
La Bibbia, le parabole di Gesù, i testi sacri, le mitologie, le ballate, le poesie, i romanzi, i dipinti, gli spettacoli teatrali, i monumenti e via discorrendo ci insegano che gli uomini hanno bisogno di parlare per immagini. E’ il nostro modo di apprendere. Gli esempi, presi dalla realtà o frutto della fantasia, sono fondamentali per la nostra formazione. Gli uomini non imparano mai dai discorsi teorici, sono difficili, li tediano e anche se li comprendono, non li colpiscono così tanto da indurli a mettere in pratica gli insegnamenti in essi contenuti. Ecco allora che mi appare più chiaro il significato delle mitologie, possedute da tutti i popoli, che dapprima mi lasciava piuttosto perplesso. Inoltre, un tempo ero abbastanza iconoclasta, non gradivo le rappresentazioni di Dio, di Gesù e dei santi, perchè ritenevo impedissero all’uomo di crearsi un’immagine propria di Dio, in un rapporto intimo e personale. Il che non è del tutto sbagliato (difatti gli ebrei non transigono le rappresentazioni di Dio), ma ora comprendo che le due raffigurazioni divine, quella propostaci dall’arte e quella che ognuno può elaborare nella propria mente, possono coincidere.