Il titolo può suggerire che l'umile titolare di questo blog stia dando i numeri, e anche questa ipotesi non va trascurata. Ma ribadisco che a me interessa soltanto occupare queste tre righe con qualcosa privo di senso.
Tutto nasce da un episodio apparentemente insignificante. Sto compilando a mano una tabella con nomi e numeri, parte li so a memoria, parte li copio da un foglio appeso accanto, tutto procede in modo abbastanza meccanico finché la persona accanto a me mi chiede in modo stupito "Ma tu gli otto li fai così?". Io resto un attimo perplesso, davvero non capisco. "Così come?" "Due cerchietti" e si mette a ridere. E nel giro di un miliardesimo di secondo, una frazione di frazione di frazione di volo di libellula, un battito di ciglia dell'eternità, capisco di avere appena avuto Una Delle Grandi Rivelazioni.
Ovvero, ho appena scoperto che l'umanità intera si divide in due categorie e per forza di cose si appartiene o all'una o all'altra. No, non sto parlando di uomini e donne. Lì ci sono diverse possibilità ma non è questo il luogo per entrare in discorsi gender. Io sto parlando di qualcosa di più netto e definitivo, di due categorie assolute, tertium non datur. E il discriminante di questa netta separazione è il numero otto. Numero otto che, se scritto in orizzontale e non in verticale, diventa simbolo dell'infinito. Ed era anche il mio numero di maglia quando giocavo a calcio. Mentre non vi sfuggirà che la parola "otto" è un termine palindromo e che questo post viene scritto nel mese che precede Ottobre. E, prova definitiva che toglie ogni possibilità di replica, la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto è 42, e non credo di dovervi spiegare come da 4 e 2 si arrivi a 8. Non vi pare evidente da tutte queste coincidenze che ci sia un disegno misterioso da parte di una regia occulta in tutto questo? E se non vi pare evidente perché non avete letto Guida galattica per autostoppisti, avete ancora tempo per fare ammenda e correre a leggerlo.
Tutto nasce da un episodio apparentemente insignificante. Sto compilando a mano una tabella con nomi e numeri, parte li so a memoria, parte li copio da un foglio appeso accanto, tutto procede in modo abbastanza meccanico finché la persona accanto a me mi chiede in modo stupito "Ma tu gli otto li fai così?". Io resto un attimo perplesso, davvero non capisco. "Così come?" "Due cerchietti" e si mette a ridere. E nel giro di un miliardesimo di secondo, una frazione di frazione di frazione di volo di libellula, un battito di ciglia dell'eternità, capisco di avere appena avuto Una Delle Grandi Rivelazioni.
Ovvero, ho appena scoperto che l'umanità intera si divide in due categorie e per forza di cose si appartiene o all'una o all'altra. No, non sto parlando di uomini e donne. Lì ci sono diverse possibilità ma non è questo il luogo per entrare in discorsi gender. Io sto parlando di qualcosa di più netto e definitivo, di due categorie assolute, tertium non datur. E il discriminante di questa netta separazione è il numero otto. Numero otto che, se scritto in orizzontale e non in verticale, diventa simbolo dell'infinito. Ed era anche il mio numero di maglia quando giocavo a calcio. Mentre non vi sfuggirà che la parola "otto" è un termine palindromo e che questo post viene scritto nel mese che precede Ottobre. E, prova definitiva che toglie ogni possibilità di replica, la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto è 42, e non credo di dovervi spiegare come da 4 e 2 si arrivi a 8. Non vi pare evidente da tutte queste coincidenze che ci sia un disegno misterioso da parte di una regia occulta in tutto questo? E se non vi pare evidente perché non avete letto Guida galattica per autostoppisti, avete ancora tempo per fare ammenda e correre a leggerlo.

Ma torniamo a noi. Non c'è scampo, gente. Riflettete su voi stessi, se lo fate automaticamente e non siete in grado di ricordarlo prendete una penna e un foglio e provateci, ma i casi sono due. O scrivete il numero otto facendo due cerchiolini separati uno sull'altro che si uniscono toccandosi solo in un punto, o lo scrivete con una sinuosa linea continua che dopo una serie di curve si chiude tornando al punto di partenza. Dovete per forza appartenere a una delle due categorie. Siete esentati solo se seguaci di una religione che non prevede l'uso del suddetto numero, ma in questo caso sarei curioso di saperne di più. Se qualcuno conosce altri modi di scrivere a mano il numero otto, me li faccia sapere (1). Così come se qualcuno dovesse conoscere personalmente qualcuno di nome Otto, cosa che non c'entra un cazzo ma è una mia curiosità, non ho mai conosciuto nessuno con quel nome. Nel frattempo, apro un censimento sui lettori invitandoli a scrivere nei commenti il loro modus operandi riguardo alla scrittura del numero otto. Per chi partecipa, un buono per l'acquisto di una confezione di After Eight. Per chi non lo fa, segue come garbato avvertimento breve filmato con cruente e disgustose uccisioni tratte da "The hateful eight" del maestro Quentin Tarantino.
(1) Eventuali lettori acculturati sono pregati di astenersi da giochini tipo due al cubo, (3+5), 1000 binario, VIII latino e altre amenità.