Uno, nessuno e centomila

27 aprile 2023 ore 11:36 segnala
Adagio
( Degli Specchi Nel Sole )

Sono fermo a un semaforo. Qualcuno ha spostato lo specchietto retrovisore. Soliti guai delle auto condivise. Mi piego di lato per sistemarlo e mi vedo sotto una prospettiva diversa. Luce, angolazione, grandezza sono differenti rispetto agli specchi di casa. La gobba sul naso. Santo cielo, ma non me la ricordavo così. Mi sposto ancora un po’ di lato per osservarmi meglio e mi arriva un raggio di sole negli occhi.


Andante
( Dolente Flashback )

Ho un raggio di sole negli occhi, più di trent'anni fa. Sono appena fuori dal cerchio di centrocampo e aspetto il rinvio del portiere. Guardo il mio avversario. Finora di testa le ho prese tutte io, vedrai cocco che prendo anche questa, non c’è storia. Rincorsa, stacco, vado su superficiale, troppo fiducioso, senza allargare i gomiti. Palla sulla fronte, la giro verso un compagno di lato e nello stesso istante mi esplode un lampo di dolore in mezzo alla faccia. Cado e mi ritrovo in ginocchio, per qualche secondo non capisco più niente. Mi passo una mano sulla faccia. Sono bagnato, è una giornata calda ma non mi ero reso conto di essere così sudato. Guardo la mano ed è completamente rossa. Gocce di sangue anche sulla maglietta blu. Mi rendo conto che ci sono alcuni compagni che mi osservano con aria attonita. Poco più in là urla, spintoni, un parapiglia di maglie blu e gialle. Ho preso una gomitata o una testata coi fiocchi. Mi siedo in panchina, vorrei provare a rientrare ma niente da fare, continua a sanguinare. Entra una riserva e lascio il campo. Mentre mi dirigo verso l’auto l’ultima cosa che vedo è uno dei nostri difensori che entra dritto sulla caviglia di quello che mi ha steso. Leggi non scritte del calcio. Di nuovo agitazione, minacce, grida. Sorrido con un labbro gonfio. Grazie, amico, ti devo una birra.


Allegro
( Dialogo Muto col Giocoso Dottore )

“Ma cosa abbiamo qui, un naso rotto ? “
(dottore, la smetta di parlare come il Papa
il naso è mio e mi fa anche un male cane)
“ Cosa facciamo, mettiamo qualche puntino ? “
(mah, veda lei, io vengo sempre al Pronto Soccorso
di domenica pomeriggio tanto per prendere un tè)
“ Vede, se andava a pescare non le succedeva niente ! “
(dottore, a parte che mi fanno schifo i vermi
sapesse dove penso che dovrebbe andare lei)
“ Credo proprio che le resterà un po’ storto ”
(grazie, dottore, adesso sono tranquillo,
lei sa essere veramente incoraggiante)
“ Magari quando torna a togliere i punti la mando in maxillo “
(dottore, se quando torno c’è lei li tolgo da solo, giuro)
“ Certo che ora più che un calciatore sembra un pugile “
(dottore, se fossi un pugile
ora i nostri nasi sarebbero simili)

Pianissimo
( Back to the Future )

Non sono andato in maxillo. Mi sono tenuto la mia deviazione destro-convessa. Forse non ho aiutato la mia sinusite e gli occhiali, almeno qualche modello, stanno un tantino storti. Chi se ne frega. Su questa faccia, ci può stare. Un colpo di clacson. Tolgo il naso dallo specchietto e vedo una signora inviperita che gesticola sull’auto dietro. Mi viene da ridere, chissà se mi ha scambiato per una di quelle che si rifanno il trucco ai semafori. E’ scattato il verde. Metto la prima e smetto di essere un personaggio pirandelliano. Ma gli esami non finiscono mai.
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Adagio ( Degli Specchi Nel Sole ) Sono fermo a un semaforo. Qualcuno ha spostato lo specchietto retrovisore. Soliti guai delle auto condivise. Mi piego di lato per sistemarlo e mi vedo sotto una prospettiva diversa. Luce, angolazione, grandezza sono differenti rispetto agli specchi di casa. La...
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Di vita e morte e tocchi

20 aprile 2023 ore 19:24 segnala
Sono steso di schiena su una barella, un po' cigolante, che qualcuno sta spingendo. Ignudo come mamma mi fece, coperto solo da un camice bianco allacciato dietro. Fa freddo. Guardo le luci bianche sul soffitto scorrere mentre ci spostiamo lungo i corridoi.
L’infermiere, o portantino, o barelliere, o quello che è, è appena venuto a prendermi in camera. Sta dietro la mia testa e mi sta portando verso la sala operatoria. Io sono perso nei miei pensieri, non particolarmente rilassato. Sì, d'accordo, non devo fare un trapianto né un intervento a cuore aperto, ma è pur sempre un intervento. Nell’atrio su cui si affacciano gli ascensori siamo costretti a fermarci. Arriva un collega e si salutano. Il nuovo arrivato chiede al mio autista se ha sentito di Tizio. Scambiano quattro parole a proposito di un amico comune. Pare che il poveretto nella notte abbia avuto un incidente in moto e ci sia rimasto secco. Arriva un ascensore e il collega ci si infila dentro salutando, mentre noi aspettiamo quello accanto adibito alle barelle. E nel silenzio dell’attesa, il tipo dietro la barella pensa bene di continuare il discorso rivolgendosi a me. Non lo sfiora l’idea che in quel momento la mia disponibilità al dialogo empatico sia più o meno la stessa di una cancellata arrugginita. E commenta l’accaduto con un pensieroso “Cosa è la vita, eh ? Oggi ci sei e domani non ci sei più”. Ora, infermiere o portantino o barelliere o quello che sei, io non pretendo che tu abbia anche una laurea in psicologia. Ma non credo nemmeno che sia necessaria per arrivare a capire che dire una frase del genere a uno che sta per entrare in una sala operatoria ti espone al rischio di reazioni inconsulte. E se non ho risposto al tuo commento e non ho nemmeno mostrato grande dolore e partecipazione emotiva per la morte del vostro amico, non è stato per cattiveria o maleducazione, credimi. Che poi, a voler ben guardare, tu forse non hai notato quel fulmineo scossone sotto il camice bianco, ma in qualche modo era una risposta. Una rapida, intensa, doverosa, convintissima, liberatoria toccata di coglioni.
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Sono steso di schiena su una barella, un po' cigolante, che qualcuno sta spingendo. Ignudo come mamma mi fece, coperto solo da un camice bianco allacciato dietro. fa freddo. Guardo le luci bianche sul soffitto scorrere mentre ci spostiamo lungo i corridoi. L’infermiere, o portantino, o barelliere,...
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20/04/2023 19:24:02
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Black Swan

15 aprile 2023 ore 18:32 segnala
Hai giocato d'astuzia. Hai preso il numerino a entrambi i regolacode, sia quello per il ritiro che quello per lo sportello. Hai fatto le scale quattordici volte per verificare l'andamento delle file, e la sorte ti ha premiato. E' arrivato prima il tuo turno al ritiro, quindi hai potuto mettere le mani su quello che ti serviva per lo step successivo e con la richiesta in mano vai tronfio e soddisfatto di te a prenotare. La sala d'attesa è affollata e tu godi follemente anche di questo, sei l'ultimo arrivato nella stanza, appena entrato e tra poco è già il tuo turno mentre tra la gente in attesa da ore sono nate amicizie durature, dibattiti filosofici, si favoleggia addirittura che nel 1997 sia nato un fidanzamento. Guardi felice il tuo numero quattro, mentre allo sportello è seduto il numero due. E squadri con compiacente superiorità quella sala di numeri che arriva fino al ventisette. Chiedendoti chi sarà il numero tre, l'ultimo ostacolo tra te e la libertà. Certo, non hai potuto sederti, sei in piedi nei pressi dello sportello, non c'è un buco libero ma pazienza, manca poco. Il numero due si alza e se ne va e l'omino occhialuto vicino alla finestra si svela come numero tre.
E due cose ti balzano all'occhio, come il cuore ti balza in gola. La lentezza con cui raggiunge lo sportello e il faldone di documenti che si porta appresso. E la sorte, che prima ti aveva premiato, riprende. Riprende con gli interessi. Perché l'omino si siede e si svela. E' Lui. L'incubo di ogni frequentatore di file, la maledizione di colui che aspetta, la nemesi crudele che colpisce chi credeva di aver sconfitto il tempo. Il cigno nero. E' l'uomo con la pratica impossibile. Lo capisci dalle prime parole, e lo capisce anche l'impiegato allo sportello, un omone coi capelli corti che si toglie gli occhiali e inizia a grattarsi la barba nervosamente. Incrociate gli sguardi mentre diventate entrambi terrei in viso.
"Dica pure"
"Buongiorno, io ho la residenza su Marte ma purtroppo a causa di un errore nel modulo 763/a mi è stato erroneamente attribuito il domicilio nella repubblica di Vanuatu dove però a causa di un sanguinoso colpo di stato i registri anagrafici sono andati distrutti e l'intera rete informatica è stata attaccata da un virus che ha trasformato le cartelle sanitarie in livelli sconosciuti di Game Of Thrones, il che mi rende difficile usufruire dei benefici a me spettanti per una rarissima forma di allergia alle parole con la zeta, che insieme alla sordità bilaterale distorcente-selettiva che mi affligge trasformando le parole a me rivolte in ritornelli di Gigi D'Alessio fa sì che per me divenga praticamente impossibile sia comprendere che farmi comprendere, e questo è il motivo per cui sono qui in questa bella stazione ferroviaria a chiedere un duplicato del mio libretto di risparmio. Ha capito, signorina?" E una lacrima solca il viso dell'uomo dietro il vetro e anche il tuo, mentre ti accasci su un manifesto che reclamizza la snella efficienza delle pratiche online.
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Hai giocato d'astuzia. Hai preso il numerino a entrambi i regolacode, sia quello per il ritiro che quello per lo sportello. Hai fatto le scale quattordici volte per verificare l'andamento delle file, e la sorte ti ha premiato. E' arrivato prima il tuo turno al ritiro, quindi hai potuto mettere le...
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Giornata blu

02 aprile 2023 ore 11:18 segnala
La giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo, anche semplicemente giornata mondiale per l'autismo, è fissata al 2 aprile di ogni anno ed è un giorno riconosciuto a livello internazionale per incoraggiare gli Stati membri delle Nazioni Unite a prendere misure per sensibilizzare riguardo alle persone con autismo in tutto il mondo.
Angel Riviere era uno psicologo spagnolo che si è occupato a lungo di disturbi dello spettro autistico. Ha scritto una splendida pagina immaginando in venti punti cosa vorrebbe dirci una persona autistica.


Sono affetto da autismo, ecco cosa vorrei dirti.

1) Aiutami a capire, organizza il mio mondo ed aiutami ad anticipare quello che succederà. Dammi ordine, struttura, non il caos.
2) Non ti angosciare per me, o mi angoscerò anch'io, rispetta i miei ritmi. Se capisci le mie necessità e la mia maniera così particolare di capire la realtà troverai sempre il modo di entrare in relazione con me. Non ti scoraggiare, è nell'ordine naturale delle cose che continui a fare progressi.
3) Non mi parlare troppo, né troppo velocemente: le parole per me possono essere un carico molto pesante, non sono 'aria' senza peso, come per te. Spesso non sono il modo migliore per comunicare con me.
4) Come gli altri, bambini o adulti, ho bisogno di condividere il piacere e riuscire in ciò che faccio mi gratifica, anche se non sempre ci riesco. Fammi sapere in qualche modo se ho fatto bene e aiutami ad agire senza errori. Quando faccio troppi errori mi succede come a te, mi irrito e finisco per rifiutarmi di fare ciò che mi chiedi.
5) Ho bisogno di più ordine di te, di capire in anticipo che cosa succederà. Dobbiamo patteggiare i miei rituali per convivere.
6) Per me è difficile capire il senso di molte delle richieste che mi vengono rivolte. Aiutami tu a capire. Cerca di chiedermi cose che abbiano un senso concreto e comprensibile per me. Non permettere che mi annoi o che rimanga inattivo.
7) Non essere troppo invadente. A volte voi persone 'normali' siete troppo imprevedibili, troppo rumorose, troppo stimolanti. Rispetta le mie distanze, ne ho bisogno, ma non mi lasciare solo.
8)Se mi arrabbio, mi faccio del male, distruggo o mi agito eccessivamente, quando ho difficoltà a capire o a fare quello che mi stai chiedendo, i miei atti non sono rivolti contro di te. Faccio già fatica a capire le intenzioni degli altri, non mi attribuire cattive intenzioni!
9)Anche se è difficile da comprendere, il mio sviluppo non è assurdo, ha una sua logica: molti comportamenti che voi chiamate 'alterati' sono il mio modo di affrontare il mondo dal mio modo speciale di essere e percepire.
10) Voi siete troppo complicati. Per quanto possa sembrarti strano, il mio mondo non è né complesso nè chiuso; è talmente aperto, senza veli né bugie, così ingenuamente esposto agli altri che sembra difficile da capire. Io non abito in una 'fortezza vuota' ma in una pianura così sconfinata da sembrare inaccessibile. Sono molto meno complicato di voi persone 'normali'.
11) Non mi chiedere di fare sempre le stesse cose, non esigere sempre la stessa routine: l'autistico sono io, non tu.
12) Non sono solo un autistico, sono un bambino, un adolescente, un adulto. Condivido molte delle cose dei bambini, degli adolescenti e degli adulti che voi chiamate 'normali'. Mi piace giocare, divertirmi, voglio bene ai miei genitori, sono contento quando riesco a fare le cose bene. Ci sono molte più cose che ci possono unire di quante non ci dividano.
13) E' bello vivere con me. Ti posso dare tante soddisfazioni, come le altre persone. Possono capitare momenti in cui io, autistico come sono, sia la tua migliore compagnia.
14) Non mi aggredire con i farmaci. Se mi hanno prescritto medicinali, cerca di farmi controllare periodicamente da uno specialista.
15) Né i miei genitori né io abbiamo colpa di quello che mi succede. Non ne hanno nemmeno i professionisti che mi aiutano. Non serve a niente incolparsi a vicenda. A volte le mie reazioni e i miei comportamenti possono essere difficili da capire e da affrontare, ma non è colpa di nessuno. L'idea di 'colpa' produce solo sofferenza, ma non mi aiuta.
16) Non mi chiedere prestazioni che non sono alla mia portata, chiedimi di fare ciò che mi riesce. Aiutami ad essere più autonomo, a capire meglio, a comunicare meglio, ma non mi dare un aiuto eccessivo.
17) Non devi cambiare la tua vita completamente perché convivi con una persona autistica. A me non serve che tu ti senta giù, che ti chiuda in te stesso, che ti deprima. Ho bisogno di essere circondato dalla stabilità e dal benessere emotivo per sentirmi meglio.
18) Aiutami con naturalezza, senza che diventi un'ossessione. Per potermi aiutare devi avere anche tu dei momenti di riposo, di svago, degli spazi tutti tuoi. Avvicinati a me, non te ne andare, ma non ti sentire costretto a reggere un peso insopportabile. Nella mia vita ho avuto momenti difficili, ma posso stare sempre meglio..
19) Accettami così come sono, non a condizione che io non sia più autistico: lo sono. Sii ottimista, ma senza credere alle favole o ai miracoli. La mia situazione normalmente va migliorando, anche se per ora non esiste guarigione.
20) Anche se per me è difficile comunicare e non posso capire le sfumature dei rapporti sociali, ho dei pregi rispetto a voi, che siete considerati 'normali'. Mi è difficile comunicare, ma non inganno. Non capisco le sfumature sociali, ma non ho doppi fini né sentimenti pericolosi. La mia vita può essere soddisfacente se semplice e ordinata, tranquilla, se non mi chiedi continuamente di fare solo cose troppo difficili. Essere autistico è un modo di essere, anche se non è il modo normale, la mia vita può essere bella e felice quanto la tua. Le nostre vite si possono incontrare e condividere tante esperienze.

Gorni difficili (Fuso e refuso)

22 marzo 2023 ore 23:28 segnala
In questo periodo difficile, molte attività commerciali stanno sperimentando nuove soluzioni per andare avanti. Tranquilli, non sto per lanciarmi in una sofisticata analisi di tipo economico-finanziario sulle conseguenze che questa situazione avrà sul nostro paese. Non è il mio campo, quindi resto fedele a quello che so fare meglio ovvero dire minchiate. Chiarito questo, torno al punto. Molte attività di ristorazione, chiuse al pubblico per motivi di forza maggiore, dai tempi del lockdown hanno iniziato a proporre sempre di più il servizio di consegna a domicilio. Di conseguenza, capita sempre più spesso di trovarsi nella cassetta della posta depliant, avvisi, biglietti con offerte di questo genere. Questo, e lo faccio con un triplo salto carpiato in cui cambio completamente argomento, si incrocia in questo post con una cosa che mi riguarda della quale forse non vi ho mai parlato. Probabilmente non ne sentivate nemmeno la mancanza, ma ovviamente ve la dico lo stesso noncurante sia del vostro desiderio o meno di esserne resi edotti sia della vostra opinione. Non so se esiste la sindrome del correttore di bozze, ma se esiste io credo di averla. Nel senso che se leggo un brano scritto e c'è un errore di stampa, una parola scritta male, una qualsiasi anomalia in genere me ne accorgo. Mi balza proprio all'occhio, non so perché ma è così. Torniamo alle pubblicità. Qualche giorno fa, ho trovato nella cassetta della posta un depliant di una pizzeria paninoteca pub o quelchelè. Carino, fatto bene. Un pieghevole a tre ante formato A4, a colori, carta patinata, diverse foto dei piatti disponibili. Immagino che tu, gestore, ci abbia speso qualche soldo per realizzarlo. Ovviamente non ho idea di come funzioni la realizzazione di un depliant, il mio ruolo di fine dicitore di minchiate non mi ha mai richiesto di pubblicizzare la mia attività e in ogni caso le suddette minchiate non vengo a dirvele a domicilio, ve le leggete qui e pure gratis.
Diciamo che posso ipotizzare che tu, gestore, abbia scritto quello che volevi che ci fosse nel depliant e abbia chiesto a una tipografia di farti una bozza. Che la tipografia abbia elaborato la bozza e te la abbia rimandata per vedere se era di tuo gradimento, se c'erano correzioni o modifiche. Che tu l'abbia letta e controllata e una volta deciso che andava bene abbia chiamato la tipografia per dare conferma e dare l'ok. E che dopo il tuo assenso la tipografia abbia messo in stampa il tutto. Quindi, posso ipotizzare che ci siano state almeno tre o quattro letture da persone diverse. Allora, la domanda è una e semplice.
Ma porcaputtanadiquellatroiazozzaimpestata perbaccolina, possibile che nessuno, dico nessuno, si sia accorto che nella prima pagina, quella con l'indirizzo, il nome del locale, il telefono, quella pagina che il destinatario legge per prima, invece di GIORNI c'è scritto GORNI ?



Io so di poter essere un orrendo rompicoglioni, ne sono consapevole. In qualche modo, ne vado anche fiero. Ma mi permetto di dire, gestore, che leggendo a uno può venire un dubbio. Il dubbioso pensiero che, se il tuo cuoco mette nel preparare i piatti la stessa attenzione che tu hai messo nel controllare il tuo depliant, la pizza che sto mangiando invece che con l'olio sia stata condita con l'Amuchina, il Paraflu, l'Idraulico Liquido ?
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In questo periodo difficile, molte attività commerciali stanno sperimentando nuove soluzioni per andare avanti. Tranquilli, non sto per lanciarmi in una sofisticata analisi di tipo economico-finanziario sulle conseguenze che questa situazione avrà sul nostro paese. Non è il mio campo, quindi resto...
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22/03/2023 23:28:34
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Nuove frontiere - Geova e smart working

06 marzo 2023 ore 18:12 segnala
Non so se è una conseguenza della pandemia e della relativa segregazione domestica a cui siamo stati costretti, ma si stanno aprendo nuove, inaspettate frontiere.
Ovvero, quando il proselitismo scopre lo smart working. Mi sono imbattuto mio malgrado in questa nuova frontiera, e vado di seguito a narrarvi l'accaduto con relative osservazioni. Sono le 10.36 di un sabato mattina, in periodo di festività comandate, e mi sono alzato da esattamente quattro minuti, o almeno questo è quel che ha detto l'orologio ai miei occhietti assonnati. Sto barcollando in compagnia di doloretti assortiti in direzione cucina quando suona il telefono di casa. E già qui, pochi minuti hanno fatto la differenza. Perché ero già sveglio, mentre se per un fortuito negativissimo caso tu mi avessi svegliato dal mio meritato sonno (ma anche se fosse stato immeritato, saranno poi cazzi miei o no se mi merito o meno di dormire?) le cose sarebbero andate molto, molto diversamente. Escludo che sia qualcuno per fare auguri, perché sanno che chiamarmi a quell'ora in un giorno festivo esporrebbe anche un amico, parente, conoscente a reazioni negative per non dire aggressive. La prima reazione quindi è un pensiero preoccupato, "Oddio che cazzo è successo stavolta al lavoro".
Ma il numero è sconosciuto, quindi grugnisco un gutturale "Pronto" e una voce femminile sconosciuta dice "Il signor Pinco Pallino?" Rispondo gelido con un secco e minaccioso "Dica" ben scandito con un tono che lascia intendere che qualsiasi cosa tu abbia voglia di dirmi, a meno che tu non sia la segretaria di Uma Thurman e chiami per dirmi che ho vinto la Hot Crazy Sexy Night che Sua Sublime Galattica Inarrivabile Iperuranica Beltà (1) mette in palio ogni anno per un fortunato ammiratore, non ho voglia di ascoltarla e probabilmente mi farà incazzare. Ma tu la dici lo stesso. "Buongiorno, mi chiamo Pinca Pallina, ho trovato il suo numero sulle Pagine Bianche". Qui scatta un rammarico, ovvero il fatto che la poca lucidità del momento (ehi, ho aperto gli occhi da quattro minuti, cosa pretendete?) mi abbia impedito di articolare una risposta tipo quella che segue. "Ah, vecchia marpiona, non bluffare, ti ho riconosciuta, questo numero che hai appena chiamato non è sulle Pagine Bianche ma si trova solo su un riservatissimo sito internet per gigolò di alto livello, grazie per le 4 stellette su 5 che hai messo alla mia ultima prestazione ma sappi che per i prossimi tempi ho chiuso le prenotazioni, e comunque se la stelletta che manca non me la hai messa perché mi sono rifiutato di vestirmi da Superman e entrare dalla finestra sappi che anche se faccio questo mestiere ho pur sempre una mia dignità".
Invece, la notizia del ritrovamento sulle Pagine Bianche mi suscita solo un affettuoso, convinto, sentito "Esticazzi?" che però non esterno consentendo a Pinca Pallina di proseguire. "Volevo chiederle se in questo periodo di difficoltà e sofferenza potremmo condividere la parola di ...". Sono stato civile, sapete? Fermo, ma educato e garbato. "No, la ringrazio molto ma no, grazie". E qui spero in un riconoscimento di civiltà e maturità da parte vostra, tralasciando il fatto che ascoltando alla rovescia "No, la ringrazio molto ma no, grazie" si sentisse distintamente una invocazione a Satana. Che poi, fino a "condividere" non avevo nulla da ridire, davvero. Fin lì andava benissimo. Solo che le parole successive avrebbero dovuto essere "Una teglia di lasagne".

(1) Sono da sempre un Thurmaniano convinto, non posso farci niente, non mi vergogno, non abiurerò.
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Non so se è una conseguenza della pandemia e della relativa segregazione domestica a cui siamo stati costretti, ma si stanno aprendo nuove, inaspettate frontiere. Ovvero, quando il proselitismo scopre lo smart working. Mi sono imbattuto mio malgrado in questa nuova frontiera, e vado di seguito a...
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06/03/2023 18:12:47
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Papale papale - Ipse dixit

25 febbraio 2023 ore 20:54 segnala
Ancora un post ispirato da cose lette in rete. So che non è colpa sua ma di chi mette giù i titoli, ma la cosa mi ha divertito molto e l'occasione era troppo ghiotta per non imbastirci su due scemenze. Qualche anno fa il Papa ricevette in udienza esponenti di polizia ferroviaria e stradale in occasione di un anniversario, tenne ovviamente un discorso e criticò "lo scarso senso di responsabilità da parte di molti conducenti, che sembrano spesso non avvedersi delle conseguenze anche gravi della loro disattenzione (per esempio con l'uso improprio dei cellulari) o della loro sregolatezza". "Ciò - osserva il Pontefice - è causato da una fretta e da una competitività assunte a stile di vita, che fanno degli altri conducenti degli ostacoli o degli avversari da superare, trasformando le strade in piste di 'formula uno' e la linea del semaforo nella partenza di un gran premio". E fin qui andava tutto bene, ha fatto fondamentalmente il suo mestiere di Papa. Ma un articolo deve pur avere un titolo. Sintetico, riassuntivo e che catturi l'attenzione. Così, c'è stata una giornata in cui su ogni notiziario online campeggiava qualcosa del genere.




Ora, io ero rimasto a concilii, encicliche e bolle papali ma qua stiamo scivolando nei consigli per gli acquisti. Ad esempio, in campo automobilistico si poteva andare avanti ancora un po', "Il Papa ammonisce sull'importanza di manutenzioni regolari", "Il Papa: meglio attraversare sulle strisce" "La saggezza del Papa, montate le gomme invernali prima che nevichi". Poi, una volta rotto il ghiaccio, ci si può sbizzarrire alla grande. Mi attendo ormai cose tipo "Il Papa avverte: non fate il bagno nella vasca con l'asciugacapelli acceso" "Non mangiate funghi che non conoscete, consiglia il Papa" "Secondo il Papa è meglio non tenere portafogli nella tasca posteriore su bus e metro". Dopo di questo, il komandante Rossi direbbe che "é tutto un equilibrio sopra la follia", io dico altro che equilibrio, qua verso la follia ci stiamo rotolando in caduta libera. "Le lasagne secondo il Papa" "I suggerimenti del Papa sul taglio del prato" "Vacanze in Agosto? Il parere del Papa" "I tre migliori smartphone secondo il Pontefice". Se non altro, sarò pronto quando leggerò "Sua Santità prende posizione, non leggete blog con citazioni di Tom Waits nel titolo".
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Ancora un post ispirato da cose lette in rete. So che non è colpa sua ma di chi mette giù i titoli, ma la cosa mi ha divertito molto e l'occasione era troppo ghiotta per non imbastirci su due scemenze. Qualche anno fa il Papa ricevette in udienza esponenti di polizia ferroviaria e stradale in...
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Hurricane

07 febbraio 2023 ore 21:23 segnala
Devo ammettere che tempo fa sono stato molto colpito dalla lettura di un articolo che parlava di come in alcune località degli Stati Uniti folle di fedeli si siano radunate a pregare contro l'arrivo di uragani. Sì, il tema delle preghiere contro gli uragani mi ha acchiappato parecchio e quando una cosa mi acchiappa inizio a lasciare libero sfogo ai pensieri, mi faccio domande, cerco di approfondire. Tutte cose che provocano uragani mentali che poi vi ritrovate in queste pagine sotto forma di delirio. Allora, la prima cosa che mi sono chiesto è come i credenti cristiani pensano che le loro preghiere abbiano effetto su un uragano. Voglio dire, ci sono diverse ipotesi da prendere in considerazione. Pensano che l'uragano sia a sua volta un fervente cristiano e quindi sia rabbonito dalle suddette preghiere? Ma allora Noè che si è rimboccato le maniche e ha costruito un'Arca ha esagerato quando poteva cavarsela con due Ave Marie e quattro Pater Noster? O pensano forse che sia una punizione divina per i loro peccati alla quale sfuggire facendo i bravi in spiaggia? E qui mi viene in mente la faccia da culo "scusi prof giuro che non lo faccio più" che mettevo su quando mi beccavano disattento o a disturbare a scuola. O ancora al contrario pensano l'uragano come una sorta di emanazione del demonio che viene respinta e in qualche modo esorcizzata sempre dalle suddette preghiere? E se l'uragano fosse seguace di qualche religione bellicosa e radicalizzata? Voglio dire, quando gli ricapita di trovare una bella spiaggia gremita di infedeli inermi armati solo delle loro preghiere?
Per tacere degli intrecci con la geografia. Ok, proteggi la tua spiaggia e la tua cittadina con il coro delle tue preghiere e respingi l'uragano. Ma dove lo mandi, per la miseria? Pensi di riuscire ad annichilirlo e far tornare il sole o ti limiti a mandarlo sulla cittadina vicina e poi sono cazzi loro anche se sono cristiani come te? Cosa è, ai canti mischiate anche qualche soffiata? "Ehi, risparmia noi di Staminchia City, ho sentito dire che a Sticazzyville 20 miglia più avanti è pieno di puttanieri e ubriaconi, vai là." Poi, per concludere, ho tentato di mettermi nei panni di un uragano. Sì, lo so che un uragano si libra nell'aria leggero e si muove veloce ruotando su se stesso mentre io sono leggermente sovrappeso e se ruoto velocemente su me stesso mi schianto sul pavimento a pelle di leone, ma volete concedermi o no qualche licenza poetica? Allora, in questa visione ero un uragano diretto verso una spiaggia con tutto il mio carico di distruzione, ma era piena di gente che pregava e li ho risparmiati. Ho puntato un'altra spiaggia, ma anche lì stessa storia. Due spiagge più in là, cantavano. Dopo altri venti chilometri, bruciavano incenso e si tenevano per mano. Altri chilometri, e giù versetti della Bibbia come se piovesse (sì, è una battuta). Ditemi voi allora dopo quanto tempo un povero uragano che sta facendo solo il suo porco dovere di soffiare vento e vomitare acqua ha il diritto di rompersi i coglioni, devastare, timbrare il cartellino e tornare in mare a riposarsi?
No, perché non so se lo sapete ma la meritocrazia negli uragani è spietata. Cioè, se tu perdi potenza distruttiva ti declassano da uragano a tempesta tropicale e poi lo annunciano pure con gioia su tutti i telegiornali. E questo un uragano con un minimo di amor proprio fatica ad accettarlo. Voglio dire, ce lo vedete un uragano declassato tornare a casa dai bambini umiliati con la moglie che lo guarda furente "sei il solito buono a nulla" ? E lui cosa dice, "C'era un sacco di gente in spiaggia che cantava e pregava, mi hanno distratto e poi c'erano delle ciambelle buonissime, non me la sono sentita di spazzarli via" ? Poi di colpo ho realizzato una cosa. Che sovrappeso a parte, come uragano sono poco credibile. O meglio, che per fermarmi il coro di preghiere non sarebbe la strategia giusta. No, non parlo delle ciambelle, dai, siamo seri. Gli converrebbe mettere in spiaggia un gruppo di cheerleaders gnocche in costume da bagno.
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Devo ammettere che tempo fa sono stato molto colpito dalla lettura di un articolo che parlava di come in alcune località degli Stati Uniti folle di fedeli si siano radunate a pregare contro l'arrivo di uragani. Sì, il tema delle preghiere contro gli uragani mi ha acchiappato parecchio e quando una...
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07/02/2023 21:23:29
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L'uomo che cadde sulla terra

22 gennaio 2023 ore 19:25 segnala
In tempi di neve, ancora un piccolo suggerimento personale su minuscole cose insignificanti da fare almeno una volta nella vita. Qui il fattore geoclimatico è imprescindibile. Questa è decisamente invernale ed è indispensabile una grigia giornata di neve abbondante, fresca, soffice e compatta, con almeno venti centimetri al suolo. Io l’ho fatto in versione lavorativa, ma ragionevolmente si può fare anche in versione condominiale. Mi sento di sconsigliare la versione in tangenziale o in incrocio trafficato, a meno che non si amino le sensazioni forti. Considero antisportivo indossare abiti impermeabili, va fatta con vestiario normale. Diciamo inoltre che lavorare in un posto dove i rapporti gerarchici sono molto flessibili e le relazioni informali aiuta, anche se altrove potrebbe essere un modo elegante di chiudere un rapporto di lavoro. Durante la pausa caffè guardare i colleghi, dire “Signori, non ricordo se vi ho mai detto che a me piace on ice“, appoggiare il bicchierino, uscire e inoltrarsi nel parco circostante camminando senza voltarsi incurante di sguardi allibiti e sorrisi di compatimento. Arrivati a distanza adeguata girarsi, sorridere al pubblico che vi guarda allargando le braccia, fare un inchino, soffiare un bacio e lasciarsi cadere all’indietro nella neve. Bisogna rimanere stesi immobili per almeno cinque minuti, prendere sonno sarebbe un tocco di qualità aggiuntivo ma c’è il rischio che nessuno venga a svegliarvi e le alternative sono licenziamento, congelamento o entrambi.




Dopodiché rialzarsi avendo la massima cura di non danneggiare la vostra impronta nella neve, tornare alla macchinetta del caffè, bere il caffè gelato e dire con fierezza ai colleghi come se si trattasse di una grande rivelazione “Yes, I’m the man who fell to earth, e allora?“ Quindi iniziare uno sproloquio metafisico su pieni e vuoti sviscerando in particolare il concetto che la vostra forma rimasta nella neve, oltre ad essere una impalpabile opera d’arte di cui voi siete atto e attore, è una assenza apparente nata da una presenza passata e non sarà quel nulla a scomparire, perché è già nulla per definizione e non può annullarsi, ma sarà il dissolvimento della volatile sostanza che segnava per contrasto e negazione l’assenza a cancellare quella presenza fatta di nulla. E’ molto importante che diate chiaramente la sensazione di non avere la minima idea di quello che state dicendo. Fissare con aria assente un punto imprecisato sopra le teste dei vostri ascoltatori aiuta. Quando sentite che le vibrazioni verso di voi si fanno molto negative, tipo insulti e minacce verbali con almeno l’80% dei presenti che vi gira ostentatamente le spalle e il restante 20% che vi lancia addosso tè o cioccolata, entrate nell’ufficio del responsabile commerciale e scuotendogli un po’ di neve sulle fatture ditegli con faccia molto ma molto sussiegosa “You’re face to face with the man who sold the world!”, quindi ritornate alla vostra scrivania imitando un allegro scampanellio sulla melodia di Jingle Bells e chiedendo ai colleghi che incrociate se hanno visto passare delle renne.


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In tempi di neve, ancora un piccolo suggerimento personale su minuscole cose insignificanti da fare almeno una volta nella vita. Qui il fattore geoclimatico è imprescindibile. Questa è decisamente invernale ed è indispensabile una grigia giornata di neve abbondante, fresca, soffice e compatta, con...
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22/01/2023 19:25:04
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Time Warp - Years Ago, Riflessi Rossi Nel Sole

15 gennaio 2023 ore 21:35 segnala
It's astounding
time is fleeting
madness takes its toll




Aspettavo questo momento da tanto. Sono passati anni su anni, e tanti ritorni a Venezia. Sono lì seduto, spalle agli Schiavoni, e guardo la folla. Ti vedo solo io quando tra gente che fotografa, telefona, cammina, ammira ti materializzi dal nulla come Kevin Spacey alla stazione in K-PAX. Perché chiamatela curvatura spaziotemporale, chiamatela dimensione parallela, allucinazione, distorsione, chiamatela come cazzo vi pare, nonostante il caos posso vederti solo io. Nessun altro. E vieni decisa, cammini verso di me allo stesso modo di allora. La scena la conosco, la conosco a memoria. Non so da quanto mi aspetti tu, ma io ti aspettavo. Sei identica. Hai sempre gli stessi capelli rossi incendiati dal sole. Del resto se non sei tizianesca qui, dove? Mi guardi dritta negli occhi, proprio come allora. E adesso che saprei come risponderti, la domanda è cambiata. Cambiata di brutto.


"Lo sai che sei un cretino, vero?"
E io lo so, lo so perfettamente.
Lo so da quel giorno.
E come allora non dico nulla e ti guardo scomparire.
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It's astounding time is fleeting madness takes its toll « video » Aspettavo questo momento da tanto. Sono passati anni su anni, e tanti ritorni a Venezia. Sono lì seduto, spalle agli Schiavoni, e guardo la folla. Ti vedo solo io quando tra gente che fotografa, telefona, cammina, ammira ti...
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15/01/2023 21:35:47
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