Shape of my heart
07 maggio 2008 ore 22:14 segnala
Non conosco la forma del mio cuore.
Come molte cose che si nascondono alla vista, anche questa mi sfugge, mi è sconosciuta.
Qualcuno dice che somiglia a un campo minato, ad ogni passo rischi di saltare in aria.
Qualcuno dice che somiglia alla punta di un iceberg: un’estremità ghiacciata e spigolosa e quello che spunta in superficie non è che la minima parte di ciò che resta sommerso.
Qualcuno che mi ha voluto più bene ha avuto pazienza, ha aspettato che io lo mostrassi, non soltanto aprendomi la camicia.
Ha esplorato questo mondo nuovo e ne ha tracciato i confini, ha provato a farne una mappa
eppure si è perso ugualmente.
No, io non conosco ancora la forma del mio cuore.
E’ una casa che guardo soltanto da fuori, una palude in cui mi impantano,è un mare in tempesta o una pozzanghera che bagna appena la punta delle scarpe.
E’come certe macchie di umidità sul soffitto di una camera,la cui interpretazione è lasciata alla pigrizia e alla fantasia di chi ci si abbandona. Passi il tempo a guardarle, a inventarti delle forme strane dei significati personali.
E’ come i disegni del test di Rorschach:puoi vederci mostruosi pipistrelli o farfalle danzanti.
Dipende dal grado della tua pazzia e da quanto tempo vuoi realmente perdere a domandartelo.
E’ come certe nuvole che ti sembrano vicine tanto da poterle toccare,
somigliano a fiori di cotone o ad animali fantastici,ma appena ti distrai hanno seguito il primo vento
senza chiedere neanche in che direzione le porterà e sono già più in là, non ti appartengono più,
hanno mutato forma e fluttuano senza nessuna coordinata.
Non conosco la forma del mio cuore.
Non ne conosco i disegni,le geometrie,le logiche,le brusche interruzioni.
Conosco meglio i giri delle parole e quelle dei dischi sopra un piatto,
le volute di fumo di una sigaretta aspirata piano,l’inchiostro che si raggruma su un foglio, il ticchettio di un orologio sopra al comodino.
Conosco l’immobilità dell’aria prima di un temporale, il sapore amaro e denso di un vino invecchiato,il fruscio segreto delle carte da gioco,il piacere acuto e doloroso di aprirle piano ogni volta sperando che sia la tua mano e poi la delusione di non avere un poker servito e la certezza di non saper bluffare.
Non conosco la forma del mio cuore e se non conosci quella non sai ancora niente di te stesso.
E a cosa servono allora le verità dei filosofi, le speranze dei teologi e tutte la scienza che cerchi tra i libri? Sei un cane affamato che fruga tra la spazzatura di altri,un bambino che si azzuffa con altri per il possesso di una biglia di vetro e quando ce l’ha non gli sembrava poi così importante possederla, non ne ricorda più il significato, l’importanza della contesa.
Dovrei starmene da sola a dare forma a macchie di umidità sul muro, a nuvole sopra la testa e a test di psicologia.
Con la stessa passione del bimbo che si azzuffa, la competenza del metereologo che traduce in previsioni il passaggio di nuvole, la pazienza del folle che vuole misurare la sua pazzia e darle un nome esatto e cercarne, se esiste, una cura.
Dovrei studiare la crittografia di questo intricato codice silenzioso e poi fornire la chiave a chi vuole sapere. Dovrei condividere il segreto della mia malinconia e magari sorridendo con sarcasmo bisbigliargli nell’orecchio: Lo sai? Non c’era nessun segreto. Era solo tristezza a buon mercato. Disincanto. Delusione di sapere che non si può dare un nome ad ogni cosa. Lo sai ? Il mio cuore non ha nessuna forma è come l’acqua allo stato liquido, cercava solo un contenitore abbastanza capace da contenerla, da dargli finalmente una forma, in cui poter trovare pace, in cui riposare.
Non si può dare molto agli altri se prima non si sa cosa realmente si vuole. Non si può insegnare a leggere se non conosci nessun alfabeto. Non si può pretendere di correre se non si è imparato prima a camminare.
Frasi banali, verità universali. La semplicità ci sfugge sempre quando ci perdiamo nella complicazione forzata. La bellezza dell’essenziale viene ignorata inseguendo eccessi barocchi, stucchevoli appesantimenti.
Se proprio potessi scegliere vorrei che la forma del mio cuore fosse un cerchio. Senza curve, giravolte o ghirigori inutili, qualcosa di certo, di definito, di simile alla perfezione. Niente otto, curve a gomito, salite e ripide discese. Qualcosa in cui inizio e fine coincidono. Un circolo senza interruzioni, senza corto circuiti, dove non è possibile far perdere nessuno.
E mi piacerebbe, se proprio potessi scegliere un talento da possedere, saper dire con la certezza di un bambino questa cosa mi piace e questa no. Questa cosa la desidero con tutta me stessa e questa non la voglio. Ma fino a quando non conoscerò la forma del mio cuore posso solo fare del male a chi prova a cercare in me un senso.
9295408
Non conosco la forma del mio cuore.
Come molte cose che si nascondono alla vista, anche questa mi sfugge, mi è sconosciuta.
Qualcuno dice che somiglia a un campo minato, ad ogni passo rischi di saltare in aria.
Qualcuno dice che somiglia alla punta di un iceberg: un’estremità ghiacciata e spigolosa...
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07/05/2008 22:14:59
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Commenti
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lamadiluna 07 maggio 2008 ore 22:23
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sgurz74 08 maggio 2008 ore 16:04
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