La fine della guerra fredda

24 settembre 2019 ore 21:53 segnala
Due monti, due mari, due climi diversi.
Un sole e una luna, una sola l'alba, uno il tramonto.
Stesso il piacere nello scoprire, nel voler sorridere,
rendevano le loro nazioni personali uniche e apparentemente indivisibili.

Poi vennero i dettagli divisori. La voglia di volere troppo, o troppo poco.
Vennero le incomprensioni mal spiegate e quelle mal gestiste.
Si acuivano i solchi nella terra, nelle mani, nei mancati sguari
Finché scoprirono confini invalicabili, fino a poco tempo prima invisibili.

E poi? Cosa resta di un conflitto inesploso?
Resta il gelo oltre il calore del sole.
Resta la voglia di vedere chi o cosa c'è dalla parte opposta
ma l'impossibilità di chiedere, di stringersi la mano di nuovo, di ascoltarsi.

Restano ricordi e affetti mai sopiti, sepolti a forza dal tempo e la mancanza di fiducia.
Resta inseguire quella linea sottile di pace desiderata e mai perseguita.
Rimangono le parole non dette, i passi non fatti, i tempi maturi che marciscono,
le albe e i tramonti che erano unici e che lo sono nonostante il tempo trascorso.

Alla fine basterebbe un gesto. Basterebbe che nessuna nazione personale lo temesse
e finirebbe una stupida guerra fredda, che oltre a rendere il silenzio, unica musica ascoltabile, rende grigio e freddo il cielo.
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Due monti, due mari, due climi diversi. Un sole e una luna, una sola l'alba, uno il tramonto. Stesso il piacere nello scoprire, nel voler sorridere, rendevano le loro nazioni personali uniche e apparentemente indivisibili. Poi vennero i dettagli divisori. La voglia di volere troppo, o troppo...
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24/09/2019 21:53:05
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Per un'amica che non c'è più

13 settembre 2019 ore 00:59 segnala
E' in questa notte, simile nel disegno a quella in cui sei andata via, che torno a impugnare la penna per ricordare le tue risate.
Un suono che è rimasto dentro a chi ti ha conosciuta, a chi ti ha amata e a chi hai fatto impazzire coi tuoi modi insistenti, ma tutto sommato piacevoli.
E ora che sono dieci anni che quel filo si è spezzato e troppi sentieri sono mutati nel tempo, provo ancora quel senso di privazione in petto... vorrei tu fossi qui.
Non sei mai andata via, nonostante sia cresciuto.
Ho promesso a me stesso che ti avrei portata in giro a conoscere la mia vita e ho promesso che l'avrei vissuta con la tua passione. Lo sto facendo.
Sono ancora scolpite, nei miei diari, le parole che avevi per me. Quando rimproveravi i miei capricci da immaturo e coloravi le mie cadute per farle sembrare meno imbarazzanti.
Lo hai sempre fatto con tutti, nonostante le tue difficoltà.
Sono quelle che ti spingevano a ridere appena possibile e sono anche quelle che hanno contribuito a portarti via così presto.

Ho fatto enormi sbagli. Prima con te, poi con me stesso.
Ed è per questo che ho preso le lacrime e le ho trasformate in un acquarello.
Non è stato affatto facile riprendere a camminare, non ero preparato a sentire che ti voglio bene solo attraverso il ricordo. Perché nonostante spesso fossimo distanti, il tuo cuore era
gentile ospite nel mio.
Va tutto bene, come hai sempre detto tu.
Il segreto non era inseguire quanto si è cancellato o distrutto dalla tua perdita, il segreto era costruire qualcosa di meglio, ispirato dai contorni del tuo sorriso.
E oggi, 13 Settembre 2019, vedo nitido ciò che voglio, ho imparato a dire che voglio bene alle persone come avrei dovuto fare con te.
Ho scoperto con incredibile gioia il valore profondo di un abbraccio e quanto non sia poi così pesante un sacrificio, se è un investimento per un valore più ampio e questo, cara la mia Anna, l'ho imparato da te.
L'ho imparato nei ricordi sbiaditi, nelle lettere che ho ritrovato e riletto troppo tardi e mi bruciavano gli occhi e nel suono della tua risata che è incredibilmente vivo dentro me.
E adesso che ho rialzato la testa e ho riscoperto come si fa a ridere, ora che cado sempre meno e sei indelebilmente una parte essenziale di ciò che sono...
oggi ciò che mi manca sei solo tu.

Ti voglio bene Anna. Grazie di essere nel mio cuore.
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E' in questa notte, simile nel disegno a quella in cui sei andata via, che torno a impugnare la penna per ricordare le tue risate. Un suono che è rimasto dentro a chi ti ha conosciuta, a chi ti ha amata e a chi hai fatto impazzire coi tuoi modi insistenti, ma tutto sommato piacevoli. E ora che sono...
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Stay

18 agosto 2019 ore 12:28 segnala
Mi piacerebbe restare
dove il ricordo è più dolce
nelle parole di chi mi sa raccontare
nella piega di un sorriso estemporaneo
nelle risate fragorose.

Oppure in un abbraccio
quando le giornate sono fredde dentro
dentro la strofa di una canzone
fra le fusa dei gatti che accarezzo
o solo in cinque minuti rimasti liberi.

Mi piacerebbe restare
perché ho paura delle scritte cancellate
delle porte che sbattono all'improvviso
dell'imprevedibilità del buio
del caos di troppe voci e la mia troppo debole.

E' quando la notte scava in profondità
nei silenzi della stanza, prima di dormire,
che rincorro volti e voci che sono con me, o mi hanno accompagnato
e mi chiedo se lungo il loro cammino
è ancora presente un'orma che testimoni il mio transito.

Mi piacerebbe restare
perché ho ancora spazio confortevole dove ripongo strani, buffi sentimenti
perché cerco con discrezione di non disturbare
perché scordare le lettere del mio nome fa male
perché ho perso tanto, soprattutto chi mi è stato sradicato con la forza
e nonostante le mie disattenzioni, so voler bene e lo so dimostrare.

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Mi piacerebbe restare dove il ricordo è più dolce nelle parole di chi mi sa raccontare nella piega di un sorriso estemporaneo nelle risate fragorose. Oppure in un abbraccio quando le giornate sono fredde dentro dentro la strofa di una canzone fra le fusa dei gatti che accarezzo o solo in cinque...
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Broken Wires

15 luglio 2019 ore 00:08 segnala
Quando un filo si spezza resta la fibra a mostrare il logorìo e lo stress che lo ha portato alla rottura.
Si riesce quasi a toccare il punto in cui i due lembi, una volta uniti, hanno ceduto e tutto quello che resta è ammirarne la forma e ricordare ciò che era.
La vita è fatta anche di fili spezzati, di spaghi tranciati, di elastici troppo logori per espandersi e comprimersi, di corde tagliate.
Eppure non ho spazio per il rancore.
Il rancore è un inquilino scomodo, sporco e nauseabondo che va solo sfrattato.
Per ogni filo spezzato ho nel cuore un determinato sorriso, una parola che lo ha colorato, un abbraccio che lo ha temporaneamente irrobustito, un ricordo che lo rende perennemente prezioso.
Per questo li conservo tutti. Perché ovunque siano finite le dita che lo tenevano dall'altro capo, qualsiasi foglio bianco abbiano abbellito con la loro grafia, posso solo sperare e rallegrarmi del fatto che oggi le persone che ho perso lungo il cammino, stiano meglio e siano felici come meritano.

Con affetto a ogni filo spezzato.

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Quando un filo si spezza resta la fibra a mostrare il logorìo e lo stress che lo ha portato alla rottura. Si riesce quasi a toccare il punto in cui i due lembi, una volta uniti, hanno ceduto e tutto quello che resta è ammirarne la forma e ricordare ciò che era. La vita è fatta anche di fili...
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Svuotando le tasche

04 maggio 2019 ore 04:43 segnala
Avvolto dal sapore tiepido del velo di una foschia
appaiono estratti dalle tasche alcuni ricordi.
Come proteggerli? Come far sì che non sbiadiscano con la pioggia?
Vie intrise dell'odore degli eucalipti,
mentre in cielo un caccia squarcia l'orizzonte blu del mare in lontananza,
non mi spaventa, vola in alto come i desideri tipici di un bambino
fra i giochi di un'infanzia a tinte chiaro scure.
Suoni di un disco che ha accompagnato le corse fino a far infuriare l'asma nei polmoni, hanno lenito anni, ormai frammenti, oscurati da pennarelli neri
e mi hanno anche dato il coraggio, quando scegliere di cambiare era più folle e difficile di buttare giù tutto e ripartire dal principio.
Non era coraggio quando salivo su un palco per scaldarmi al fuoco di un riflettore,
non lo era quando perdevo tempo e non mi curavo che sarebbe stata un'ottima merce di scambio per ogni progetto, era solo cieca impulsività.
Sfilo dalla giaccia la foto consunta di un sorriso che non ho più
non mi ero accorto di quanto fosse luminoso, finché non è rimasto solo impresso nel ricordo, fino a logorarsi. Fino a desiderare di stare male, per sentire di averlo amato quando non lo sapevo.
Il perdono è un libro pesante e impolverato, soprattutto se a scriverlo è colui al quale è dedicato, ma è stato un regalo! Perché dentro al capitolo più difficile ci puoi trovare scritti i particolari che delineano il tuo personaggio.
Il tempo è fatto di continue variazioni di ritmo.
Quando meno lo avresti creduto, ha disegnato strade diverse e lontane per gli affetti più vicini e non puoi rammaricartene, nonostante la nostalgia, se sai che ogni sentiero viene percorso da loro con un sorriso.
E ora che conto le gocce che cadono fuori dalla finestra, ora che le fusa della mia gatta fanno da metronomo alle sensazioni di questo momento...
Desidero e spero di aver capito quale sia il mio viale, dove mi porterà se sarà destino una scelta di passione.
E allora si dirada la foschia, si dissolve il bianco e nero della quotidianità e prendono forma immagini colorate e scintillanti, come in un caleidoscopio: i sogni.
Sogni di toccare una casa con le mie sembianze.
Sogni di guidare per panorami inesplorati.
Sogni di poter decidere di non uscire una sera.
Sogni di scoprire che amare è scaldarsi le mani gelate e portarsi dietro l'ombrello che non vuoi usare mai, perché tenere al riparo il cuore di chi, nonostante possa scoprire che terribile disastro tu possa essere, decide che i disaster movies sono una figata, è l'unica cosa importante.
Ringrazio la mia musica che mi tiene tranquillo, conosce il freno di un motore che altrimenti sarebbe eccessivo.
Ringrazio chi mi ama e mi sostiene con ogni gesto (e non so nemmeno perché), per saper tenere teso un filo senza farlo spezzare, per credere ancor prima che lo faccia io, che possa ancora correre senza farmi male.
Ora chiuderò gli occhi, mentre aspetto cercando di rimanere tranquillo.
E' l'attesa che, almeno questa volta, squilli il telefono e mi venga proposto un nuovo obiettivo.
I miei ricordi tornano nelle tasche, il mio sorriso, spero, sia pronto per essere indossato per la prossima sfida, per il prossimo incontro... per il prossimo desiderio.
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Avvolto dal sapore tiepido del velo di una foschia appaiono estratti dalle tasche alcuni ricordi. Come proteggerli? Come far sì che non sbiadiscano con la pioggia? Vie intrise dell'odore degli eucalipti, mentre in cielo un caccia squarcia l'orizzonte blu del mare in lontananza, non mi spaventa,...
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E sia!

26 novembre 2018 ore 04:32 segnala
Sono sul solito treno che da tre anni, sovente, mi porta via da un luogo caro,
ma stavolta è diverso, corre via per l'ultima volta da un capitolo della mia vita.
E' così maledettamente banale sentire il cuore raggrinzirsi per questo?

Il paesaggio diventa un quadro astratto,
fuori dal finestrino ci sono i momenti che hanno scandito i miei giorni qui.
Cosa darei per avere qualcuno vicino che mi dicesse:

"Hey! Dai stringiti a me! Non esser triste per i ricordi che lasci qui...
Come uno scrittore con la penna in mano e una pagina tinta ancora di bianco,
prendi le tue idee, le speranze e i sogni e comincia a creare un capitolo nuovo.
Niente di tutto ciò è finito, cambia solo la scenografia dei tuoi prossimi sorrisi
questa addirittura potrebbe essere, la svolta che cambierà tutta la storia!"

E sia!

Io, che son felice figlio della sfiga!
Conosco a memoria il suono di ogni caduta
2 di picche, sbagli e bestemmie.
Non lo dico mica per vantarmi se tutto il mio percorso è stato un vero disastro.

Certo, avrei dovuto essere un po' più attento,
un po' meno preso dalla cura del mio personaggio
soprattutto visto che lo hanno creato assai goffo.

Ho sempre creduto che le stampelle che mi hanno accompagnato per anni
anziché sorreggere le ginocchia sbriciole, dovessero sostenere il cervello!

Ma ora sono sul solito treno che da tre anni, sovente, mi porta via da un luogo caro
e stavolta è differente, ormai è già lontano, da un capitolo che il cuore fatica ad archiviare.
Niente è definitivo nella vita e allora è meglio fumarci su.
E' così maledettamente scontato lasciare un pezzo di cuore qui?

Il paesaggio diventa un quadro astratto,
fuori dal finestrino ci sono i momenti che hanno scandito i miei anni a Orvieto.
Cosa darei per avere qualcuno vicino che mi dicesse:

"Hey! Dai stringiti a me! Non esser triste per i ricordi che lasci qui...
Tranquillo, ne verranno ancora di più belli!"

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Sono sul solito treno che da tre anni, sovente, mi porta via da un luogo caro, ma stavolta è diverso, corre via per l'ultima volta da un capitolo della mia vita. E' così maledettamente banale sentire il cuore raggrinzirsi per questo? Il paesaggio diventa un quadro astratto, fuori dal finestrino...
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Il nome sbagliato

26 aprile 2018 ore 02:53 segnala
Giorni graffiati, come la puntina logora di un giradischi,
la canzone che scandisce la mia vita salta sempre sullo stesso punto.
E' un loop maledetto, che ripete il solito nome,
e ti accorgi che stai perdendo il controllo di te.

Prendi respiro, ma la mente è lì
ti costringe a cercare gli echi delle sue novità.
Guardi uno schermo, con lo sguardo incollato come quello di un bimbo,
sperando che nei silenzi si accorga di te.

Vorrei inseguire un sentimento
cavalcare la speranza di un'idea
avere nelle mani il potere di farla emozionare e farle dire di sì.

E' un mare con le onde all'inverso
imprevedibile follia, ho sempre più paura si sia scordata di me
mentre io, sulla bocca, inciampo sempre lì
è il copione perfetto delle mie conversazioni.

Come uno sciocco, all'improvviso, volendo parlare di lei,
accidentalmente mi ritrovo a parlare a lei!
Ma la paura è così tanta, da fuggire via perché
come spieghi al nome sbagliato che è perfetto per te
che eri lì, perché cercavi lei.

Vorrei tornasse per un momento
prezioso e sublime, per non farlo passare, lo catturerei
avere nelle parole il potere di farla tornare e farle dire di sì.
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Giorni graffiati, come la puntina logora di un giradischi, la canzone che scandisce la mia vita salta sempre sullo stesso punto. E' un loop maledetto, che ripete il solito nome, e ti accorgi che stai perdendo il controllo di te. Prendi respiro, ma la mente è lì ti costringe a cercare gli echi...
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Momenti di cuore

14 marzo 2018 ore 23:47 segnala
Quando fuori si chiudono le tapparelle
e le stanze delle case vanno a dormire, o a fare l'amore,
è il momento in cui ogni respiro, nel mio petto, si fa un po' più pesante.
Non posso fare a meno di sentirlo quel rumore in fondo al cuore,
quel suono di ferraglia che vìola l'armonia del silenzio
e si prende la libertà di trascinare i miei pensieri dove non dovrei essere.
Tutto il mio cammino ha preso strade che non credevo
e per ogni passo compiuto, alla ricerca di un equilibrio,
sono riuscito solo a smarrire il sentiero che avrei dovuto tenere... e me stesso.
Succede così che anche una mano che hai tenuto stretta lungo un sentiero,
sia scivolata via per intraprendere un altro percorso
perché entrambi, invece di tenere stretta la presa, abbiamo aperto la mano.

E' proprio quando fuori riposano le serrande
e le stanze delle case diventano buie, o anche molto movimentate,
che penso e immagino e sento!
Mi sento per un istante meno lontano, nonostante sia solo una percezione,
mentre immagino, immagino i luoghi e i colori vissuti dalla mano che ho smarrito
e sento anche i profumi e i suoni, di momenti remoti e propositi ormai svaniti.
Certo anche io sogno, plasmo una realtà così fredda e cupa,
la scaldo con qualche sospiro, mentre prende la forma di un sorriso,
e la accarezzo con una canzone, aspettando le ditate della realtà, per cambiare pagina.
E non fa bene, lo so che non lo fa, o almeno così dovrebbe essere,
però non posso fare a meno di sentire come se stessi bene,
quando penso che comunque, anche in un sentiero così lontano dal mio, probabilmente... spero, saprà essere così felice da essere stupenda.
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Quando fuori si chiudono le tapparelle e le stanze delle case vanno a dormire, o a fare l'amore, è il momento in cui ogni respiro, nel mio petto, si fa un po' più pesante. Non posso fare a meno di sentirlo quel rumore in fondo al cuore, quel suono di ferraglia che vìola l'armonia del silenzio e si...
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Niente

28 gennaio 2018 ore 01:31 segnala
A volte sento il cuore chiuso e stretto nei silenzi.
Mi distrugge non esistere ed essere un filo di vento lontano.
Mi sento un ricordo imbarazzante
Un fastidioso momento di debolezza.

In mezzo a tanti sbagli, sono stato sincero
E il mio affetto ha sempre prevalso.
Ma non conta, se anche quando sono stato cercato
è stato solo per essere dimenticato.

Questo mi fa male. Volerti bene ed essere niente!
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A volte sento il cuore chiuso e stretto nei silenzi. Mi distrugge non esistere ed essere un filo di vento lontano. Mi sento un ricordo imbarazzante Un fastidioso momento di debolezza. In mezzo a tanti sbagli, sono stato sincero E il mio affetto ha sempre prevalso. Ma non conta, se anche quando...
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Piccolo, sciocco sfogo

24 dicembre 2017 ore 04:23 segnala
Pensavo che molti di voi non li capisco proprio.
Avete tanto, tante opportunità e vi sprecate, vi buttate via peggio di come faccio io.
Magari avrete dei lavori che vi permettono molto, magari una macchina, più serate in giro.
Magari avrete una buona dose di sicurezza in voi stessi, una capacità di sembrare brillanti d'impatto, quando in realtà chi si spreca non lo è.
E non capisco come si faccia a buttare tutto, come tanta gente lo faccia.
Chi butta via tutto per un'erezione, chi perché si rifiuta categoricamente di ascoltare o mettere, almeno una volta nella vita, in discussione una convinzione.
Chi perché incapace di rinnovarsi, o sacrificarsi.
La saccenza usata come moneta corrente, la superficialità come abito da sera.
Poi ci sono gli schiavi delle routine, quelli che dare per scontato è il loro credo.
Non sono dissimili dai poveretti che credono che essere uomini significhi vantare incredibili centimetri in dotazione fra le gambe.
Sono soprattutto quelli che una volta avuta l'incredibile fortuna di incontrare qualcuno che stia bene con loro, pensano non sia necessario fare altro, che va bene così.
Va bene il solito bacio. Va bene il solito ristorante. Va bene il solito complimento e un regalino. Va bene la consueta manutenzione di un rapporto.
Sono quelli che odio di più.
Sono quelli che hanno la fortuna di saper dire le cose che non pensano nemmeno
e non sono stupidi come me che non so dire quelle che penso.
Amare qualcuno, amare quel rapporto, è volerselo meritare sempre.
Avere qualcuno nel proprio letto non significa che è fatta!
Avere un rapporto è un lungo, continuo campionato e ogni giorno, ogni attenzione, ogni carezza e anche ogni litigio, sono le partite da giocare per conquistarsi la vittoria finale... che si spera non arrivi mai.
Se io avessi la fortuna di sentirmi così sicuro di non dire la prossima cazzata che rovinerà tutto, probabilmente avrei ciò che desidero.
Saprei ballare, saprei dire che le gite a vedere luoghi culturali, mi fanno stare bene, mi rendono, ogni volta, un uomo migliore.
Che sentirla nella pelle, durante un abbraccio, è oltre l'immaginazione delle parole. Non è possibile descriverlo! Forse solo la musica può farlo.
Se non fossi impreparato, o non lo fossi stato, magari oggi sarebbe un giorno così bello da non crederci e mi piacerebbe anche vedere i vampiri in televisione.
Sarei in grado di ammettere che un bacio mi fa sorridere come uno scemo, che sognarlo mi fa sbagliare tram per tornare a casa.
Potrei perdermi nella passione, come non ho mai fatto perché finora non l'ho fatto come avrei voluto e dovuto, perché troppo distratto e troppo superficiale.
Leggo spesso che alcuni approcciano a una donna, solo cercando di convincerla che la loro è la migliore erezione.
Oltre a essere del tutto inutile ed è incredibile che molti non lo capiscano, chiudono la porta a tutto questo.
Io vorrei avere tutto questo e mi fa incazzare vedere chi ha più qualità di me, per averlo, che butta via tutto.

Se adesso si aprisse una piccola finestra del tempo farei ciò che mi è mancato di fare.
Stringere un forte abbraccio, una carezza con un bacio e saper sussurrare: "Grazie, perché ho bisogno di te".
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Pensavo che molti di voi non li capisco proprio. Avete tanto, tante opportunità e vi sprecate, vi buttate via peggio di come faccio io. Magari avrete dei lavori che vi permettono molto, magari una macchina, più serate in giro. Magari avrete una buona dose di sicurezza in voi stessi, una capacità di...
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24/12/2017 04:23:02
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