Svuotando le tasche

04 maggio 2019 ore 04:43 segnala
Avvolto dal sapore tiepido del velo di una foschia
appaiono estratti dalle tasche alcuni ricordi.
Come proteggerli? Come far sì che non sbiadiscano con la pioggia?
Vie intrise dell'odore degli eucalipti,
mentre in cielo un caccia squarcia l'orizzonte blu del mare in lontananza,
non mi spaventa, vola in alto come i desideri tipici di un bambino
fra i giochi di un'infanzia a tinte chiaro scure.
Suoni di un disco che ha accompagnato le corse fino a far infuriare l'asma nei polmoni, hanno lenito anni, ormai frammenti, oscurati da pennarelli neri
e mi hanno anche dato il coraggio, quando scegliere di cambiare era più folle e difficile di buttare giù tutto e ripartire dal principio.
Non era coraggio quando salivo su un palco per scaldarmi al fuoco di un riflettore,
non lo era quando perdevo tempo e non mi curavo che sarebbe stata un'ottima merce di scambio per ogni progetto, era solo cieca impulsività.
Sfilo dalla giaccia la foto consunta di un sorriso che non ho più
non mi ero accorto di quanto fosse luminoso, finché non è rimasto solo impresso nel ricordo, fino a logorarsi. Fino a desiderare di stare male, per sentire di averlo amato quando non lo sapevo.
Il perdono è un libro pesante e impolverato, soprattutto se a scriverlo è colui al quale è dedicato, ma è stato un regalo! Perché dentro al capitolo più difficile ci puoi trovare scritti i particolari che delineano il tuo personaggio.
Il tempo è fatto di continue variazioni di ritmo.
Quando meno lo avresti creduto, ha disegnato strade diverse e lontane per gli affetti più vicini e non puoi rammaricartene, nonostante la nostalgia, se sai che ogni sentiero viene percorso da loro con un sorriso.
E ora che conto le gocce che cadono fuori dalla finestra, ora che le fusa della mia gatta fanno da metronomo alle sensazioni di questo momento...
Desidero e spero di aver capito quale sia il mio viale, dove mi porterà se sarà destino una scelta di passione.
E allora si dirada la foschia, si dissolve il bianco e nero della quotidianità e prendono forma immagini colorate e scintillanti, come in un caleidoscopio: i sogni.
Sogni di toccare una casa con le mie sembianze.
Sogni di guidare per panorami inesplorati.
Sogni di poter decidere di non uscire una sera.
Sogni di scoprire che amare è scaldarsi le mani gelate e portarsi dietro l'ombrello che non vuoi usare mai, perché tenere al riparo il cuore di chi, nonostante possa scoprire che terribile disastro tu possa essere, decide che i disaster movies sono una figata, è l'unica cosa importante.
Ringrazio la mia musica che mi tiene tranquillo, conosce il freno di un motore che altrimenti sarebbe eccessivo.
Ringrazio chi mi ama e mi sostiene con ogni gesto (e non so nemmeno perché), per saper tenere teso un filo senza farlo spezzare, per credere ancor prima che lo faccia io, che possa ancora correre senza farmi male.
Ora chiuderò gli occhi, mentre aspetto cercando di rimanere tranquillo.
E' l'attesa che, almeno questa volta, squilli il telefono e mi venga proposto un nuovo obiettivo.
I miei ricordi tornano nelle tasche, il mio sorriso, spero, sia pronto per essere indossato per la prossima sfida, per il prossimo incontro... per il prossimo desiderio.
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Avvolto dal sapore tiepido del velo di una foschia appaiono estratti dalle tasche alcuni ricordi. Come proteggerli? Come far sì che non sbiadiscano con la pioggia? Vie intrise dell'odore degli eucalipti, mentre in cielo un caccia squarcia l'orizzonte blu del mare in lontananza, non mi spaventa,...
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04/05/2019 04:43:42
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Commenti

  1. LINTERDIT 04 maggio 2019 ore 09:15
    mi hai donato un sorriso
  2. MontyPython 04 maggio 2019 ore 11:11
    Grazie mille! :-) :-*

    Sono lusingato :cuore

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