Sono rimasta senza parole, suppongo succeda. Come quando nel bel mezzo di una ricetta ti accorgi di aver finito il latte o la farina. Busserò ad una canzone vicina, ad un libro, ad un film per continuare a parlare, per parlare con parole d'altri, con parole non mie, perchè sono senza voce.
Sarà colpa della stanchezza o dei crampi allo stomaco che tenacemente hanno deciso di farmi compagnia stasera. Ma devo confessare che non mi importa molto, perchè se potessi le getterei dalla finestra le parole, ne riempirei sacchi interi e li andrei a svuotare nel vento, mi tagliuzzerei con impercettibili solchi perchè uscissero da me come un salasso, una lenta emorragia.
Non ho più voglia di parole.
Per quanto io le ami, non riempiono le assenze, non costruiscono ponti, non hanno corpo, non fanno da mangiare, non hanno sapore, non baciano bene, non danno da vivere.
E allora si fottano le mie parole. Almeno stasera, che ho la nausea.
Parole
come punte di spillo
il cuore è pelle nuda
per le tue unghie
che spiacevole inconveniente
penso
mentre succhio via
la sola goccia di sangue
che mi è sfuggita
ma non è goccia a goccia
che evapora il mare?
Parole
come chiodi nella carne
passa domani
a chiudere le piaghe
a contarmi le ferite
a dirmi che guariranno
come sempre domani
No le parole stasera non funzionano. Non fanno tana a nessuno, non guariscono, non placano.
Le parole ogni tanto scioperano.Rivendicano il silenzio che ogni tanto gli è dovuto, il loro diritto a scegliere di tacere.
Così il foglio resta bianco
la porta chiusa
la lingua muta
la tua assenza intatta
e tutte le parole
sono fuori ad ubriacarsi.