
C'è qualcosa di commovente ed eroico nell' arrendersi di colpo, in un attimo deflagrante.
Smettere.
Finire, basta.
In tutti i modi in cui può essere declinata questa cosa. Non dico che sia giusto, ed in fondo cosa è giusto in certe cose. Non dico che sia per tutti. D'altra parte chi è "tutti". Però un finire, arrendendosi, ad un certo punto lo posso capire. Non dico che sia per me. Io vago tra un sono stato e un sarò. Tra un da domani a un però ieri. Vedo i vecchi andarsene piano. Mi preoccupo per i giovani che iniziano. Faccio piccola manutenzione all'anima e al corpo, mi arrabbatto per mantenermi vivo, infilo dita polverose in cumuli di macerie per tirare fuori una carabattola da rivestire di malinconia per farne un ricordo.
Giro per le stanze vuote annoiato, in cerca di un guaio di cui pentirmi subito e per sempre. Penso a sopravvivere ed invece colleziono piccole morti. E non lo dico con compiacimento decadente. Ma con la lucidità del ragioniere che fa la partita doppia dei sentimenti. Non mi pento di aver dato. E non ci vedo nulla di valoroso o di commendevole. Però mi accorgo di aspettarmi sempre meno. Di dire troppe volte: lo sapevo. Mi dispiaccio troppo spesso, per me, per qualcuno, per questo paese, per questo mondo. Inizio a dire con troppa frequenza finirà, prima che inizi. Faccio un'altra mano di poker, ma non mi fido più delle carte. Esco di casa, pensando più al piacere di quando rientrerò che a quello dell' uscire.
Arranco, non mollo la presa. Ma le nocche si fanno sempre più bianche. Sospeso tra un dovere e un chissenefrega.
Cerco un senso. So che non c'è ma lo cerco. È solo la vita che vuole se stessa, ma per l'antico inganno di sempre maschera quel se stessa in mille meravigliosi ingannevoli modi.
Scrivo battute che non fanno ridere su un social. Nella vita faccio lo spaccone, mi infilo in duelli inutili da guascone pensando di uscirne bene con una battuta, poi penso che tanto non sanno nemmeno cosa sia un guascone. Vado a cene in cui mi impegno, l'anima della festa, ma solo perché sembro essere l'unico a sapere che quella festa un'anima non ce l'ha.
Non ho voglia ma rimango me se non mi invitano.
Penso spesso al finale di Butch Cassidy.
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