Cara Lory,
mi sono preso uno spicchio di tempo per scriverti. Forse a voce ci siamo gia' detti molte delle cose che mi angosciano e, forse, non sarebbe neppure il caso di riprenderle qui.
Non mi ritengo una persona fragile, ho resistito a tanti naufragi e credo che altri sarebbero andati a fondo prima. Non sto tuttavia andando a fondo. Sono un po' stanco di navigare. Navigare significa porsi in mente una rotta, pianificare un viaggio, sognare un porto.
In questo momento vivo alla giornata, troppe sono le difficolta', troppe le diffidenze che sono pian piano cresciute in questi anni.
Tu mi scrivi in una tua mail che "dentro di te c'e' ancora lei". In parte questo e' vero. C'e' almeno una immagine che io avevo di lei. Al di la' di tutto cio' che di negativo ha dimostrato di poter essere e fare lei si identificava con quegli aspetti fisici e di pensiero che io quando cercavo, andavo cercando in una donna. Ovviamente in una donna con la quale avere non una storia ma un progetto di vita. Non nascondo la mia stupidita', ne ho piena coscienza e non credo che in futuro affidero' in modo cosi' totale la mia vita nelle mani di una donna. Per certi versi tutta questa storia ha peggiorato - spero in modo non irreparabile - l'idea stessa che io avevo delle donne. Adesso il mio primo impulso e' comunque la diffidenza e rimane sempre
la paura di avere di fronte persone incapaci di essere sincere. Per certi versi sono anche contento di essere in una condizione tale da non avere tempo per pensare a storie sentimentali. Non saprei piu' come gestirle e ogni volta che mi accorgo che potrebbe sorgere un sentimento il mio impulso e' di allontanarmi in fretta.
Sara' una malattia duratura? Non lo so. Il colpo e' stato forte anche perche' a differenza di cio' che fanno quasi tutti gli uomini io non avevo predisposto "paracaduti" e non sono atterrato sul morbido.
Non mi sento come persona in grado e con la volonta' di fare del male a chi mi circonda ma non voglio permettere che me ne si faccia altro anche non intenzionalmente.
Con te ho lasciato che le cose andassero nella direzione che volevano perche' comunque mantengo un briciolo di fiducia nel prossimo e credo che per quanto diverse le nostre esperienze siano paragonabili. Mi rimane l'illusione di pensare che chi ha sofferto non sia portato a far soffrire. Almeno e' cosi' che ti ho letta. Come anche ho letto in te la mancanza di qualsiasi richiesta che andasse al di la' della amicizia e di quella "bolla di sapone" che abbiamo costruito per un pomeriggio. Forse e' proprio il tuo non chiedere niente che mi ha rassicurato.
Certamente ho esagerato parlandoti di questa questione ma e' una conseguenza del fatto che ti penso come una amica con la quale parlare ed aprirsi ed io non sono ne' abituato ne' molto bravo a parlare di me.
Mi piacerebbe che altre "bolle di sapone", altri momenti nei quali rifugiarsi ed escludere il mondo ci fossero tra di noi. Ma mentre penso che mi piacerebbe mi sento anche egoista perche' so che posso offrire sempre e solo "bolle di sapone" e non storie d'amore con un futuro. A parte questo una cosa importante e che non avevo e'
comunque la tua amicizia e presenza e credo che le persone che hanno molte persone alle quali pensare e dalle quali sono pensate siano fortunate perche' rimangono vive e benvolute in molti cuori.

Ti mando tantissimi baci alcuni amici, altri piu' profondi.
Giovanni