Ora.

29 aprile 2012 ore 22:19 segnala
Ora, lo faccio con la luce.
Senza più ansie, vergogne. Senza che la stanchezza prema forte sul cervello. Senza fretta.
Un dono a me stessa, il piacere della mia crescita.
Ora, lascio che il mio corpo si nutra di immagini, suoni, attimi. Prima e durante e anche dopo.
Una carezza prima di dormire, una dolce buonanotte, trasformatosi in sangue e pelle e bagnato.
Ora, non ho più paura di gettarmi in quel mare denso.

Una bambola di pezza.

26 aprile 2012 ore 19:37 segnala


Mi abbandono a te, lascio che i sensi diventino padroni indiscussi di questo mio corpo, lo stesso che ora offro a te con tutta la mia disperazione.

Una bambola di pezza. Ecco cosa voglio essere per te. Usami, dammi fuoco. Gioca con me a tuo piacimento, prendi possesso di ogni mio filo, di ogni bottone. Ne ho bisogno...

Una bambola di pezza. Di quelle adorne di pizzi e merletti, di quelle che non hanno pudore. Voglio essere sfacciata e un po' volgare, voglio che tu mi desideri in modo arcaico, viscerale. Una bambola di pezza un po' puttana, una bambola di pezza che usa tutto ciò che possiede per sopravvivere.

Una bambola di pezza che sente.... una bambola fatta di ossa e carne e sangue ribollente.

Prendi possesso di me, dai vita a questo ammasso scomposto coi tuoi baci, amami anche se una notte soltanto. Mischia il tuo respiro al mio, balliamo. Seguiamo i passi di quella danza antica, fondiamo i nostri corpi in questo rituale. Riesci a sentirmi? Tremo sfiorando la tua pelle, sussulto avvicinandomi alle labbra. Lo so, come puttana non sono granché. Lascia allora che sia anche amante e compagna, amica e sposa. Il tuo profumo inebria i miei sensi, il sapore di te non abbandona le mie labbra. Resta qui, ti prego, non andare...

Sì. Sono una bambola di pezza e tu non hai più voglia di giocare. Ma non abbandonarmi, ti prego.

Sì. Sono una bambola di pezza che si è innamorata.

http://www.youtube.com/watch?v=MRKkmDwDFf4&feature=BF&list=QL&index=6
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« immagine » Mi abbandono a te, lascio che i sensi diventino padroni indiscussi di questo mio corpo, lo stesso che ora offro a te con tutta la mia disperazione. Una bambola di pezza. Ecco cosa voglio essere per te. Usami, dammi fuoco. Gioca con me a tuo piacimento, prendi possesso di ogni mio ...
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26/04/2012 19:37:54
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Pensieri al risveglio.

26 aprile 2012 ore 19:35 segnala
Due giorni. Due giorni in cui la stanchezza ha preso possesso del mio corpo come non accadeva da tempo, i muscoli che urlano per un po' di riposo.
Due giorni appena, due giorni nemmeno, due giorni in cui la mente sbadiglia pacata, felice.

Ora che riprendo possesso dei miei movimenti, ora che ritrovo le energie, quella stessa mente sussurra piccole verità agli occhi, solleva gli angoli della bocca in sorrisi celati.
La sua mano dolcemente ferma che riporta in alto la mia testa, una piccola guida per un gesto o forse molto più che una 'semplice' posizione.
La mia testa che per la prima volta resta dritta e fiera non perché mi sia stato ordinato ma perché ha capito... dritta e fiera perché lo sono io.
Quegli occhi bendati che ora vedono oltre la stanza.
Riscoprirsi ogni giorno un po' più donna.

Attimi di Lui... istanti di me.

26 aprile 2012 ore 19:29 segnala
Giorni di silenzio, di attesa. Notti, nel silenzio. Viaggia la mente, vola fra i pensieri, cattura i ricordi, ci gioca; si intrattiene con essi nei lunghi minuti
che separano al riposo, il corpo reclama il meritato oblio. Flash di momenti vissuti e mai visti, desideri e sensazioni, colorato e volatile.

Flash.
Tu, in ginocchio. La Sua mano vicino al viso, quel bacio sussurrato che racchiude tutto; tu ai Suoi piedi a prenderti cura di Lui, a donargli la tua bocca, mentre Lui
si prende cura di te in quel modo ormai un po' vostro....

Quasi impercettibile ti rigiri fra le coperte ritrovando quel soffitto appena accennato nella luce della notte...

Flash.
Buio intorno, luce dentro; i sensi che si acutizzano, la benda che un po' ti solletica il viso. Quel solletico così piacevole... Ogni passo è un tremito,
ogni schiocco un gemito, ogni contatto un piccolo orgasmo.

Nel silenzio della tua camera rivivi quello, di silenzio, ti immergi nel suo profumo. Il contatto con le lenzuola è timido brivido.

Flash.
Onde di calore sulla pelle, brucia e incendia; scossa di lava bollente, cenere e miele. Paura, paura PAURA! Vibrano i muscoli, tesi allo spasimo, oltre ogni limite.
Non sai dove cadrà la prossima goccia di dolore, non sai quando cesseranno l'astratto disegno sul tuo corpo nudo. Piccoli segni che restano, monito di un momento.

Ti sembra quasi di sentirla ancora, la sigaretta che brucia, il piacere che cola. Offerta ai Suoi desideri, alle Sue voglie. E la tua, di voglia... sale dal sesso
fino ad offuscare il cervello, fremito bagnato. Corre, la mano...

Flash.
La Sua mano che fruga la tua intimità, presenza estranea quanto padrona. Corre libera, le appartiene. Monta l'orgasmo, bussa forte alla tua soglia ma non gli
permetti di esplodere, non vuoi. Non puoi. Troppo presto per abbandonarti ad esso, raggiunge le dita, le abbraccia, le accende. Poi, Lui, si ferma. Tu, gioco di un
istante tu, felice di esserlo. Sapore di te sulle labbra, lo bevi golosa. Sapore della tua voglia.

Giochi col tuo desiderio, lo stuzzichi con dita frenetiche. Ti fermi, rallenti... piano... piano... e poi sempre più forte, ancora ed ancora. Il profumo di te inebria
i sensi, il buio cela la vergogna. I flash si susseguono rapidi e tu godi di tutti quei piaceri e di uno nuovo, di piacere.

Flash.
La Sua saliva sulla tua lingua, padrona della tua bocca. Quel gesto piccolo quanto importante.
Flash.
L'abbraccio agrodolce della corda, le sua amorevoli carezze.
Flash.
Voce di seta e acciaio.
Flash.
Colpi che ti accendono, dolori che parlano.
Flash.
Lo senti dentro, fin nel cervello. I capelli che tirano, il capo chino per raccontare ciò che, in quel momento, sei. Fonte e dispensatrice di piacere, inizio e fine
del tutto. Donna nella sua accezione più impudica e proibita, più celata, più arcana.

Donna che ora freme fra le lenzuola, forte del potere sul suo corpo. Donna che non ha paura di chiedere, donna che non ha paura di provare. Che stringe i denti, che
ansima, che si contorce, che urla tutto il suo piacere...

Flash.
La tua voce che supplica. Supplica l'uomo avanti a te, colui al quale hai delegato il potere. La tua voce che implora per provare quel piacere così a lungo negato,
celato nel profondo, ansante. Le tue mani timorose di voglia, sai che non puoi permetterti di fermarti, sai che non puoi permetterti di venire. Legata nella mente,
ferma nelle Sue briglie, nelle Sue catene. Pochi secondi, ore, attimi ed eternità ed eccolo giungere, agognato e temuto. Eccolo, permesso e ordine. -Adesso, cagna...
godi per il tuo Padrone...- Ed ogni movimento, ogni sospiro è veramente a Lui dedicato, gli appartiene almeno quanto gli appartieni tu. Ansimi e ti contorci perché a
Lui è spettacolo gradito; ogni tremito, un grazie. Ogni sussurro una promessa. Grazie perché mi permette di vivermi, grazie perché mi guida. Cercherò di essere sempre
meglio, per me ma soprattutto per Lei...

E chiudi gli occhi, ti addormenti in quel letto madido di sudore e piacere. Chiudi gli occhi e ti culli in quella consapevolezza nuova, pace serena, respiro fatato.

Perché, Lilium?

26 aprile 2012 ore 19:26 segnala
Lilium è un nome come tanti altri, non ho la pretesa di essere diversa.
Lilium è un fiore,
Lilium è colore,
Lilium profuma.


Non mi piacciono i gigli.
Non mi sono mai piaciuti.
Forse quelli bianchi, quelli si. Ma gli altri, con tutti quei colori e quelle macchie...
Gli altri mi hanno sempre infastidita, come quando preferiamo non vedere una parte di noi.

Ecco perché Lilium, perché Lilium è la parte di me che ho sempre cercato di celare agli occhi del mondo.
Qui non scrivo per me; per quello scrivo in un'altra realtà, una realtà intima fatta di carta e inchiostro.
Qui scrivo perché voglio essere letta nonostante non ci sia nulla che mi spaventi altrettanto, scrivo affinché il giglio non debba più crescere all'ombra di un muro, affinché possa finalmente avere ossigeno e sole.
=Benvenuti=