Ogni dono di sè, temo, è gratutito solo a metà.

21 settembre 2007 ore 14:33 segnala

Gocciolina di rugiada era un'osservazione talmente brillante la tua e stuzzicante che merita un post a parte.

Hai ragione, assolutamente ragione. Qualsiasi dono di sè è garatuito a metà, tuttavia dipende che cosa si chiede in cambio.

Non amiamo per  far star bene un altro, ma per star bene noi attraverso un altro.

Ammetterlo è piuttosto difficile.

L'amore è per definizione egoista, fagocita tutto: chiede chiede, chiede.

Ma perchè questo possa avvenire, perchè la catena alimentare del cacciatore-preda o erbivoro-carnivoro sia rispettata, salvaguardando l'equilibrio del biosistema, occorre che esista qualcuno disposto a dare, dare, dare.

E cosa chiede in cambio questo paladino dell'altruismo?Qualcuno che si lasci amare nel solo modo in cui egli crede si debba amare, con totale ed esclusiva dedizione. Ma non si ama così il primo che ci passa accanto.

Si ama così qualcuno che abbiamo profondamente idealizzato, qualcuno che ci ha scavati dentro un pò alla volta giorno dopo giorno,cercandoci il nocciolo del cuore dove nascondevamo gelosi i sentimenti come un filone d'oro. Qualcuno che ci ha conquistati senza che ce ne accorgessimo, come si scava una galleria nei film di guerra proprio sotto al naso distratto dei Crucchi di turno.

Qualcuno su cui poter riversare la propria devozione, la propria capacità di mettere l'altro prima di se stessi,  di scivolare dietro le quinte se fose necessario, di amare in maniera silenziosa, muta, inutile.

Già inutile. Perchè quello di cui parlo è l'amore idealizzazione, l'amore-fascinazione, l'amore per un "idolo", un' icona.

L'amore di cui parlo è quello che forse resta più a lungo dentro di noi, perchè è quello mai del tutto posseduto, sublimato.

E' lo stesso amore che lega Cyrano a Rossana, o Dante a Beatrice, Pigmaglione alla sua statua o l'attempato e prudente Aschenbach al ragazzetto efebo di Morte a Venezia.

Amori così sono molto più che tragici, come poteva esserlo quello di Romeo e Giulietta, sono ridicoli.

Ridicoli perchè non vengono del tutto vissuti, ma lasciano addosso le stesse vere cicatrici di un amore finito.

Certo l'amore sempre ci espone al ridicolo, perchè ci fa fare cose straordinarie e stupide in egual misura, ma cosa accade se chi ci fa sentire ridicoli  è proprio l'oggetto della nostra passione?

Se è proprio lui a mandarla in frantumi, a fare a pezzi sotto i nostri occhi con le sue mani tutto il nostro paziente lavoro. E' come se il re di Francia avesse squartato la tela della Gioconda sotto gli occhi di Leonardo. Non lo capisci. Non te ne fai una ragione.

Ma se chi amavi è il Piccolo Principe che ti sta lasciando per tornare al suo grande e unico amore? Allora non ti lascia nemmeno la libertà di odiarlo di cuore, perchè te lo aveva detto e fatto capire fin dal primo giorno: io non sono tuo, io non faccio per te.

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Gocciolina di rugiada era un'osservazione talmente brillante la tua e stuzzicante che merita un post a parte. Hai ragione, assolutamente ragione. Qualsiasi dono di sè è garatuito a metà, tuttavia dipende che cosa si chiede in cambio. Non amiamo per  far star bene un altro, ma per star...
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21/09/2007 14:33:59
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Commenti

  1. A.Levante 21 settembre 2007 ore 18:26
    Posso condividere il tuo pensiero nel senso che generalmente è così... Si scambia per amore il soddisfacimento di alcuni bisogni (lo scrissi tempo fa nel mio blog) quali la solitudine, il bisogno di gratificazioni, di tenerezze, bisogni fisici, bisogni di sopravvivenza e nessuno o quasi nessuno, riesce ad amare l'altro per quello che è. Amiamo ciò che noi vogliamo vedere nell'altro e non quello che l'altro è veramente. Amiamo con il ricatto, perchè l'altro dovrà comportarsi come noi ci aspettiamo, altrimenti ne siamo delusi. Amiamo in un modo egoistico, senza amare veramente. Ho sempre detto che io mi regalo, che non sono in vendita ed è così e cerco sempre di avere grande rispetto per la persona che amo, lasciando libertà e non chiedendo nulla... L'amore per un idolo, per una icona è finto, è fine a se stesso, è il piacere di vedersi innamorati, quindi è rivolto non verso un'altro ma solo cerso se stessi.
  2. gocciolinadirugiada 22 settembre 2007 ore 21:09
    Mia cara, ti sono grata per quanto hai scritto. Ho letto e riletto, poi ho scritto qualcosa che non ho spedito. Mi ci è voluto il tempo per metabolizzare, ed ora credo di essere più o meno pronta. Sono parole preziose, le tue, non per l’intelligenza della riflessione, ma perché c’è la vita che affianca ogni pensiero ben espresso. Hai saputo tradurre quello che a me non riusciva. Ho rispetto per i sentimenti, soprattutto quando non fanno star bene. Ma non posso negare a me stessa che tali restano: sentimenti che non aiutano a vivere meglio. Se una sola è l’occasione che mi è offerta di vivere, voglio vivere bene. Donarsi è un modo per sentirsi pieni di vita. Ho avuto un marito. E’ stato per anni un “faro” per me. Quando la sua luce ha iniziato a smorzarsi, giorno dopo giorno, ho fatto ricorso ad un principio semplicissimo, per convincermi che qualcosa doveva cambiare: me stessa. Pur annaspando nel buio, mi sono aggrappata a tutto ciò che mi faceva stare bene. Fino all’epilogo, che non ha tardato a venire. Se è vero che le idee agitano le rivoluzioni, anche nella vita i principi sono quelli che danno il coraggio per impegnarsi nel cambiamento: il giusto contesta l’ingiusto, il sano allontana il malsano. Oggi, per me, è amore un rapporto in cui il dare sia pari al ricevere, con qualche prospettiva di futura serenità. Un rapporto è ingiusto e insano quando uno dei due sente che il suo dare è superiore, accettando tale condizione e creando i presupposti per realizzare un rapporto che non può che peggiorare. Credo sia quello che tu in un passaggio, con uno sguardo sofferto e beffardo, hai chiamato “devozione verso un'icona”. Diciamoci la verità, fuori dai denti e brutale: un tale concetto di dedizione rasenta il servilismo. La mia “Cura” per l’altro è preziosa a tal punto che desidero che sia ricambiata. E’ in questo modo che sento restituita la dignità di quel che offro. Si può donare se stessi ad un amico, ad un bisognoso, ad una “Regina” che si può incontrare per caso alla stazione il giorno in cui si decide il nostro futuro. Ma non posso regalare un sorriso ad un passante distratto, ad un estraneo che del mio regalo non sa cosa fare. E’ ridicolo, hai centrato il problema. L’idealizzazione uccide. L’ho vissuta e sofferta, so di cosa stai parlando, ed ora sono consapevole che idealizzando ci si racconta un mare di bugie. Le cicatrici hanno un pregio: lasciano un segno tale che per timore di averne un’altra cerchi di evitare ciò che può crearne di nuove. Dopo aver idealizzato tanto, si impara a farlo sempre in minor misura. Sono pensieri banali, i miei, frutto di una razionalità egoistica, sono molto lontani dai tuoi. E’ solo apparenza perché in realtà mi sento più vicina di quanto non sembri al tuo modo di sentire. Per questo mi ripeto ogni giorno che la sola maniera che ho per vivere bene è amando me stessa. Per questo cerco ogni giorno di convincere me stessa di quello che ho scritto. Spero, nel percorso, di non perdere la mia direzione. :-)
  3. gocciolinadirugiada 22 settembre 2007 ore 21:11
    perdona, ho commesso un errore nel postare, cancella pure il primo dei due messaggi. Grazie :-)
  4. lamadiluna 23 settembre 2007 ore 03:54
    Per l'appassionato commento che mi ispira molte repliche non so se mandarle a te in un messaggio privato o meno , perchè la cosa potrebbe non interessare anche agli altri, di certo non rispondo ora per due ragioni: sono appannata, i pensieri vacillano e poi ho bisogno di far "decantare" i pensieri. Buonanotte o buongiorno...come tutto è solo questione di punti di vista.:-))
  5. gocciolinadirugiada 23 settembre 2007 ore 11:03
    Quando il sentire è medesimo, le parole diventano volo interiore, dall'alto di questo vedere la prospettiva è nitida anche se sei miope, anche se gli orizzonti sono differenti. Che importa se i nostri piani di volo potrebbero non collimare? Sono solidale nel tuo vacillare, mi aspetto di conoscere il frutto dei tuoi pensieri decantati, in forma privata, mi sembra corretto, abbiamo mychatta, tanto per cominciare. Credo che gli altri potranno alla fine godere lo stesso di quello che questa comunicazione saprà regalarci. In un modo o nell'altro, non siamo soli. :-)
  6. chiaraoscura 26 settembre 2007 ore 16:04
    ... sono rientrata ufficialmente nel blog e mi sono detta: "Ma chi è questa nuova ragazza che visita i miei blog preferiti?". Eri tu! Decisamente una foto che mostra un lato più dolce... L'altra era un po'... "dura", anche se sorridevi. Per ora, mi sono limitata a leggere questo post. Molto bello. E vero. Come fare a non idealizzare un amore? L'amore è non - ragione purtroppo. E in quanto tale, davvero difficile da controllare. Ack parla sempre di preparare dei cuscini così se si cade ci si fa meno male. io penso però che, se si riesce a mettere dei cuscini, allora forse non è vera Passione. Fa meno male ma anche meno bene. Il delirio di volere all'improvviso spendere uno stipendio per essere più bella, il sogno ad occhi aperti su come sarà l'incontro successivo, la tachicardia incontrollabile del bacio divoratore di emozioni... Come si fa a frenarsi e a mettere i cuscini? E spesso queste emozioni sono rivolte ad un' icona... E' vero. Razionalmente, lo sappiamo tutti. Ma, quando ci si finisce dentro, è un tunnel. Non puoi fare che andare avanti e sperare di trovare una luce, o almeno un'uscita, anche se buia.
  7. une.cartouche 29 settembre 2007 ore 22:06
    "Non amiamo per far star bene un altro, ma per star bene noi attraverso un altro." posso dissentire? posso dire:"amiamo per far star bene un altro E per stare bene anche noi". non ho mai preteso di cambiare persone. non ho mai preteso che le persone si adattassero a me. e come dice chiaraoscura mi sono sempre buttato dentro con tutta la passione possibile, perchè la morsa nello stomaco mi diceva di fare così. senza sapere perchè. ma la persona era (in quel momento) QUELLA. e basta. quanto ai cuscini, per me non sono serviti a nulla ... ci volevano dei materassi... e che materassi... mah, forse avrei dovuto usare i permaflex, invece ho usato quelli non di marca e mi sono fatto male.... un abbraccio.
  8. lamadiluna 30 settembre 2007 ore 05:29
    Certo che puoi dissentire une.cartuche ci mancherebbe altro. Forse sei più romantico di me, forse sei meno disincantato di me. Però io la penso così è chiaro che amando per stare bene tu fai stare bene anche l'altro perchè il sentimento è ricambiato alla pari, ma è la motivazione di partenza, la molla iniziale che non parte dall'altruismo... amare veramente è dasiderare la felicità dell'altro sopra la nostra, prima della nostra, sicura di amare così? Te lo e me lo auguro, così il mondo mi sembrerà migliore...un saluto affettuoso. A bien tot cartuche..:ok

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