Il tuo fuoco irrequieto che scorre un dito appena sotto la tua pelle chiara, come lava sotterranea, mi ha trovato molto tempo prima di te.
Ha bussato alla mia porta con i capelli scarmigliati e gli occhi ardenti.
Era affamato e non mi ha chiesto"posso moorderti?". L'ho ha fatto soltanto.
Era indecente e sensuale e non mi ha chiesto il permesso di frugarmi dentro al cuore, eppure gliel'ho lasciato fare.
Ha strappato alle viscere oscure della terra la mia essenza incandescente di ossidiana, il mio desiderio ancora pulsante di gemiti soffocati.
Lo ha portato alla luce, disteso con cura sulla nuda superficie di una roccia e poi lo ha lasciato lì.
A raffreddarsi lentamente. A rapprendersi all'aria.
Fino ad indurirsi
Fino a farsi pietra
Ora si è fatto muto e attento
Ora si è fatto segreto e diffidente.
Voglio un cuore di ossidiana adesso
scuro come i miei occhi, come la notte che ci nasconde senza darci sogni nè promesse d'alba.
Lo levigherò con la cura del tempo, con la punta delle dita che non possono toccarti ne farò un gioiello.
Con la mia lingua che ferisce e predica, con la mia lingua che guarisce e ha memoria del tuo corpo, io ne farò una pietra preziosa.
Dura e dai riflessi cangianti di vecchie lacrime sepolte.
Voglio un cuore di ossidiana
perchè la pietra non pensa
non parla
non si muove
non ricorda
Perchè la pietra non desidera.