Serietà..questa sconosciuta

08 ottobre 2012 ore 00:01 segnala
Come diceva Alexis Carrel, medico e scienziato francese di metà-fine '800, nel titolo di uno dei suoi saggi: questo sconosciuto, riferendosi, però, all'uomo. Fu infatti un importante chirurgo e biologo che collaborò in modo fondamentale ai processi nelle tecniche di satura dei vasi sanguigni e sulle ricerche di trapianti di tessuti e organi...

Io, nella mia piccolezza, mi sento di dire che la serietà, ultimamente, è una cosa sconosciuta.. Non la serietà sul viso, quella che non ti fa ridere mai, ma la serietà con le persone, la voglia di impegnarsi in qualche cosa. Perché si son persi tanti valori? Perché fa così tanta paura impegnarsi, in questo caso, in una storia seria? Troppo impegnativo fidanzarsi con una persona a tempo indeterminato perché non si ha l'occasione per sposarsi o per convivere?! Certo, lavoro e soldi giocano un ruolo fondamentale, ma questo non toglie che due persone possano comunque stare assieme, secondo il mio modestissimo parere..in fin dei conti non siamo che un granello sulla faccia della terra, nulla più, nulla meno.
Perché la priorità deve cadere sempre sul sesso, i rapporti mordi e fuggi sono sempre quelli più gettonati, personalmente me ne tiro fuori, non ci trovo nulla di appagante, e non tanto a livello fisico, quanto a livello mentale, psicologico.. Ma ti guardano alienati, i maschietti, quando non vuoi starci, e perché io devo soddisfare una vostra richiesta solo per compiacere voi? Quando la mia richiesta non viene minimamente presa in considerazione.. Quindi, niente compromessi, viaggiamo in strade parallele e mai incidenti, lasciamo tutto così, senza sconvolgere tanto l'andamento delle cose..
Sarà, magari ho perso il mio istinto animale.
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Come diceva Alexis Carrel, medico e scienziato francese di metà-fine '800, nel titolo di uno dei suoi saggi: questo sconosciuto, riferendosi, però, all'uomo. Fu infatti un importante chirurgo e biologo che collaborò in modo fondamentale ai processi nelle tecniche di satura dei vasi sanguigni e...
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08/10/2012 00:01:24
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L'amore per gli animali..

01 ottobre 2012 ore 23:52 segnala
Oggi inizia la settimana vegetariana mondiale..
Rinunciare alla carne (e magari anche ai derivati animali) per almeno una settimana all'anno credo che sia una forma d'amore verso creature da noi sfruttate, umiliate, maltrattate tutti i giorni..
Non è una cosa naturale, ma semplicemente una mania di protagonismo, supponenza, egocentrismo.. Non siamo certo migliori costruendo e alimentando allevamenti intensivi, strappando via i cuccioli alle madri, tagliando il becco alle galline perché non si becchino tra di loro quando impazziranno dovendo stare chiuse in una gabbia grande come un foglio formato A4, quando marchiamo a fuoco dei poveri esseri viventi indifesi, quando si taglia la coda ai maialini, quando si triturano vivi i pulcini maschi, colpevoli del fatto di non essere nati femmine, quando si continua a far produrre vitelli (con inseminazione artificiale, abusando dell'animale anche) e latte (attaccando macchinari succhia-latte al seno) ad una mucca, quando, per puro "divertimento" gli facciamo fare fisicamente cose che vanno contro la loro natura, quando li chiudiamo in gabbie, li togliamo dal loro habitat naturale, quando li usiamo come passatempo o come svago..
Invece, forse, siamo proprio il peggio che esista sulla faccia della terra.
Gli animali, tutti, sono esseri senzienti, capaci di provare emozioni, tra i quali anche il dolore. Dolore fisico nel venire seviziati, maltrattati; dolore psicologico nel venire uccisi (e anche fisico), derisi, umiliati, separati (come avviene tra mamma e cucciolo).. Vi divertireste voi ad essere spettacolo in un circo? Ad essere rinchiuso in una gabbia? Ad essere consapevoli di andare incontro a morte certa? Ad essere marchiati a fuoco, privati di unghie e denti per non avere di che scannarvi con il prossimo? E voi, donne, mamme..a voi piacerebbe essere "una macchina riproduttrice e produttrice" di latte? Vi piacerebbe essere separate da vostro figlio ogni volta e farvi attaccare delle specie di pompe al seno per succhiare il latte di cui qualcuno si ciberà?
Perché, perché la gola, la stupidissima gola giustifica tutto ciò? Perché?!
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Oggi inizia la settimana vegetariana mondiale.. Rinunciare alla carne (e magari anche ai derivati animali) per almeno una settimana all'anno credo che sia una forma d'amore verso creature da noi sfruttate, umiliate, maltrattate tutti i giorni.. Non è una cosa naturale, ma semplicemente una mania...
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01/10/2012 23:52:19
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Rimpianti

24 agosto 2012 ore 01:17 segnala
Le transenne mi separano dal palco, in questa fredda notte genovese di fine autunno. Una miriade di persone attirate sotto al palco da uno dei gruppi che, grazie a quella serata diventerà uno tra quelli che prediligo.
Sento questo freddo ferro a contatto con le mie mani, che gli si stringono sempre più forti attorno, un brivido mi pervade, un barlume di ammirazione esce dai miei occhi, la mia bocca non si chiude del tutto, restando semi aperta, i loro suoni, la loro musica, la loro melodia mi fanno accapponare la pelle, è la prima volta che sento questi ragazzi suonare, hanno un nome che al momento non ricordo, ma ricorda vagamente un toro in una differente lingua.
Parecchie mani frenetiche sfiorano la mia, ma una maggiormente le rimane vicina particolarmente insistente. Scorgo il braccio, fino ad arrivare a fissargli il volto ma lui non si cura del mio sguardo, il ragazzo sta cantando a squarciagola, puntando l'indice dell'altra mani verso l'alto, quasi a sottolineare ciò che sta urlando, ciò che stanno urlando un pò tutti qui. Improvvisamente ricambia lo sguardo e mi sorride. Rimane vicino a me, per tutta la durata di questo gruppo, e una volta smesso di suonare dando un pò di tregua alle nostre orecchie, si presenta. Ha una voce molto gentile, si avvicina al mio orecchio e mi chiede se voglio andare a bere una birra con lui. Ritorno con i piedi a terra e mi ricordo che non sono venuta sola ma con una mia amica che pur avendomi accompagnata volentieri non sembra, sulle prime, di essere contenta di stare dov'è. La avverto che starò via per cinque minuti, il tempo di prendere una birra ma non sembra soddisfatta di questo, aggrotta le sopracciglia, facendomi trovare davanti a lui, senza sapere che dire. A dissipare ogni dubbio ci pensa lui, la sua mano afferra saldamente il mio polso e mi trascina al "bancone" con lui, e dopo una breve ed imbarazzante pausa, senza chiedere nulla, mette una birra nella mia mano, la sua la tiene con la sinistra ed ancora una volta sento la sua mano libera cingere il mio polso, delicatamente.
Si avvicina per la seconda volta al mio orecchio per mettermi al corrende che saremmo usciti: qui dentro fa caldo e l'aria è impregnata di sudore, per non parlare del caos.
Mi tira in uno slalom tra le persone, e non appena varchiamo la soglia un freddo pungente investe le mie braccia nude, non ho avuto nemmeno il tempo di mettere la giacca, con passo svelto svoltiamo un angolo, ci troviamo davanti a delle transenne, ancora, e si ferma di scatto, girandosi verso di me.
Capisco che mi ha lasciato il braccio solo quando realizzo che la sua mano libera da beveraggi mi sfiora l'orecchio e la nuca, il bacio forse anche tanto sperato arriva, tra la sorpresa e l'aspettato. Mi sento stretta in un abbraccio, quasi volesse riscaldarmi, consapevole del fatto di avermi trascinata fuori solo con una misera T-shirt tutta strappata. La sua voce, che risulta come un sussurro nel mio orecchio, è calda e calma.

Mi sembra di vivere momenti surreali, la scarsa autostima mi fa dubitare di tutto questo, mi fa dubitare della sua sincerità e non ci vuole poco per convincermi del contrario.
Confusione, contentezza, amarezza, i diversi sentimenti si susseguono dentro me, tanti e diversi tra loro. Poi un susseguirsi infinito di baci, sorsate di birra che passano da una bocca all'altra. Un turbinio di positive emozioni mi travolge e ci isola dal mondo: il rumore che proviene dall'edificio è ormai lontano, un ronzio; il freddo della notte è impercettibile.
Mi toglie tutti i dubbi: io credo in tutto questo, capisco che non sta mentendo.
Un piccolo problema però ci investe in un secondo, quando tutte le voci ci riportano lì, alla realtà: il concerto è finito, i cinque minuti si sono trasformati quantomeno in un'ora e la mia amica è là dentro, l'avevamo lasciata sola. Inutile dire che appena entrati la vediamo con le sopracciglia di nuovo aggrottate, si può perfino immaginare il fumo che esce dalle sue orecchie, è arrabbiata e non la biasimo. Non migliora il suo umore, certamente, quando le dico che avremmo fatto la strada a piedi insieme, ed anche un pezzo di tragitto in treno.
Il sogno continua per delle ore, è tutto così magico, surreale, lui mi da un senso di protezione.
Quando, però, lui giunge a destinazione io, sciocca, lo lascio andar via quel sogno, senza nemmeno tentare di trattenerlo.

Non si finisce mai...

22 luglio 2012 ore 23:36 segnala
Nei suoi 24 anni di vita..
Ha imparato che il rispetto porta rispetto, e se non lo porta semplicemente non si da.
Ha imparato che certa gente non cambierà e non capirà mai.
Ha imparato che chi fa la bella faccia nasconde quella brutta dietro, e chi, invece, di facce non ne fa è chi ci ha più a cuore.
Ha imparato che non è tutto oro ciò che luccica.
Ha imparato che le bugie, oltre a non avere le gambe corte e il naso lungo, se dette a fin di bene possono anche essere dette. Limitandone l’uso.
Ha imparato che la vita è una, e che se si badasse a tutto non vivremo più.
Ha imparato che quando c’è il sole, metaforicamente parlando, l’attimo dopo possono arrivare le nuvole, ma anche che queste nuvole non possono durare in eterno.
Ha imparato che il capo ha sempre ragione, e che il cliente ha sempre ragione. E chi, come lei, sta nel mezzo è sempre in torto.
Ha imparato che se bevi una birra, guidi e non sei ubriaco le forze del dis-ordine possono portarti “dentro”. Ma ha anche imparato che se si fa parte delle forze del dis-ordine si può uccidere a “sesto senso”.
Ha imparato che fermarsi a guardare un attimo i famosi gattini che giocano, o avere il cane che ti saluta appena entri dalla porta, o guardare il cielo che si colora d’arancio mentre il solo spunta, può migliorare la giornata.
Ha imparato che a caval donato non si guarda in bocca e che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Ha imparato che l’uso della canapa è illegale, ma la vivisezione lo è.
Ha imparato che la gelosia “acceca e uccide”, e che è “marciume per le ossa“..ma che, nonostante questo non è capace di sbarazzarsi di questa gelosia.
Ha imparato che l’abito non fa il monaco, e che non si può giudicare una persona solo dall’apparenza.
Ha imparato che c’è gente per cui vale la pena e per cui rischieresti la vita, e c’è gente che non si merita nemmeno un granello di sabbia.
Ha imparato che vivere è difficile, ma se si vive in due le cose diventano più semplici.
Ha imparato che nella vita ci si dovrebbe buttare, anche senza autostima.
Ha imparato che è legale sopprimere un cane ma non è legale l’eutanasia per chi la chiede.
Ha imparato che se vuoi una cosa fatta in un determinato modo è meglio arrangiarsi che delegare.
Ha imparato che se le cazzate non le si fanno ora, da morti non si può più.
Ha imparato che se si vuole una cose si deve lottare, perché nessuno ti regala niente.
Ha imparato che non si finisce mai d'imparare..

Tratto dal mio blog.. Es e Io

15 maggio 2012 ore 00:55 segnala
Negli anni imparai che noi tutti abbiamo un Es frenato dall’Io.
Capii così perché, tempo dopo, non sterminai il binomio che venni tanto ad odiare: chitarrista-interista, anche se poi mi trovai ad amarne uno. Per forza o per amore le persone che racchiudevano in se queste due caratteristiche mi rovinarono la vita. Da un lato un amore impossibile, dall’altro c’era chi mi aveva portato via il mio amore possibile. E’ vero, però, che non feci nulla per tenerla stretta a me, lasciai andare le cose come erano predestinate ad andare. Che io me ne pentii o meno questo non ha importanza, anche se tornasse non riuscireri mai a perdonarla completamente.

9/04/11 - Tratto dal mio "diario"

15 maggio 2012 ore 00:36 segnala
La testa tra le mani. Le lacrime che scivolano sulle guance.. E quel senso di vuoto che torna.
Fa affiorare il peggio della sua vita.. Un fischio fastidioso risuona nelle sue orecchie, e le immagini, una dopo l’altra, di quel 28 agosto le passano in testa, veloci, come un treno in corsa.


E alla fine il dolore non passa. L’unica cosa che può fare è conviverci. Sì, proprio come una coppia convive insieme, come convivono insieme due coinquilini, però, convivere con una cosa chiamata dolore è, forse, assai più difficile visto che, non si può dire che detenga il primo premio per essere la cosa più piacevole al mondo.
Poco a poco si formerà un callo. Non sarà indolore, ma quantomeno non sarà così accentuato come adesso.
Ora che la pervade, come al solito, un senso di solitudine, in questo suo mondo che ormai le è diventato così stretto. Scappare via equivarrebbe comunque a rimanere sola, sola come lo è in questo momento.


Un cazzuto pub.
Delle sedie con la fodera zebrata.
Finalmente si accingono a salire sul palco quei cinque personaggi che faranno un tributo agli AC/DC.
Il batterista, un tipo altissimo, calvo ok..ma la barba che aveva pareggiava i conti.
Il primo chitarrista, vagamente assomiglia a quello del suo gruppo. Camicia, giacca, cravatta, pantaloni neri, scarpe di tela, nere, capelli lunghi, sorretti sulla fronte da una fascetta.
Un bassista un po’ anonimo, classico abbigliamento fin troppo casual.
Il secondo chitarrista: capelloni biondi stile Ramones, lunghi, con una frangiona che gli copriva gli occhi, maglia, jeans strappati e attillati, tanto da non lasciare nulla all’immaginazione.
Un cantante con il capello corto, anche se non troppo, jeans a vita strabassa e quello che prima era un giubbino di jeans che ora ha avuto un incontro sfigurante con una forbice.
La straordinaria voce del cantante colpisce e affonda, già alla prima canzone. Si nota immediatamente che non è ai suoi primi concerti, e l’esibizionismo giustificato da tanta bravura lo conferma. Si spinge oltre le scalette che danno sul palco, arriva fino alla pedana circolare che una volta faceva da base al palo per la lap dance.
Non hanno finito di stupirci, tra salti e passeggiate varie tra il pubblico arriva il primo chitarrista che affascina la gente con un assolo suonato con, ebbene sì, la lingua.
Straordinari.