Libere riflessioni sullo sport giovanile

10 maggio 2025 ore 23:13 segnala
Mi capita spessissimo di frequentare una zona dove ha sede una società sportiva di calcio giovanile, e questo mi ha ispirato una serie di riflessioni che vado a proporvi.
Come credo di avere già scritto, ho giocato a calcio da quando ricordo di avere i piedi. Ho provato altri sport, senza mai appassionarmici veramente fino in fondo. Il baseball, quando era esploso nella mia regione e tutti i ragazzini della mia età giocavano a baseball. La pallavolo a scuola, quasi per obbligo. La pallacanestro, timidi tentativi da autodidatta. Il rugby, una meteora subito abbandonata, devo dire con rammarico. Ora che ci penso, sempre sport di squadra. Mi piaceva il senso della squadra, non ho mai amato gli sport individuali. Da bambino mi hanno iscritto a un corso di tennis che ricordo come un incubo, una rottura di coglioni che ho abbandonato appena possibile. Ma come dicevo all'inizio, calcio, calcio e ancora calcio. Ho fatto tutta la trafila delle squadre giovanili, allora si chiamavano nell'ordine pulcini, esordienti e allievi. E ovviamente, finché non ho potuto muovermi autonomamente, qualcuno doveva accompagnarmi e questo qualcuno era mio padre. Ecco, delle numerose cose di cui devo ringraziare mio padre una riguarda proprio questo argomento. Certo, non è la principale di cui devo ringraziarlo, la principale è genetica e riguarda l'ereditarietà. Sì, mio padre era alto, bello e piaceva alle donne. Pure troppo, come ogni tanto si lasciava sfuggire ridacchiando mia madre, ma credo ci siano cose che è meglio che un figlio continui ad ignorare. Grazie davvero per i cromosomi, pa'. Il ringraziamento calcistico invece riguarda il fatto che mio padre ha assistito a svariate decine di mie partite stando tra il pubblico e mai, dico mai, l'ho sentito dire qualcosa pubblicamente o urlare. Magari tornando in auto, o a casa, si parlava della partita e di quello che era successo, di come avevo giocato, di errori e cose ben fatte ma sempre a quattr'occhi. E questo già allora, forse in modo inconsapevole, lo apprezzavo molto e lo apprezzo ancora di più adesso. Adesso che vedo e sento i genitori sugli spalti alle partite dei figli.



Ho letto da qualche parte una frase attribuita a Paolo Pulici, che da tecnico di un settore giovanile avrebbe detto che la squadra migliore sarebbe quella composta da ragazzi orfani. Ecco, frase forte, provocatoria ma assolutamente condivisibile. Mi associo in pieno e affermo convinto che, in caso di presenza dei genitori, deve essere fatto firmare un impegno all'assoluto silenzio e un consenso all'applicazione di una museruola in caso di rottura del silenzio stesso.
Mettetevi in testa, cari papà, che i bambini si divertono molto di più se non rompete i coglioni con critiche, suggerimenti, incitamenti, insulti a arbitro o avversari. Ricordatevi che sono spugne che assorbono i vostri comportamenti e le vostre parole e se li caricate a molla può finire che scattino come molle.




Per le mamme, serve un discorso particolare. Della mia non posso dire nulla, non ha mai visto una mia partita, odiava il calcio e l'unico aspetto della mia attività sportiva che in qualche modo la toccava erano gli infortuni (pochi, per fortuna) e il dover lavare divise infangate (spesso, purtroppo). Ma dato che ora vedo anche molte mamme che assistono alle partite, dico convinto che, fermo restando l'obbligo del silenzio e della museruola, la presenza delle mamme deve essere consentita al massimo fino a che i pargoli sono alle elementari e non oltre. Poi, come alle medie mi sarei vergognato di farmi accompagnare a scuola da mia madre, ancora di più sui campi di calcio vi dico che la vostra presenza imbarazza, mamme. Rassegnatevi, il pargolo prima o poi deve uscire da sotto le gonne. Aggiungo, a costo di sembrare brutale, bieco e sessista, di non sottovalutare il fatto che il popolo degli adolescenti ha l'ormone in subbuglio. E se siete piacenti milf sexyagghindate buon per voi, ma ricordate che tra il pubblico non passate inosservate. I papà sugli spalti occhieggiano e apprezzano, ma questo è nelle regole del gioco. Però se vi rivolgete al vostro pargolo che è in campo e sta giocando chiamandolo magari con uno di quei nomi del cazzo che vanno di moda adesso, vi identificate immediatamente come mamme del suddetto pargolo. E allora, lo ribadisco, in occasione del primo calcio d'angolo date modo al centravanti avversario che vostro figlio sta marcando in piena area di rigore di sussurrargli all'orecchio "Ah, ma il puttanone biondo in tribuna è tua mamma?". E questo non aiuta la concentrazione e la serenità in campo, credetemi. Così come non aiutate la squadra diventando icone erotiche a cui branchi di giovani virgulti compagni di squadra di vostro figlio dedicano i loro migliori momenti di solitaria intimità erotica.



L'ultima cosa che mi ha colpito è una scena che mi è capitato di vedere spesso il sabato mattina. Papà su panchina a bordo campo con PC sulle gambe e in campo rampollo con allenatore che fa esercizi di tecnica sul pallone. Ora, non so bene come stia la faccenda quindi lascio aperta ogni ipotesi. Una è che i dirigenti della società abbiano fiutato il campioncino e vogliano investirci su quindi cerchino di migliorarlo. A questo proposito, devo aprire ancora una parentesi autobiografica. Anni dopo che ero uscito dal circuito delle squadre giovanili, qualcuno mi ha detto che in occasione di una partita amichevole giocata dalla mia squadra erano presenti osservatori di una società di serie A e che erano venuti per vedere me e uno dell'altra squadra. Resto convinto che si tratti di una perculata ma nel caso devo dire che, come potrete facilmente intuire dal fatto che sono qui a scrivere minchiate su un blog e non a dire minchiate come ex-calciatore in un programma televisivo, non hanno scelto me ma l'altro. Tornando al ragazzino in campo di sabato mattina con l'allenatore, l'ipotesi peggiore invece mi porta a pensare che si tratti di una specie di ripetizione, di lezione privata calcistica. E qui mi casca davvero tutto il cascabile. Voglio dire, sabato mattina, evidentemente non c'è scuola e potresti dormire e papà ti porta a fare allenamento da solo? Cristo Santo, a me piaceva giocare coi miei compagni di squadra, anche gli allenamenti erano uno splendido cazzeggio fatto insieme. E qui è davvero il peggio, se è come temo io. Ovvero il papà che spera (aspetta, e spera) che il figlio sia il nuovo Messi Ronaldo Quelchelè, o peggio ancora avrebbe voluto lui esserlo, non c'è riuscito perché era drammaticamente brocco, e proietta sul figlio il suo fallimento.

Ho detto un sacco di minchiate come al solito, lo so. E per scusarmi voglio dedicare una canzone a tutti coloro che ho tirato in ballo. Papà, mamme, giovani pedatori, questa canzone è per voi.


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Mi capita spessissimo di frequentare una zona dove ha sede una società sportiva di calcio giovanile, e questo mi ha ispirato una serie di riflessioni che vado a proporvi. Come credo di avere già scritto, ho giocato a calcio da quando ricordo di avere i piedi. Ho provato altri sport, senza mai...
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10/05/2025 23:13:46
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Commenti

  1. unvecchietto 11 maggio 2025 ore 06:02
    "Ho detto un sacco di minchiate come al solito, lo so"
    -----------
    buongiorno,
    non le hai assolutamente dette, anzi...pura verita'..
    ho vissuto quello che hai descritto molto bene ma non da giocatore bensi' da padre e pure accompagnore delle squadre in cui giocavano i miei 2 figli con millesimi 89 e 91, ho girato calcisticamente l'Italia centrale in lungo e largo e conosco bene l'ambiente.
    Molti genitori inferociti, violenti, e mamme spesso anche che facevano "occhietti" all'allenatore al fine di far giocare il proprio figlio anche se non meritevole calcisticamente.
    Da accompagnatore della squadra di entrambi, dai pulcini agli allievi regionali avevo anche il compito di interdire l'ingresso nelle doccie del dopo partita alle poco piu' che bambine che volevano entrare per vedere i maschietti nudi.
    tutti gli sport collettivi hanno un altra valenza rispetto a quelli individuali, ti insegnano a stare in collettivita',ad avere gli amici con cui parlare,
    Il calcio non l ho mai esercitato da ragazzo e nemmeno lo seguo, facevo il nuoto, 2 palleeeeee.. :-)
    scelsi lo sport del calcio per i miei figli solo per abituarli a stare in un ambiente non individuale consapevole di un ambiente non proprio ideale.
    buona giornata
  2. MidnightGambler 11 maggio 2025 ore 22:02
    @unvecchietto Purtroppo quando mi capita di passare durante le partite davvero è sgradevole il clima che spesso vedo. Tutto troppo esasperato, 'sti ragazzi caricati all'inverosimile. I miei figli non hanno giocato a calcio, nessuno dei due. Uno ha fatto nuoto e l'altro baseball, e le partite di baseball delle leghe minori a cui lo accompagnavamo erano una festa, massimo rispetto per i ragazzi in campo e tra genitori. L'importante era divertirsi insieme. E davvero, quello che ho detto sul comportamento di mio padre allora forse lo apprezzavo inconsciamente, ma da adulto ho capito la grande lezione che mi ha impartito.
  3. ninfeadelnilo 12 maggio 2025 ore 12:11
    Purtroppo oggi è tutto più amplificato non solo nel campo calcistico ma nell'essere umano diventato troppo violento.(vedi scuole, ospedali dove vengono aggrediti presidi, prof, medici ecc...) Non mi intendo di calcio, tifo solo quando gioca la nazionale. So che deve esserci disciplina per una squadra seria e deduco anche da parte dei famigliari dei ragazzi che secondo me devono comunque seguire i propri figli. Genitori attenti, specialmente di questi tempi dove basta una scintilla per scendere nella violenza. Un padre ed una madre in maniera tranquilla se partecipi, faccia piacere ad ogni figlio di sani principi e sono d'accordo con te nel non interferire con sguaiato tifo. Mi fa fatto arricciare il naso il termine "Quel troione è tua madre" nessuno si deve permettere di esprimersi così anche se l'aspetto di una donna eccentrica e con una spinta in più a mettersi in evidenza possa far dare qualche giudizio. Si sa nessuno è perfetto nel voler apparire troppo nè nel dare un gratuito giudizio irrispettoso e offensivo. A parte questo frangente e la violenza negli spalti di ultrà/s violenti negli stadi che vanno a scatenarsi come belve represse, che vorrei aggiungere, per il resto sui ragazzi che fanno sport, il tuo post lo trovo giusto. Infatti solo oggi hai capito e dato il giusto valore a tuo padre e all'impronta che ti ha dato. :ok
  4. MidnightGambler 12 maggio 2025 ore 18:34
    @ninfeadelnilo Ovviamente la frase che hai citato è eccessiva, ingiustificata e provocatoria, ma estremizzare era proprio il mio intento. Se non hai mai calcato un campo di calcio, o conosciuto qualcuno che lo ha fatto, ci sta la tua indignazione. Ma non hai idea, in decenni di tempo passato a rincorrere un pallone, di quello che mi sono sentito dire in campo dagli avversari per innervosirmi e provocarmi. Non è bello, non è giusto, non è sportivo ma è quello che succedeva quando giocavo io e credo succeda ancora. Per assurdo, ai massimi livelli hanno decine di telecamere puntate addosso e parlano sempre con la mano davanti alla bocca per non far vedere nemmeno il labiale, ma sui campi delle categorie inferiori ho sentito insulti da standing ovation.
  5. ninfeadelnilo 12 maggio 2025 ore 23:27
    Posso immaginare e non mi meraviglio, visto che li ho denominati belve. Purtroppo questa gente è ovunque e mi dispiace per loro. Buona serata. :-))

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