In macchina si crea sempre qualche momento di silenzio dove mi rattristo sempre un po'.
Questa volta un pochino di più.
Non per il silenzio dico, quello mi piace, perché trovarsi a proprio agio con una persona senza dover continuamente parlare è più unico che raro.
Non ero triste per le solite cose, per le mie ansie , per il mio timore che quella volta sarebbe stata l'ultima volta.
Forse era perché come sottofondo musicale c'erano i Katatonia ed è sempre un po' impossibile non rattristarsi.
Forse perché quel gruppo e quella canzone fu una di quelle che ascoltai con il primo amore.
Forse perché quando alzai un po' gli occhi un cartello indicava la direzione di quel posto in cui andai per un anno, in cui feci l'amore per la prima volta, in cui amai, in cui quando nevicò mi innamorai di lui.
Fu il mio per sempre.
Quindi è stato così strano ripercorrere lo stesso tragitto di cinque anni fa, con la stessa canzone di sottofondo, ma con un uomo diverso.
Ma non ero triste perché mi son ricordata di quel lontano uomo del passato.
Dopo di lui fu diverso. Quando ci speri così tanto e va male, non ci speri più come prima.
Incominci a vivere quello che provi in tempo reale.
Ed è anche meglio.
Su lui non faccio progetti, non ho un termine e non credo.
Eppure sto così bene.
Al contrario di quel tempo in cui erano più le volte in cui mi arrabbiavo che quelle in cui ridevo.
Non mi sono rattristata quindi per nostalgia.
Non ho pensato di rivolerlo come ho sempre fatto in questi anni con accanto qualcuno di diverso.
Questa volta ho guardato il suo profilo e ho pensato “ menomale che andò così. “
Menomale che quel giorno quell'uomo che amavo mi lasciò.
Menomale che io ebbi la forza di allontanarmi.
Menomale che capitai in storie scombinate per capire cosa volevo.
Mi sono rattristata perchè non pensavo che un giorno avrei mai potuto pensarlo.
Di pensare che quella ferita, quella del primo amore, sarebbe diventata un bacio per qualcun altro e non un paragone.
Mi sono sentita come un fantasma che lasciava il luogo che infestava.
