuore...
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08/02/2008 23:30:59
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Commenti

  1. mistero318 08 febbraio 2008 ore 23:41
    :-) molto bello questo post complimenti :-) e buon fine settimana :ok
  2. A962 08 febbraio 2008 ore 23:50
    Deliziosa storia...dolce notte :rosa A
  3. dennyharley 09 febbraio 2008 ore 00:22
    il buon bruco dalla cattiva natura non puo' rischiare di aspettare che cada la mela rischiando alla fine di non poter piu' assaporare il grado di dolcezza nella fase piu' appassionante.. mentre la mela soffrirebbe meno nella secca caduta ma sciuperebbe una dolce sofferenza... entrambi non vorrebbero aspettare per capirci qualcosa.. perche' ne avrebbero solo meta'o nulla... ciao e una buona notte ;-)
  4. anonim72 09 febbraio 2008 ore 10:20
    purtroppo si deve vivere, anche se ci consuma il cuore. Non si deve 'cercare di capire'
  5. lamadiluna 09 febbraio 2008 ore 12:07
    il paradosso è che nessuno dei due ha ragione, ma nessuno dei due ha torto. Il paradosso è che non sappiamo fino in fondo chi sia il bruco e chi la mela... Per anonim, un bacio in primis è molto che non ti vedevo passare da queste parti, l'amore si deve vivere sono d'accordo con te, non immaginare di viverlo e un amora per essere vissuto deve essere vicino, non differito o distante o saltuario, altrimenti è sempre come dare solo qualche morso alla mela ogni tanto. Per danny: il tuo commento è bellissimo e mi ha fatto molto pensare, benvenuto nel mio blog..."entrambi non vorrebbero aspettare perchè ne avrebbero metà o nulla" hai colto in pieno il senso della storia diciamo che nella sua Cattiva Natura il bruco preferisce il nulla alla metà un saluto a entrambi
  6. dennyharley 09 febbraio 2008 ore 15:32
    intanto un grazie.... ma di riflesso mi viene un dubbio !! se il nulla e' preferito alla meta' dove si nasconde la bugia nel dire ti amo ? allora e forse piu giusto un ti voglio o ti desidero per passione.... la risposta della meta' la trovo nell'attrazione fisicomentale.... la preferenza del nulla invece nella voglia di possessione senza divisione alcuna con altri portando il fallimento dell'emozione... personalmente sono per almeno meta' ma e' chiaro che essendo sposato la mia puo'sembrare una risposta egoistica.. in realta' e' una scelta inconsapevole dei momenti di emozioni che viviamo ma che in seguito non si riescono piu' a gestire sia nella forma mentale che passionale... bellissima lama.. credo che bene come me tu sappia e conosca che : ""la vita senza emozioni non e' degna di essere vissuta...""
  7. anonim72 09 febbraio 2008 ore 20:02
    è possibile averlo vicino.... la vita di tutti i giorni è molto più complicata di come si vede nei film o si legge nei romanzi.... a volte capita di scoprire l'amore tardi e bisogna accontentarsi solo di brevi momenti
  8. tancredi55 10 febbraio 2008 ore 11:45
    :smile:smile1:smile:ola:koka:bacioManlio:fuma
  9. chiaraoscura 10 febbraio 2008 ore 15:46
    la vita della mela e quella del bruco. Il bruco non potrebbe vivere senza la mela... Se anche l'amasse di quell'amore assoluto che gli farebbe rinunciare alla propria vita per fare "cadere da sola" la sua mela, non sarebbe più vita per lui e la mela cadrebbe... "da sola". L'amore è anche egoismo e DEVE esserlo. La passione è non ragione, attrae e divora. Cosa c'è di più coinvolgente e totalizzante e insieme destruente di un delirio? Complimenti a Dennyharley anche da me.
  10. Eragon1000 10 febbraio 2008 ore 22:57
    ...spero che il week end sia trascorso nel migliore modi. Un abbraccio
  11. Ack13 11 febbraio 2008 ore 00:35
    istinto a divorare anche quando da questo dipende la tua stessa sopravvivenza... Sembra davvero una metafora umana. Ma non c'è dentro troppo ego, troppa cupidigia per associarlo all'amore?
  12. iourto 11 febbraio 2008 ore 16:30
    IL PRINCIPE CHE NON SAPEVA VOLARE Guglielmo era un bimbo come tanti altri, con tanta voglia di giocare e tanta voglia di scoprire il mondo. Poteva essere un bimbo tra i tanti, ma la vita per lui serbava responsabilità e situazioni fuori dal comune. Guglielmo era un principino, e ignorava che la spensieratezza tipica della giovane età, presto sarebbe stata un ricordo. Il giorno del compimento del settimo compleanno, il Re Filippo e la Regina Giulietta, organizzarono per il loro unico figlio, nonché ereditiero al trono, un banchetto degno del loro regno, al quale furono invitati principi e regnanti dei paesi vicino. Guglielmo, vestito con mille pizzi e sfarzi che proprio non gli si addicevano, si apprestava a vivere quella giornata da grande protagonista, con mille timori e un grande imbarazzo. Avesse potuto, sarebbe fuggito, ma, il Re e la Regina, consapevoli dello stato d’ animo del figlio, si attrezzarono in modo che ogni via di fuga fosse impedita. Guglielmo era in camera sua, ormai pronto per la festa di compleanno, la festa che l’ avrebbe definitivamente congedato dal mondo dei bimbi per introdurlo anzitempo nel mondo della politica e delle responsabilità di un Principe. Aspettava come un condannato al patibolo, il momento in cui il ciambellano di corte sarebbe venuto a prenderlo per scortarlo alla grande sala dove gli invitati gli avrebbero tributato gli onori che meritava. Guglielmo aveva un unico pensiero: Fuggire ! La porta era sorvegliata dalle guardie, tutto sembrava perduto. Ad un tratto l’ attenzione del piccolo principe fu attirata da un falcone, che più volte aveva solcato il cielo proprio davanti alla sua finestra. Lo sguardo si illuminò, per un’ istante pensò che la fuga avrebbe potuto avere luogo grazie ad una dipartita dalla finestra. Si caracollò verso quella che poteva essere la soluzione alle sue angosce ma, come colpito dal gelido getto di una cascata in primavera, si fermò constatando che l’ altezza era considerevole e non avrebbe mai potuto tentare un salto impossibile. L’ entusiasmo svanì, Guglielmo si ritrovò ancor più solo, sconsolato e pronto ad affrontare la realtà. Guglielmo era un principe, poteva avere tutto, poteva tentare tutto ma… non sapeva volare. La sua mente continuava a chiedersi il perché non gli fosse stata data la facoltà del volo, la possibilità che avevano gli uccelli e che lui…. Un principe non aveva. In quel momento, accompagnato da una nuvola di fumo comparve nella stanza il grande mago Smeriglio, di cui tanto aveva sentito parlare ma che non immaginava avrebbe mai avuto la possibilità di conoscere. Smeriglio, da grande mago quale era, conosceva il pensiero del principe e prima che questo proferisse parola, gli sorrise e con un colpo di bacchetta magica lo trasformò in uccello. Una forte folata di vento si scagliò contro il castello, l’ impatto mandò in frantumi molti vetri delle finestre e quelle che non furono danneggiate si aprirono, nel tentativo di assecondare quella potenza della natura. Guglielmo adesso poteva volare e la finestra della sua stanza era spalancata, così com’ era spalancata la porta verso la libertà. Guglielmo era un principe che non sapeva volare, un principe che aveva deciso di barattare la ricchezza e lo sfarzo per un paio di ali e per la libertà. M.

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