Seconda puntata dei lamenti alpini, in cui un insopportabile Mid alza l'asticella della difficoltà affrontando in questo post argomenti che lo renderanno molto impopolare, cosa che d'altra parte non è una novità.
Oggi con la beata incoscienza che mi caratterizza vado ad affrontare l'argomento cani, argomento scottante dato che è statisticamente probabile che qualche proprietario di cani mi legga e possa inalberarsi. Allora, partiamo dal solito assunto di base, ovvero che il più delle volte parlo di cose di cui non so assolutamente un cazzo. I cani sono una di queste cose. Non ho mai avuto cani e credo che non ne avrò mai, tendenzialmente credo di essere un gattaro. Se vedo un cane può capitare che mi fermi a fargli due coccole, ammesso che non sia una belva ringhiante con la bava alla bocca che pesa come me (ipotesi decisamente improbabile, NdA), ma la cosa dura cinque minuti e la mia interazione col quadrupede canino finisce lì. Allora, veniamo ai fatti. Lo scenario è lo stesso del lamento precedente, camminata su sentiero alpino nelle stesse precarie condizioni del post precedente. Di nuovo c'è che a un certo punto un cartello avvisa che da lì in poi non si tratta più di un sentiero per semplici escursionisti ma ha un livello di difficoltà maggiore, riassunto in un garbato "proseguite a vostro rischio e pericolo". Ora, il fatto che lo abbia percorso io e che sia qui a scriverne dovrebbe rassicurare tutti sulla reale difficoltà del percorso, ma non stiamo parlando delle mie capacità di escursionista. Venendo al tema del post, nel corso della camminata abbiamo incontrato tre cani, due al guinzaglio e uno senza. In questo non ci sarebbe nulla di strano, nel senso che un quadrupede ha probabilmente molto più equilibrio di me e può tranquillamente percorrere il suddetto sentiero. Ma c'è un ma. Prima, ma molto prima di arrivare all'avviso di pericolo c'era un altro cartello.
Oggi con la beata incoscienza che mi caratterizza vado ad affrontare l'argomento cani, argomento scottante dato che è statisticamente probabile che qualche proprietario di cani mi legga e possa inalberarsi. Allora, partiamo dal solito assunto di base, ovvero che il più delle volte parlo di cose di cui non so assolutamente un cazzo. I cani sono una di queste cose. Non ho mai avuto cani e credo che non ne avrò mai, tendenzialmente credo di essere un gattaro. Se vedo un cane può capitare che mi fermi a fargli due coccole, ammesso che non sia una belva ringhiante con la bava alla bocca che pesa come me (ipotesi decisamente improbabile, NdA), ma la cosa dura cinque minuti e la mia interazione col quadrupede canino finisce lì. Allora, veniamo ai fatti. Lo scenario è lo stesso del lamento precedente, camminata su sentiero alpino nelle stesse precarie condizioni del post precedente. Di nuovo c'è che a un certo punto un cartello avvisa che da lì in poi non si tratta più di un sentiero per semplici escursionisti ma ha un livello di difficoltà maggiore, riassunto in un garbato "proseguite a vostro rischio e pericolo". Ora, il fatto che lo abbia percorso io e che sia qui a scriverne dovrebbe rassicurare tutti sulla reale difficoltà del percorso, ma non stiamo parlando delle mie capacità di escursionista. Venendo al tema del post, nel corso della camminata abbiamo incontrato tre cani, due al guinzaglio e uno senza. In questo non ci sarebbe nulla di strano, nel senso che un quadrupede ha probabilmente molto più equilibrio di me e può tranquillamente percorrere il suddetto sentiero. Ma c'è un ma. Prima, ma molto prima di arrivare all'avviso di pericolo c'era un altro cartello.
E qui si svela l'arcano. Nel senso che destinatari di questo post non sono i quadrupedi canini, ma i loro padroni. A meno che non si abbia una esagerata fiducia nella capacità del proprio cane, dubito che ci si possa aspettare che lui legga e capisca il cartello in questione. Questo, incredibile a dirsi, è competenza del proprietario. Ora, proprietario di cani, esaminiamo il cartello in questione. Già il generico "Animali selvatici: lasciali in pace" dovrebbe dire qualcosa, perché nella remota ipotesi che io avvisti uno stambecco e il tuo cane decida di festeggiare l'evento abbaiando fino a metterlo in fuga, entriamo nel territorio della doppia rottura di coglioni. A me, che quantomeno sono in dignitoso silenzio e osservo cercando di non disturbare, ma soprattutto allo stambecco che è a casa sua e vorrebbe essere lasciato in pace. Per chiarire meglio il concetto, il cartello prosegue individuando con precisione a chi è vietato l'accesso e specificando "niente cani". Qui si potrebbe aprire un dibattito su quali altri animali si possano eventualmente introdurre, nel senso che in effetti il cartello non specifica di non entrare con un coccodrillo, un facocero o un ornitorinco. Ma visto che statisticamente gli animali domestici che la gente porta con sé sono nella stragrande maggioranza dei casi cani, restiamo in tema. Per maggiore cautela, si specifica "nemmeno al guinzaglio". Ora, proprietario di cani, cosa non capisci del cartello? Come dici? Non parli italiano? Ma almeno due parole di francese, inglese o tedesco le masticherai spero. Cosa stai dicendo ora? Sei analfabeta? Oh cazzo, la cosa si complica. E allora sopra il cartello sbuca una sagoma. Sagoma che anche a me che non ne ho mai avuti ricorda inequivocabilmente un cane. Barrato con la striscia rossa del divieto d'accesso. Quindi, ricapitolando, potresti non aver capito nulla se sei analfabeta, non parli nessuna lingua e non hai la patente. O, ipotesi che mi sentirei di prendere in considerazione, sei il tipico Marchese del Grillo "io so' io e voi nun sete un cazzo" e i divieti sono fatti per gli altri. Naturalmente, spero che a nessuno venga in mente di tirare in ballo negazioni della libertà e altre amenità del genere. Dopo aver visto sfilare gente che manifestava contro il Green Pass paragonandosi ai prigionieri dei lager, non lo sopporterei. E poi, non posso continuare a terminare post dando alla gente della stratosferica, gigantesca, indescrivibile testa di cazzo.