

Alessandro Del Piero nasce il 9 novembre 1974 a Conegliano Veneto.
Già giovanissimo quando calciava il pallone si potevano ammirare la classe, l'eleganza e quel modo imperturbabile ma ingannevole di affrontare i campi da gioco. Chi lo conosce, sa bene che dietro quell'apparente freddezza (la stessa che gli ha permesso di realizzare i suoi magnifici gol "alla Del Piero"), si nasconde una grande sensibilità umana e una rigorosa correttezza (è uno dei calciatori più rispettosi che si conoscano).
"Forse è cominciato tutto con quel tema alle elementari. Cosa farò da grande? Io volevo scrivere 'il calciatore', però mi sembrava troppo. Cosa avrebbe pensato la maestra? Così scrissi che mi sarebbe piaciuto diventare elettricista come papà. E dissi che avrei anche voluto fare il cuoco, oppure il camionista."
Non ha avuto il coraggio di scrivere il suo sogno in quel tema, Alessandro Del Piero. Ma ha poi trovato il coraggio di viverlo davvero, e lo vive ancora. Tutta la sua straordinaria carriera, in fondo, "è" quel tema. La storia del ragazzino più piccolo e timido del paese, San Vendemiano, Treviso, che diventa uno dei più grandi giocatori al mondo. Adesso, dopo vent'anni di Juventus, Del Piero non esce dal campo, ma è pronto a giocare un'altra partita: il suo mondo interiore è intatto, i suoi valori non sono cambiati. Del Piero capace di colpi da artista ispirato. Del Piero che risponde con stile ai colpi della vita. Del Piero che si allena con l'entusiasmo di sempre e si sacrifica per i compagni di squadra. Del Piero che pensa sempre alla prossima sfida. Che ha voglia di giocare ancora. I dieci valori che lo hanno sempre guidato. Dieci: la cifra della sua vita. Talento, passione, amicizia, resistenza, lealtà, bellezza, spirito di squadra, sacrificio, stile, sfida sono i punti di riferimento che Del Piero vede guardando allo specchio il suo volto e la sua storia irripetibile.
Io ho sempre creduto in Del Piero per un gran numero di ragioni. Così, su due piedi, me ne vengono in mente 65 e cioè: il goal all'esordio in serie A contro la Reggiana, la tripletta contro il Parma, il goal fantastico all'ultimo minuto contro la Fiorentina, la doppietta contro la Lazio, le quattro palombelle consecutive nei primi quattro match di Coppa dei Campioni, il goal su punizione contro il Real Madrid, il goal nella finale della Coppa Intercontinentale, il goal di tacco nella finale di Coppa dei Campioni contro il Borussia Dortmund, l'immensa ingiustizia del pallone d'oro a Summer e non a lui, la strepitosa stagione 97/98 e poi il silenzio, in risposta alle accuse pelose di Zeman, il silenzio di Alex in risposta al miserabile sciacallaggio di certa stampa, i goal in risposta ai cori dei tifosi avversari, l'infortunio al ginocchio e in quel momento la Juve era prima in classifica, l'operazione in Colorado e a quel punto la Juve via, era precipitata al quarto posto E poi la sofferenza, la speranza, la fisioterapia e intanto la Juve sprofondava, sprofondava sempre di più. Il recupero, il ritorno con goal nel Trofeo Berlusconi, i goal in Coppa Intertoto, il primo goal su rigore, la Juve che torna prima in classifica e gli altri goal su rigore: infallibile. E poi il goal su azione al Parma, finalmente, e poi Perugia, il sorpasso della Lazio e.. l'ingiustizia, l'ingiustizia accettata senza protestare, la panchina accettata senza protestare agli europei del 2000, agli scampoli di partita, il palo su punizione contro il Belgio, il secondo palo contro il Belgio e il goal di sinistro contro la Svezia, gli errori della finale contro la Francia, l'ammissione di colpa e poi il goal al Bari, subito dopo che era morto suo padre. E poi il goal al Messico nel mondiale in Giappone, il goal di tacco nel derby, il goal su azione contro il Real Madrid in semifinale di Champion's League, e l'assist in rovesciata a Trezeguet contro il Milan e il superamento del record di Boniperti e la resistenza alle provocazioni di Capello e il goal su punizione all'inter e.. la linguaccia, e poi la panchina accettata senza protestare ai mondiali di Germania, il goal alla Germania in semifinale, il rigore realizzato in finale, il titolo mondiale. E poi la retrocessione, la retrocessione in B accettata senza protestare.. bravo.. Dio come ti ho amato in quel momento. E poi il goal numero 200 realizzato in serie B e il titolo di capocannoniere della serie B e il ritorno in A e il titolo di capocannoniere della serie A e poi il ritorno in Champions League e il goal su punizione allo Zenit e il goal su azione al Real Madrid a Torino e il goal su punizione alla Roma in campionato e il goal su azione sempre al Real Madrid al Bernabeu e il goal su punizione al Real Madrid al Bernabeu e la standing ovation del Bernabeu. E poi il goal su punizione con il Chievo numero 249 nel giorno del tuo compleanno e la standing ovation del Bentegodi e il rigore a cuore aperto contro il Chelsea e la rabbiosa doppietta contro il Bologna e io ci metterei anche quel palo che e poi.. ahhhhh la tua linguaccia! Sai Ale ce ne sarebbero molte altre, ma mentre svolgevo il tema è venuta in mente una domanda anche a me, piuttosto urgente: tu come hai fatto, TU, che non hai creduto in Del Piero a non credere in Del Piero?

Mi manchi Capitano, mi manchi da morire.
Senza di TE, niente è piu come prima.
Eri la nostra forza, il nostro orgoglio.
Eri l unico ed inimitabile CAPITANO!
Che gioia quando entravi in campo, quando scartavi tutti
e andavi a segnare.. ERI IL MIGLIORE, RESTI IL MIGLIORE CAPITANO!
Non ci saranno altri 10, TU SEI E SARAI L UNICO CAPITANO CHE NOI
TUTTI AMEREMO PER SEMPRE.. TU ERI E SARAI PER SEMPRE LA LEGGENDA
BIANCONERA!


