Un sole e una luna, una sola l'alba, uno il tramonto.
Stesso il piacere nello scoprire, nel voler sorridere,
rendevano le loro nazioni personali uniche e apparentemente indivisibili.
Poi vennero i dettagli divisori. La voglia di volere troppo, o troppo poco.
Vennero le incomprensioni mal spiegate e quelle mal gestiste.
Si acuivano i solchi nella terra, nelle mani, nei mancati sguari
Finché scoprirono confini invalicabili, fino a poco tempo prima invisibili.
E poi? Cosa resta di un conflitto inesploso?
Resta il gelo oltre il calore del sole.
Resta la voglia di vedere chi o cosa c'è dalla parte opposta
ma l'impossibilità di chiedere, di stringersi la mano di nuovo, di ascoltarsi.
Restano ricordi e affetti mai sopiti, sepolti a forza dal tempo e la mancanza di fiducia.
Resta inseguire quella linea sottile di pace desiderata e mai perseguita.
Rimangono le parole non dette, i passi non fatti, i tempi maturi che marciscono,
le albe e i tramonti che erano unici e che lo sono nonostante il tempo trascorso.
Alla fine basterebbe un gesto. Basterebbe che nessuna nazione personale lo temesse
e finirebbe una stupida guerra fredda, che oltre a rendere il silenzio, unica musica ascoltabile, rende grigio e freddo il cielo.

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