Pelle di serpente

09 novembre 2007 ore 11:39 segnala

Per un vizio antico che sempre li avrebbe uniti, continuavano a leggersi, ad inseguirsi tra le righe di ciò che scrivevano senza mai veramente trovarsi.

Cercavano messaggi cifrati iniesistenti, cercavano quello che c'era dietro l'inchiostro, nello spazio bianco tra due parole, soppesando il valore di una virgola piuttosto che di un punto, di una parola e di un suo sinonimo.

Scrivere era per loro un vizio. E come tutti i vizi che procurano piacere esso era irrinunciabile.

Scrittori, che brutta gente. Continuano a confondere vita e scrittura. Perchè si scrive di ciò che si vive, ma non è mai una cronaca. Come sempre scrivere è raccontare una verità parziale, impastata di finzione letteraria, necessaria per abbellire la trama, per renderla avvincente. Si prende solo il meglio e il peggio della vita. Si caratterizzano bene i personaggi, si rendono coerenti si scelgono con cura le parole, si ha quel tempo solo nostro di pensare che nella vita vera, in un dialogo vero ci manca.

Molte volte mi chiedono se quello che scrivo  ha un fondo di verità o se è solo un'invenzione narrativa e a me sempre viene in mente la frase di Pessoa:

Il poeta è un fingitore/Finge tanto completamente/Che giunge a fingere che è dolore/Il dolore che davvero sente.

 

Scrivevano entrambi, da sempre. Ma con modi e ragioni completamente diversi.

Per lui scrivere era come incidersi la pelle con una lama rovente, come scarnificarsi con determinazione e lentezza, come spogliarsi di tutto fino a mostrare la carne viva e poichè non gli bastava, fino a esporre le proprie viscere al mondo e continuare ancora a scavare cercando,se esiste, il luogo dell'anima.

Il foglio bianco era così il recinto in cui rinchiudere il proprio dolore, la frustrazione e  tutta la grandeure del suo ego immenso.

 

Per lei scrivere era esattamente l'opposto.

Scriveva per non mostrare mai se stessa apartamente. Scriveva per diventare altra, per raccontare di sè attraverso le storie dei suoi personaggi,  per baciare attraverso altre bocche, parlare attraverso altri corpi. Il suo linguaggio era criptico, elaborato e seducente.

Scriveva per esorcizzare la sua paralizzante paura della morte. Scriveva per non sparire, per dare voce a tutte le diverse donne che aveva dentro.

Ma paradossalmente lei sentiva di essere molto più vera quando scriveva che nella sua vita reale.

Molte volte nella sua vita era già morta e rinata. Ogni volta lasciava a terra una vecchia pelle, sporca del suo dolore recente e rinasceva. Trovava nuove ali o se le costruiva, che importa se erano fatte solo di piume e pece, se l'avrebbero fatto fare pochi metri soltanto. Che importa se satrebbe di nuovo precipitata nel solito tentativo di avvicinarsi al sole.

Le cose che le accadevano sembravano non incresparne mai la superficie piatta, sembravano non incrinarne mai l'apparente ordine esteriore. Ma la sua vera vita era tutta interiore.

Era quel fuoco che le scorreva appena sotto la pelle, che le percorreva le vene dal collo alla caviglia. Era quel brulichio instancabile che producevano i suoi pensieri, quasi rumorosi, ingombranti. E allora come il percorso di certi fiumi sotterranei, ad un certo punto dovevano venire fuori, sboccare all'improvviso da una crepa della roccia che fingeva di essere o dall'incavo di un terreno che a strati impermeabili ne alternava altri friabili, franosi.

Lui aveva provato a capirla e anche lei. A loro modo come al solito.

Ma non sempre ci si comprende, pur parlando la stessa lingua. A dare nomi al nostro caos interiore, alle diverse sfaccettature dell'anima siamo tutti analfabeti o muti.

Nella vita non c'è mai la stessa coerenza che c'è in un racconto, la trama non è mai lineare, precisa, stabilita. Siamo fili di un tappeto vasto legati ad altri milioni di fili, la trama si confonde, il disegno è troppo ampio, complesso.

Lui le disse - Ritrovati- sembrava una frase buttata lì per caso con la stessa sciatta indolenza con cui tornati a casa gettiamo su una sedia il cappotto. Ma in realtà aveva la precisione chirurgica di un bisturi nella carne.

- Non devo ritrovarmi- rispose lei cercando di riguadagnare la sua solita sicurezza - non mi sono persa.-

Lui: - non perdere quello che di speciale hai dentro, che ti rende diversa-

Troppo facile così, non lo avresti mai scritto in uno dei tuoi racconti. Eppure eccola lì la frase che incide il dubbio come se fossi un tronco d'albero. Eccola la goccia che scava la roccia, che permeava il suo cuore, reso attraverso la disciplina del tempo, come una bella pietra levigata.

Non mi sono persa. Sono la stessa di ieri e di domani. Certamente non la stessa di un anno fa o di dieci.

Il cambiamento è nella natura delle cose e non necessariamente è in negativo.

Non mi sono persa e se è accaduto è stato molto tempo prima di conoscerti.

Io sono come sono, nel bene e nel male. Non ho spiegazioni da dare, scuse da chiedere, promesse da fare o da pretendere. Se mi sono persa, ritroverò la strada ma sarà la mia strada non quella che qualcun altro mi indica come giusta.

Decise che avrebbe continuato a leggerlo e a parlare con lui di scrittura, di arte, di musica o al massimo del tempo che cambia.

Forse davvero scrivevano meglio dei goffi tentativi che facevano di comprendersi.

8340739
Per un vizio antico che sempre li avrebbe uniti, continuavano a leggersi, ad inseguirsi tra le righe di ciò che scrivevano senza mai veramente trovarsi. Cercavano messaggi cifrati iniesistenti, cercavano quello che c'era dietro l'inchiostro, nello spazio bianco tra due parole, soppesando il...
Post
09/11/2007 11:39:59
none
  • mi piace
    iLikeIt
    PublicVote

Commenti

  1. irrisolta 09 novembre 2007 ore 18:29
    io questa volta non-ho-parole.
  2. FighterLady 09 novembre 2007 ore 20:48
    Tu. ti sradichi il cuore. e con la mano ancora gocciolante Scrivi.
  3. chiaraoscura 10 novembre 2007 ore 14:40
    ...
  4. ILREGOLATORE 11 novembre 2007 ore 14:41
    rimani :rosa
  5. Mr.Adelphi 11 novembre 2007 ore 16:22
    .
  6. Onibeppux 15 novembre 2007 ore 20:22
    belle parole

Scrivi commento

Fai la login per commentare

Accedi al sito per lasciare un commento a questo post.