Saudade

20 aprile 2008 ore 23:45 segnala
 

La saudade non guarda il futuro, ma non è neanche il passato...è il presente è come una malattia che ci si porta dentro, insieme alla speranza che il tempo la guarisca;

è la tormentata volontà di avere di nuovo quello che si è perso è la forza di non lasciarsi sopraffare da questo struggimento e di tradurre il passato dando un senso al presente; e’ un dolore, ma anche un piacere che mantiene in vita ciò che non esiste più, è lontano, o non può più tornare.

Saudade... lo struggimento che accompagna un ricordo bello ma finito. Saudade di persone lontane o scomparse, saudade di situazioni già vissute, di giorni che non potranno più tornare... Anche se legata ad eventi gioiosi, è triste, la saudade. Amalgama e nutre il nostro tessuto interno, fatto di tempo. Unisce gli esseri umani tra di loro.

Non guarda il futuro, ma non è neanche il semplice passato, la saudade: è qui, ora, dentro di me. È la forza che mi porterà a tradurre il mio passato. Senza saudade, come tornare ai giorni dell'infanzia, come mantenere vive le persone il cui respiro non posso più sentire?

È la saudade che dà un senso al buio.  

« Tutto a Lisbona trasmette saudade, e ancor di più questa spianata di fronte al vuoto, e stando qui, aspirando la brezza che increspa il Tago, cioè il Tejo, si intuisce vagamente cosa sia questa inesplicabile sensazione di rimpianto, di mancanza, e al tempo stesso desiderio di raggiungere l'inaccessibile, malinconico bisogno di utopia che è poi l'orizzonte stesso, un sentimento che i trovatori medievali chiamarono saudade e da allora in nessuna lingua si è trovato un termine appropriato per tradurlo. »

 (Pino Cacucci)  

Ogni saudade è la presenza dell`assenza / Di qualcuno, un luogo o un qualcosa, infine / Un improvviso no che si trasforma in sì / Come se il buio potesse illuminarsi. / Della stessa assenza di luce / Il chiarore si produce, / Il sole nella solitudine. / Ogni saudade è un capsula trasparente / Che sigilla e nel contempo porta la visione / Di ciò che non si può vedere / Che si è lasciato dietro di sé / Ma che si conserva nel proprio cuore.

Toda saudade (Gilberto Gil)

 

9194012
  La saudade non guarda il futuro, ma non è neanche il passato...è il presente è come una malattia che ci si porta dentro, insieme alla speranza che il tempo la guarisca; è la tormentata volontà di avere di nuovo quello che si è perso è la forza di non lasciarsi sopraffare da questo...
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20/04/2008 23:45:59
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Commenti

  1. lamadiluna 21 aprile 2008 ore 00:10
    Periodo di struggimenti malinconici,della solita indefinibile nostalgia di non so cosa che da sempre mi caratterizza, niente meglio di questo termine "Saudade" riesce a spiegarla. Non è l'aristocratica ennuie dei francesi, non è l'autodistruttivo spleen parisienne di Baudelaire. Il mio è il male oscuro in cui tanti, passando, possono specchiarsi. Forse è Saudade dell'inafferrabile, del tempo che passa, di ciò che non possiedo, di quello che mi lascio scivolare tra le dita, di quello che intesso con pazienza di giorno per poi sfilarlo di notte, per ingannare me stessa credendo invece di ingannare l'attesa e rimanere sempre allo stesso punto con i miei fili intrecciati tra le dita, senza trama e senza ordito. E allora saudade...mi curo con la bella voce di Cesaria Evora signora del folk di Capo Verde una che di pazienza e attesa ne ha masticata tanta visto che il suo primo cd lo ha inciso nel 1988 quando aveva 47 anni. Una voce straordinaria che non bastava ai produttori che la trovavano poco commerciale, poco gradevole con quell'enorme personalità di 120 kg portati in giro con leggerezza. A Cesaria e a me (perchè forse alla fine i fili si intrecciano nel verso giusto) p.s.2 soccia che pesantezza sto post...:dito
  2. meteta 21 aprile 2008 ore 20:25
    che intessi pazientemente di giorno,per sfilare la notte,prova a bagnarti fino alle ginocchia nel mare,prova.L'acqua è bella.

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