Elezioni amministrative, mi convocano come scrutatore.
Da squattrinata studentessa, che fai, rifiuti? No no, accetto!!
Si inizia di sabato pomeriggio. Arrivo nel seggio assegnato, l'ultimo alla fine di un luogo corridoio, entro e mi trovo la figlia della vicina di casa. L'avvocata sempre restia a salutare, in questa occasione sfoggia un sorrisone. Eh già, sono l'unica persona che conosce. ( Doh! Dai, tre giorni volano). Convenevoli e via, ci mettiamo all'opera. Mentre facciamo quello che dobbiamo, ogni tanto riceviamo la visita del Maresciallo dei Carabinieri che staziona in questo edificio. M.llo della Compagnia di un paesino di zona. Accento forestiero. I suoi colori ricordano un arabo. Alto di statura, longilineo, spalle larghe, capelli corti neri come la notte. Occhi scuri grandi e intensi, incorniciati da lunghe ciglia. Sopracciglia definite rendono lo sguardo magnetico, che non nasconde un filo di malinconia. Carnato olivastro. Labbra grandi, sbarbato alla perfezione, lineamenti del viso mascolini ma delicati. Mani scultoree, con dita lunghe e affusolate, forse suona qualche strumento. All'anulare sinistro, fede lucidissima nuova di pacca. Si è sposato da poco. La divisa perfettamente in ordine. Forse è un coetaneo o al massimo pochi anni in più. Lo osservo e penso - Da dove mai è uscito questo gran pezzo di gnocco? - ( Oh, è oggettivamente bello!)
Con voce profonda, affabile e ferma ci chiede se tutto procede e ci augura buon lavoro.
Le sue occhiate sono penetranti.
Primo giorno è andato.
Mattino seguente, ore 6:30. Nemmeno entro e già mi accorgo che il M.llo ha fatto strage di cuori, caffè offerti di qua e complimentoni di là. Sorrisi e risate copiose risuonano. Tutte le donne presenti sono intorno a lui. È accerchiato! Lo guardo, ricambia, gli sorrido e tiro dritto verso la mia postazione.
Il seggio è aperto, l'affluenza lenta, mi ritrovo spesso sulla porta e mi trovo quasi sempre lui, che su e giù percorre il corridoio, mi osserva. Il suo sguardo mi fa sentire ogni volta sotto il metal detector. Arrossisco. Lo guardo e poi distolgo e abbasso lo sguardo, il tutto senza proferire parola. E così fino alle 23.
Chiusura del seggio. La porta non si chiude, la chiave non gira, allarme! Si mobilitano tutti, anche il M.llo, che esordisce con: - se non riusciamo a risolvere non potete abbandonata il seggio, dovete dormire qui. - E mi guarda con un sorriso beffardo, mentre io ricambi lanciandogli un'occhiataccia, e rispondo - oppure potreste fare i piantoni di guardia davanti al nostro seggio. - il suo sguardo si fa tagliente. E su due piedi ordina di scardinare la porta di fianco. - facciamo un cambio. -
Emergenza rientrata. Sorrido e saluto.
Mattina del terzo giorno.
Il M.llo è avvolto da un fragrante aroma di caffè, offerto dalla Presidente del seggio vicino a tutta la Compagnia, è lì, ammaliato dalle donne e invidiato dagli uomini presenti. Io invece, non gli ho rivolto parola per due giorni, quasi volutamente, non voglio rogne di alcun tipo.
Ma lui sembra voglia comunicare con me. È sempre nel seggio, mi gira intorno e non mi smarca un attimo. È una presenza costante. A metà mattina mi vede solo sulla porta, sì avvicina, rompe il ghiaccio, mi chiede dell'affluenza, iniziamo a parlare, non mi molla più, è un fiume in piena, non aspettava altro, inizia a raccontarsi e a chiedere di me, -dove studi? Sai il mio corso l'ho fatto proprio lì, nella caserma colà. Cosa studi, interessante. Bla, bla.- E via con la sua vita, il concorso, le dinamiche che l'hanno portato a questo e a quello. Nel nostro raccontarci non ci siamo presentati, siamo ancora due sconosciuti. Due senza nome. Che sanno qualcosa di più l'uno dell'altro.
Arriva la parte critica: lo spoglio elettorale. Lui è sempre lì, nel seggio. Il suo sguardo inizia a creare in me un po' di imbarazzo, ma a tratti lo percepisco carico di stima e ammirazione. Tutto scorre.
Nella pubblicazione esterna dei voti e nella calca dei rappresentanti di lista, mi trovo, non so come, quasi tra le sue braccia, con lui che mi cinge a sé senza alcun tocco, solo sfiorando la mia schiena. La sua voce - Aspetta un attimo. Aspetta. - io invece mi ritraggo e mi disperdo. Abbiamo finito, possiamo andare. Liberi tutti.
E invece no. Il M.llo si pianta davanti all'uscita del seggio. Ci blocca tutti all'interno.
-- Ve la ricordate la scena di Vacanze Romane, quando la principessa Anna incontra la schiera di giornalisti, dove solo perché riconosce il "suo cavaliere" (Joe Bradley) decide di fare la conoscenza di tutti? Ecco uguale.--
Si è piantato davanti alla porta e ha chiesto i nomi di tutti, lasciandomi per ultima. Tutti a dire nome e cognome, ed io stronza, ho rivelato solo il nome di battesimo.
La sua contromossa, astuta! Ci ha congedati presentandosi con tanto di nome e cognome. (Sottotitoli - Non posso cercarti, cercami).
Due giorni dopo l'ho cercato su faccialibro, trovato. Messaggio di convenevoli. E da quel di siamo amici, solo semplici e buoni amici. Ci vediamo per un caffè quando torno dai miei. Sempre con piacere, il tempo vola. Sempre. È una magica alchimia.
Da squattrinata studentessa, che fai, rifiuti? No no, accetto!!
Si inizia di sabato pomeriggio. Arrivo nel seggio assegnato, l'ultimo alla fine di un luogo corridoio, entro e mi trovo la figlia della vicina di casa. L'avvocata sempre restia a salutare, in questa occasione sfoggia un sorrisone. Eh già, sono l'unica persona che conosce. ( Doh! Dai, tre giorni volano). Convenevoli e via, ci mettiamo all'opera. Mentre facciamo quello che dobbiamo, ogni tanto riceviamo la visita del Maresciallo dei Carabinieri che staziona in questo edificio. M.llo della Compagnia di un paesino di zona. Accento forestiero. I suoi colori ricordano un arabo. Alto di statura, longilineo, spalle larghe, capelli corti neri come la notte. Occhi scuri grandi e intensi, incorniciati da lunghe ciglia. Sopracciglia definite rendono lo sguardo magnetico, che non nasconde un filo di malinconia. Carnato olivastro. Labbra grandi, sbarbato alla perfezione, lineamenti del viso mascolini ma delicati. Mani scultoree, con dita lunghe e affusolate, forse suona qualche strumento. All'anulare sinistro, fede lucidissima nuova di pacca. Si è sposato da poco. La divisa perfettamente in ordine. Forse è un coetaneo o al massimo pochi anni in più. Lo osservo e penso - Da dove mai è uscito questo gran pezzo di gnocco? - ( Oh, è oggettivamente bello!)
Con voce profonda, affabile e ferma ci chiede se tutto procede e ci augura buon lavoro.
Le sue occhiate sono penetranti.
Primo giorno è andato.
Mattino seguente, ore 6:30. Nemmeno entro e già mi accorgo che il M.llo ha fatto strage di cuori, caffè offerti di qua e complimentoni di là. Sorrisi e risate copiose risuonano. Tutte le donne presenti sono intorno a lui. È accerchiato! Lo guardo, ricambia, gli sorrido e tiro dritto verso la mia postazione.
Il seggio è aperto, l'affluenza lenta, mi ritrovo spesso sulla porta e mi trovo quasi sempre lui, che su e giù percorre il corridoio, mi osserva. Il suo sguardo mi fa sentire ogni volta sotto il metal detector. Arrossisco. Lo guardo e poi distolgo e abbasso lo sguardo, il tutto senza proferire parola. E così fino alle 23.
Chiusura del seggio. La porta non si chiude, la chiave non gira, allarme! Si mobilitano tutti, anche il M.llo, che esordisce con: - se non riusciamo a risolvere non potete abbandonata il seggio, dovete dormire qui. - E mi guarda con un sorriso beffardo, mentre io ricambi lanciandogli un'occhiataccia, e rispondo - oppure potreste fare i piantoni di guardia davanti al nostro seggio. - il suo sguardo si fa tagliente. E su due piedi ordina di scardinare la porta di fianco. - facciamo un cambio. -
Emergenza rientrata. Sorrido e saluto.
Mattina del terzo giorno.
Il M.llo è avvolto da un fragrante aroma di caffè, offerto dalla Presidente del seggio vicino a tutta la Compagnia, è lì, ammaliato dalle donne e invidiato dagli uomini presenti. Io invece, non gli ho rivolto parola per due giorni, quasi volutamente, non voglio rogne di alcun tipo.
Ma lui sembra voglia comunicare con me. È sempre nel seggio, mi gira intorno e non mi smarca un attimo. È una presenza costante. A metà mattina mi vede solo sulla porta, sì avvicina, rompe il ghiaccio, mi chiede dell'affluenza, iniziamo a parlare, non mi molla più, è un fiume in piena, non aspettava altro, inizia a raccontarsi e a chiedere di me, -dove studi? Sai il mio corso l'ho fatto proprio lì, nella caserma colà. Cosa studi, interessante. Bla, bla.- E via con la sua vita, il concorso, le dinamiche che l'hanno portato a questo e a quello. Nel nostro raccontarci non ci siamo presentati, siamo ancora due sconosciuti. Due senza nome. Che sanno qualcosa di più l'uno dell'altro.
Arriva la parte critica: lo spoglio elettorale. Lui è sempre lì, nel seggio. Il suo sguardo inizia a creare in me un po' di imbarazzo, ma a tratti lo percepisco carico di stima e ammirazione. Tutto scorre.
Nella pubblicazione esterna dei voti e nella calca dei rappresentanti di lista, mi trovo, non so come, quasi tra le sue braccia, con lui che mi cinge a sé senza alcun tocco, solo sfiorando la mia schiena. La sua voce - Aspetta un attimo. Aspetta. - io invece mi ritraggo e mi disperdo. Abbiamo finito, possiamo andare. Liberi tutti.
E invece no. Il M.llo si pianta davanti all'uscita del seggio. Ci blocca tutti all'interno.
-- Ve la ricordate la scena di Vacanze Romane, quando la principessa Anna incontra la schiera di giornalisti, dove solo perché riconosce il "suo cavaliere" (Joe Bradley) decide di fare la conoscenza di tutti? Ecco uguale.--
Si è piantato davanti alla porta e ha chiesto i nomi di tutti, lasciandomi per ultima. Tutti a dire nome e cognome, ed io stronza, ho rivelato solo il nome di battesimo.
La sua contromossa, astuta! Ci ha congedati presentandosi con tanto di nome e cognome. (Sottotitoli - Non posso cercarti, cercami).
Due giorni dopo l'ho cercato su faccialibro, trovato. Messaggio di convenevoli. E da quel di siamo amici, solo semplici e buoni amici. Ci vediamo per un caffè quando torno dai miei. Sempre con piacere, il tempo vola. Sempre. È una magica alchimia.
A volte, anche se non cerchi, certi incontri sono destinati.
