INCANTATIONES PASSIONIS

10 dicembre 2024 ore 14:11 segnala


Muovi i tuoi fianchi e ingannami una volta ancora. Ho voglia di perdermi nei tuoi occhi, ho un intenso bisogno del tuo più scabroso sortilegio.

Ti prego, creami una nuova illusione, sempre più grande e letale. Anche se sono consapevole che non sia vero amore ma solo una chimera di rosso vestita, che affonda i suoi artigli dentro la mia carne sanguinante ormai pronta per l’estremo sacrificio.

Circuisci la mia anima e amplifica la voglia per le tue labbra. Poi stringi le mani sulla mia gola e soffoca la mia anima, così come hai fatto la prima volta che ho incontrato il tuo volto.

Portami nel tuo regno d’inganno e consuma la mia pazienza. Rendimi schiavo delle tue menzogne e imprigiona la mia mente con drappi di seta scura. Fai l’amore con il mio desiderio sino a fermarmi il cuore.

Affinché non mi manchi mai la tua letale presenza, senza la quale io sarei un nulla, dono perfetto per chi non ha più futuro. In fondo sono io il solo colpevole, reo di averti così profondamente amata.

Seducimi con il tuo sguardo e avvolgimi nel tuo incantesimo. Ho bisogno di sentire il tuo tocco, di essere travolto dalla tua magia oscura. Creami un'altra illusione, più profonda e avvolgente, che mi faccia dimenticare ogni realtà.

Portami nel tuo mondo di ombre e misteri, dove ogni sussurro è un segreto e ogni bacio una promessa. Rendimi prigioniero del tuo fascino, incatenami con la tua bellezza letale. Fai battere il mio cuore solo per te, fino a quando non rimarrà più nulla di me.
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« immagine » Muovi i tuoi fianchi e ingannami una volta ancora. Ho voglia di perdermi nei tuoi occhi, ho un intenso bisogno del tuo più scabroso sortilegio. Ti prego, creami una nuova illusione, sempre più grande e letale. Anche se sono consapevole che non sia vero amore ma solo una chimera di ...
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10/12/2024 14:11:20
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REVELATIO VERITATIS

02 dicembre 2024 ore 08:33 segnala


Questo mio folle cuore urla sotto il peso della bramosia per un’emozione sognata che non avrebbe mai dovuto essere immaginata. È alla ricerca di una risposta che gli restituisca la pace, poiché sa che violare una promessa equivale a uccidere l’anima. Questo è ciò che dicono i saggi, ciò che insegna la consuetudine.

Tuttavia, questa sensazione potrebbe nascondere l’idea di un nuovo possesso, senza vinti né vincitori, ebbri come siamo dopo aver bevuto senza freni al calice della passione. È in questo momento che la coscienza si assopisce, assumendo la forma di una vita possibile. L’idea di un nuovo domani ti scruta da lontano prima di avvicinarsi a te. Ti sorride maliziosa, si impossessa del tuo corpo e della tua mente, ti spinge oltre i tuoi limiti, quelli imposti da un giuramento ormai infranto.

Andare oltre! È forse questa la vera risposta all’imbarazzo di decidere? Scegliendo la nuova via, non ci sarebbero vinti né vincitori, nessuna sconfitta o vittoria, ma solo emozioni. È normale diventare egoisti per sopravvivere a se stessi? Il solo pensiero scatena nello spirito un’energia inaspettata che sconvolge l’esistenza. Sei trasportato nel più profondo degli oceani per poi essere sospinto verso vette che pensavi inarrivabili, mai esplorate prima. Così, ti senti preda di una nuova dimensione inconsapevole. Nulla potrà rallentare la sua corsa, poiché ogni convenzione è ormai morta. Il passato diventa la vera negazione del presente, poiché nulla può resistere all’impeto di passione e desiderio. È quindi necessario rassegnarsi, perché nessun appello alla ragione potrà mai riportarti indietro. Il pentimento e il rimpianto di non aver vissuto questa realtà rendono oggi la tua scelta di felicità l’unica possibile. Rinunciare sarebbe la fine del tuo mondo!

Questa è la ragione per cui tutti i nostri demoni ora danzano in circolo intorno a ciò che resta di noi, inneggiando festosi per la nuova realtà. Disegnano con i loro movimenti un nuovo futuro, quasi inatteso, privo di convenzioni o promesse, lontano da responsabilità e conseguenze possibili. Ecco, una nuova vita che vuole essere profondamente vissuta si presenta come un’opportunità, non come un ostacolo. E io ti invoco, sconosciuta realtà che non lascia respiro e che libera nell’aria la magia del vivere, euforica presenza di luce che illumina un nuovo percorso libero dall’apatia e dalla noia: incatenami a te per liberarmi definitivamente da ogni pensiero che mi distolga da questo mio sentire.

Nulla potrà frenare questo momento che prende forma nel cuore, quel cuore distante da tutto e che non si è mai interrogato sui desideri più profondi. È forse per l’inganno maledetto dell’amore eterno, ormai risolto, che sto ritrovando la felicità perduta? Disincantata realtà che mi mostri nella mia vita l’ossimoro del mio comportamento, sii tu la mia guida d’ora in poi. Sei tu che mi hai spinto oltre l'abisso, in bilico tra palazzi di vetro e cupe pareti inaccessibili allo sguardo. Sei tu che mi hai fatto bere da coppe cineree ricolme di succo di rare spezie che inebriano, ma che avrebbero potuto contenere veleno. Ora so chi sei e per questo ti ringrazio, nonostante tutto, per avermi ridato la libertà che merito.

Ora che la mia scelta è definitiva, non voglio più credere nel passato. Per troppo tempo sono stato come un dado che, schiavo dell’altrui gravità, è rimasto in bilico prima di cadere sull’unico lato possibile, quello che mi ha reso ciò che sono ora. La risposta contiene la domanda che davvero è necessario porsi: “Qual è davvero la realtà da vivere se ciò che hai non ti rende vivo, se ti uccide lentamente giorno dopo giorno, distruggendo ogni tua convinzione, come una goccia che, lungo lo stillicidio del tempo, consuma anche la roccia più dura?”.

In verità, non esiste una risposta giusta a questa domanda, poiché rinunciare a vivere il nuovo presente sarebbe come morire un’altra volta.

INQUISITIONE VERITATIS INTERIORIS

28 novembre 2024 ore 15:58 segnala


Dopo la furiosa lotta con il mio passato, una calma apparente si era insinuata nei miei cupi pensieri. Cosa stava accadendo? Cosa aveva prodotto quella pace che mi stava liberando dall’apnea in cui ero caduto? Seppure inconsapevole ne ho approfittato e ho ripreso a respirare. Ho sentito il cuore battere ancora, situazione inaspettata ancorché molto dolorosa. Qualche istante prima vivevo come smarrito il senso della mia folle scelta di amare te, irreale e iconica presenza, costruita sull’idea di un sogno, che io sapevo consapevolmente essere un’illusione destinata comunque a scomparire all’alba.

Senza più movimento, immobile come contrappeso fermo, ricercavo inutilmente una ragione che potesse confortarmi di quella mia decisione di desiderarti, scellerata opzione che sapevo mi avrebbe allontanato dalla vita per catapultarmi in un mondo che mai avrei dovuto esplorare.

Poi d’improvviso, lo stupore del cambiamento mi ha pervaso lo spirito e in quel cupo mio cielo nero privo di stelle, si è aperto uno squarcio che ha restituito luce al mio mondo. Mi stavo rendendo conto che quello che desideravo era ormai distante. Era stata mia la responsabilità di quella follia, ma non ero io l’artefice di quanto stava avvenendo.

Qualcosa era accaduto ma stentavo a credere a questa nuova realtà alla quale non ero ancora preparato. Da qui il dubbio si è fatto strada nella mia mente: “È stata Nemesi a rendere sin da subito quella mia felicità effimera, o forse è un gioco del destino e del caso che hanno complottato contro di me?”.

Ora so che una risposta deve essere trovata.
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« immagine » Dopo la furiosa lotta con il mio passato, una calma apparente si era insinuata nei miei cupi pensieri. Cosa stava accadendo? Cosa aveva prodotto quella pace che mi stava liberando dall’apnea in cui ero caduto? Seppure inconsapevole ne ho approfittato e ho ripreso a respirare. Ho sent...
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ULTRA LIMITEM DESIDERII

18 novembre 2024 ore 12:54 segnala


Aspetterò che tu liberi quel demone dalla prigione antica in cui l'hai rinchiuso. In questa nostra oscurità, fatta di pareti impenetrabili costruite con silenzi e distanze incolmabili, si smorzano gli echi del mio desiderio inestinguibile che brucia per te e consuma la mia anima perduta.

Nascosta tra le mie paure e sottomessa all'inimmaginabile fantasia a cui mi hai costretta, rifletto il mio volto nel ricordo del tuo primo bacio. Non rinuncerò all'attesa di bussare ancora una volta alla porta dell'ignoto, alla ricerca di domande a cui non cerco più risposte. Userò ogni mio potere per liberarti, sperando che tu sveli il mistero di come tu possa essere una fonte inesauribile di piacere e dolore, impossibile da trattenere.

Nulla può fermarmi ora che voglio conoscere la tua verità. Resto immobile, perduta tra lacrime e sorrisi, senza il conforto di parole che possano sedare il dolore della tua assenza. Mi abbandono al ricordo della tua potenza distruttrice, consapevole del danno che hai arrecato alla mia anima, in attesa che il dolore trasformi la mia passione in qualcosa di tangibile. Solo tu hai saputo concedermi emozione con un tocco appena accennato, seppur mortale. Senza di te, non avrei mai osato spingere la mia fantasia oltre l'ignoto che solo tu hai il potere di farmi vivere.

Per questa maledizione, sento il mio desiderio per te crescere come un'alba che non tramonta mai. Mi dispero al pensiero di ciò che mi hai fatto, ma al tempo stesso mi compiaccio di essere stata scelta. Insisto senza cedere, bussando senza fine a quella porta che presto cadrà, liberandoti dalle catene che ti sei imposto per allontanarmi. Tu sarai mio per sempre. Nessuno può fermarmi perché ora so di essere nel giusto. So come risvegliare la tua anima, sopita dietro pareti di ghiaccio, scelte come compagne silenziose per un futuro senza di me. Ma quanto potrai resistermi ora che so che anche tu mi desideri?

So cosa fare ora per fiaccare ogni tua resistenza, mostrandoti di me ciò che ancora non conosci o immagini. Io, donna che esplora per essere conquistata, che provoca per essere devastata, sfiancata e posseduta dalla tua demoniaca presenza, sospinta oltre il limite del possibile, a tratti perduta in quell'inferno che è il tuo paradiso, percorro consapevole la via che porta dalla luce alle tenebre. Rassegnati, perché attenderò con pazienza la tua caduta. Scioglierò quel ghiaccio perché ti ho scelto e ti prometto che sarai mio.

Voglio che tu sia la mia unica vera condanna, l'unica ragione che accende come pietra focaia le mie più nascoste fantasie. Desidero non solo i tuoi pensieri, ma anche ogni battito di quel cuore che hai giurato di non avere, ma che solo io sento pulsare, rendendomi tua schiava. Per questo sarò per sempre in attesa di quel dolce e terribile momento in cui i tuoi artigli segneranno la mia schiena con il tuo segno di possesso.

E io, nell'attesa di te, prometto sin da ora che sarò tua per sempre.


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« immagine » Aspetterò che tu liberi quel demone dalla prigione antica in cui l'hai rinchiuso. In questa nostra oscurità, fatta di pareti impenetrabili costruite con silenzi e distanze incolmabili, si smorzano gli echi del mio desiderio inestinguibile che brucia per te e consuma la mia anima perd...
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"QUARTA COGITATIO VIATORIS DIGITALIS: INSANIA ET LIBERTAS"

04 novembre 2024 ore 12:22 segnala


Ho spesso usato le parole per dipingere d’emozione e lacrime la passione, anche se per questo ho immerso la mia anima nel colore secco di quella tavolozza chiamata solitudine. Una solitudine che mi ha avvolto come una coperta fredda, isolandomi dal mondo e dalle persone che amavo. Chissà per quale mia insana scelta ho lasciato che ciò accadesse. Ho anche dovuto dare un senso al distacco, forzando la mia volontà a interrompere rapporti che credevo esistenti e che forse non lo sono mai stati davvero.

Per questo, qualche volta, ho strappato l’amore dal cuore, come una radice che si stacca dal terreno, togliendole così la vita. Un amore che non era più ricambiato, che non era più sincero, che non era più vivo ha dovuto essere distrutto. Un’amicizia fondata sull’uso più che sul rispetto reciproco ha finito per soffocare ogni rapporto, eliminando ogni tipo di contatto. Anche qui ho dovuto incendiare il terreno per renderlo fertile.

Ho lentamente ripercorso le tracce di parole, quelle scritte con falsa intensità e quelle provenienti da mondi troppo lontani, impossibili da visitare. Ho scoperto che nessuno è solo se decide di non esserlo, anche se tutto sembra complottare contro di lui, contro le sue idee e i suoi principi. Non voglio più rinunciare a me stesso per compiacere qualcuno che mi ripaga con falso interesse, ma che ha solo l’intento di strapparmi l’anima.

Ho così scoperto che ci sono altre persone che mi vogliono bene, che mi capiscono, che mi sostengono. Ho scoperto che ci sono altre opportunità, altri sogni, altre sfide. Vivo ogni giorno di tali gemme preziose dalle quali ho cercato di allontanarmi senza un vero perché. Queste realtà non erano poi così distanti ma erano pietre preziose, disseminate intorno alla vita di tutti i giorni. Le avevo erroneamente scambiate per semplici sassi.

La luce ha poi illuminato il mio cammino, rendendo tutto più sopportabile al cuore e alla mente. È questa luce che mi ha mostrato il bello della vita, mi ha fatto apprezzare anche le piccole cose, per poi darmi l’aiuto necessario per sperare in un futuro migliore. Non so da dove sia arrivata ma ho finalmente compreso che era destinata a me.

Così distanza, emozione, senso del distacco e troppi sorrisi nascosti alla vista sono diventati solo indifferenti vocali e consonanti, smettendo di essere lame infilzate nella carne viva. Sono diventati solo ricordi, che non mi fanno più male, che non mi fanno più soffrire, che non mi fanno più rimpiangere chi non è mai stato qui realmente con me.

Ho voluto scrivere queste parole per lasciare una traccia di me e di quei mondi che ho vissuto, tutti ugualmente vasti anche se inesplorati, ma così pericolosamente lontani da risultare spesso inutili.

Ho voluto scriverle per condividere la mia storia, per esprimere i miei sentimenti, per mostrare la mia anima a tutti coloro che mi sono stati vicini.

Ho voluto scriverle per chiudere un capitolo, per aprire una nuova pagina, per iniziare una nuova vita.

Ho voluto scriverle per non ripetere tutti gli errori commessi e ho voluto scriverle perché forse non tornerò mai più qui.

Per sempre, Tuo Nulla
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« immagine » Ho spesso usato le parole per dipingere d’emozione e lacrime la passione, anche se per questo ho immerso la mia anima nel colore secco di quella tavolozza chiamata solitudine. Una solitudine che mi ha avvolto come una coperta fredda, isolandomi dal mondo e dalle persone che amavo. Ch...
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“TERTIA COGITATIO VIATORIS DIGITALIS: SENSO ET VOGLIA”

31 ottobre 2024 ore 18:31 segnala


Non lasciare mai che le parole degli altri diventino lo schermo su cui proiettare il tuo dolore. Impara a esprimere solo i tuoi sentimenti, quelli che ti hanno attraversato il cuore quando hai gridato “ora basta”. Da quel momento, sei libera di tornare alla vita, pronta a intraprendere un nuovo cammino. Non permettere mai che parole rubate o prese in prestito ti guidino, perché solo così l'emozione che hai vissuto sarà veramente tua.

Prendi in mano la tua stilografica, nera come l'inchiostro che contiene. Come un punteruolo che segna il tuo passato, lascia che nessuno possa farti dimenticare né la tua prigionia né la tua liberazione. Usa simboli per descrivere il sacrificio legato a un passato ormai superato; sii tu la custode dell'emozione riscoperta di un cuore che hai riportato alla vita. Non sottrarre mai il ricordo altrui di esperienze che non hai vissuto, imitando frammenti di esistenze che non ti appartengono, perché nessuna copia potrà mai raccontare ciò che non è tuo. Desidero che tu sia autentica, non solo un'eco di ciò che è stato perso e poi ritrovato.

Parlami di te, del tuo dolore, di cosa ti faceva sorridere, del tuo mondo. Fallo senza ricorrere a parole altrui. Rendi visibili i tuoi errori grammaticali, nati da volontà che non ti appartenevano. Accendi la mia voglia di futuro con la tua scrittura, quella che una volta tracciava punteggiature dolci come carezze care. Torna a sedurmi con la tua semantica, con il tuo accento malandrino che usava apostrofi come clave pesanti, scagliate contro il vetro che ci separava, permettendoci di sfiorarci appena. Fammi sorridere dei tuoi sorrisi e piangere per le tue lacrime. Lasciami sognare i tuoi sogni, qualunque essi siano. Fammi respirare quel tuo fiato affannoso che immaginavo quando cercavi tra la folla il mio sguardo, senza mai trovarlo. Ora sono qui con te, pronto a sorridere insieme, per uscire dall'apnea, poiché finalmente sono davanti a te. Usa la tua emozione come faresti con la mia.

Ti invoco, fammi entrare nel tuo mondo senza indugi, come se non ci fosse tempo per ripensare al passato, come se il domani non esistesse. Ti prometto che utilizzerò ogni frammento del mio cuore per renderti felice, e scardinerò quella cassaforte dalla serratura ormai arrugginita, rimasta chiusa dal momento in cui te ne sei andata.

Così ti svelerò il mio ultimo segreto, quello che ti riguarda e che nemmeno immagini.

Lascia che tutto ciò che desideriamo diventi davvero la nostra leggenda.

Tuo Nulla
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« immagine » Non lasciare mai che le parole degli altri diventino lo schermo su cui proiettare il tuo dolore. Impara a esprimere solo i tuoi sentimenti, quelli che ti hanno attraversato il cuore quando hai gridato “ora basta”. Da quel momento, sei libera di tornare alla vita, pronta a intraprende...
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“SECUNDA COGITATIO VIATORIS DIGITALIS: MENS ET DISTANTIA”

24 ottobre 2024 ore 10:11 segnala


Mentre mi immergo nei miei pensieri, rifletto su come il pensiero e la distanza si intrecciano nella nostra esistenza. Mia diletta, non conosco quale strada il destino volesse che noi percorressimo, ma ora so che tornare indietro risulterebbe impossibile senza comunque farci del male. Quel gioco fatto di sguardi colorati da parole sottili ha tracciato la rotta e abbattuto ogni ostacolo, che tra noi erano quelle iniziali alte pareti di profondo ghiaccio. Ogni cautela inizialmente adottata per evitare il pericolo dell’inganno già sperimentato ha ceduto il passo alla fiducia che a fatica reciprocamente ci siamo concessi.

Nessuna resistenza è possibile quando si scatena quell’uragano di travolgente e silenziosa passione, le cui folgori si abbattono sul terreno e tutto distruggono, per poi riprendere quel ritmo frenetico della ricostruzione dell’unico mondo per noi possibile, quello fondato su passione e desiderio. La terribile distruzione della realtà vissuta in parallelo, a cui saremmo follemente disposti a rinunciare, sarà la nostra giusta nemesi per il peccato commesso.

Ricordo ancora quella sera d’estate, quando sotto il cielo stellato, seppure lontani da un contatto fatto di sensi, ci siamo scambiati le prime parole sincere, abbattendo le barriere che ci separavano. Quel momento ha segnato l’inizio di un viaggio che ci ha portato a scoprire profondità emotive che non avremmo mai immaginato.

Tutto accelera sul pianeta dei Limitati Sensi, costrutto ipotetico e certamente fittizio, fondato necessariamente su illusioni o parziali verità che si renderanno palesi solo con il giusto tempo, poiché l’irrealtà delle spietate regole della comunicazione che liberamente abbiamo accettato fa parte essa stessa della limitata emozione di cui lamentiamo l’assenza e di cui ci stiamo nutrendo.

La più pericolosa delle domande risulta inevitabile quando le resistenze collassano e la coscienza tenta di riemergere dall’apnea in cui l’abbiamo confinata, nuotando tra le onde del mare della ritrovata realtà. Eccola, quella spietata e dolce domanda: “Evitare o subire i pericoli generati da questi piccoli grandi demoni chiamati lemmi, che intrufolandosi nella nostra mente, combinandosi con la fantasia, si trasformano lentamente in lame taglienti che spalancano al mondo tutti i segreti contenuti in quell’armadio confuso che è il desiderio? Possibile che il loro effetto sia così terribile da diventare a momenti veleno o antidoto, accentuando la nostra fallace condizione umana di esseri colpevoli per la promessa violata, il cui futuro è comunque legato a doppia mandato alla gloria e alla dannazione?”.

Dopo l’inaspettato frutto proibito della consapevolezza del rischio a cui ci siamo volontariamente esposti, siamo ora davanti a due vie, le uniche per noi accessibili. Nell’una c’è la scritta “Evitare” mentre nell’altra è incisa la parola “Accettare”. Qualsiasi sia la nostra scelta finale, per il solo fatto di non esserci ribellati all’assurdo gioco del destino, il dolore e la condanna saranno l’unica moneta di scambio per aver agito con verità, abbandonando l’inganno che ci ha resi complici.

In attesa di tue notizie, ti giunga il mio più profondo abbraccio.

Tuo Nulla
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« immagine » Mentre mi immergo nei miei pensieri, rifletto su come il pensiero e la distanza si intrecciano nella nostra esistenza. Mia diletta, non conosco quale strada il destino volesse che noi percorressimo, ma ora so che tornare indietro risulterebbe impossibile senza comunque farci del male...
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“PRIMA COGITATIO VIATORIS DIGITALIS”

23 ottobre 2024 ore 10:25 segnala


Il pensiero si lancia verso l’azione, poi si ripiega su sé stesso e riparte, seguendo la logica della distanza, fremendo, sussurrando, gemendo. Non parlo di dolore, ma di gioia. Questo è il senso dell’appartenenza inconsistente, quella realtà che sembra esistere ma che in realtà non c’è. Eppure, questa presenza assente emoziona, anche se a volte è latitante, si fa sentire anche se è muta.

Come posso dunque percepire ciò che non esiste se non confidando nella distanza? Catapultato in questo “mondo-ossimoro”, percepisco ciò che non emerge ma che profuma dietro le parole. Quelle frasi esprimono un pensiero che diventa immagine, quel sussurro digitale mi fa oscillare tra il piacere e il disagio. Non riesco a trovare una definizione che mi conforti. Sono forse solo emozioni che si trasfigurano in pensieri e parole rubate, ma che non sono realtà? Non so se posso accontentarmi di questo. La mia anima forse chiede di più e io cerco di farmi ancora più male, nel tentativo di soffocare le sue urla che non riesco a tacitare.

Penso ancora alla recrudescenza di questa nostra distanza, all’appartenenza negata per un “perché” mai detto. Sono paure che sembrano emozioni, intime sensazioni di disaggregazione, fonte di illusioni di realtà esistenti. Da qui nasce la paura di trovare la disabitudine; paura di dire basta a qualcosa che vorrei finisse. Forse davvero non cerco la fine, ma fingo di respirarne l’aroma. Tuttavia, ogni volta che tento di farlo, scendo nelle profondità della delusione che mi aspetto. È il destino che rincorre sé stesso in questa arena dell’ignoto, seguendo uno schema prefissato. E una dopo l’altra, le incomprensioni si susseguono e portano a quella dura parola che è il “basta”, rivolto a tutto e a tutti, anche e soprattutto a noi stessi. Ormai lo sappiamo: tutti aneliamo a quella libertà che porta alla fine.

Rifletto ancora sulla libertà. Ma da cosa e da chi, per quanto e da quando lo sarò? Troppe domande, non ho voglia di rispondere a tutti gli enigmi e decido ora di vivere quel momento dell’incontro, pur spaventato dal rischio di quel “dove mi porterà?”. Ancora mi interrogo: “Non so altro… voglio e pretendo di vivere quel momento… non voglio sapere… non voglio chiedere, perché quando si chiede e si scopre la verità, c’è sempre un dolore che si cela dietro. Poi viene la fine. E proprio per questo non voglio scoprire quello che so già. In fondo, voglio solo vivere questo momento seguendo quel bellissimo ma illusorio ‘così come viene’, lontano dai numeri, dai doveri e dai compromessi, immanentemente o fisicamente libero di decidere il mio destino, giusto o sbagliato che sia. Chissà dove mi porterà questo virtuale, così reale da apparire perfetto, tanto da risultare letteralmente incredibile e auspicabile.”

Ecco dunque la coscienza che si fa strada d’improvviso: “Basta ora con i pensieri se tu non ci sei. Ma chi sei tu davvero? Esisti o sei solo un mio sogno, un anelito di qualcosa destinato comunque a scomparire tra le pieghe del tempo che corre troppo veloce, tanto da non poterlo mai raggiungere. Forse è la febbre che mi fa sragionare, per poi scoprire che febbre non è poiché è solo quella insana follia chiamata “desiderio”. Quel “tu non esisti ancora” mi fa impazzire, smarrito come sono nella difficoltà di rivolgere la domanda sul “Chi sei tu, misteriosa creatura a tratti presente ma inesistente?”.

La follia mi trasforma e forse non so più chi sono davvero. E per questo ora ti saluto con il motto coniato per noi in quel nostro lontano incontro, dolce mia creatura che forse nemmeno davvero esisti. La mia dedica prima che la parola addio ci travolga:


A te e per te Ardire per adire
Vivere per conoscere
Ascoltare per generare emozioni
E che la follia ci avvolga qui ed ora
Per sempre sino alla fine che verrà.

Tuo Nulla
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« immagine » Il pensiero si lancia verso l’azione, poi si ripiega su sé stesso e riparte, seguendo la logica della distanza, fremendo, sussurrando, gemendo. Non parlo di dolore, ma di gioia. Questo è il senso dell’appartenenza inconsistente, quella realtà che sembra esistere ma che in realtà non ...
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23/10/2024 10:25:44
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PERICULOSA CONCORDIA CORDIS ET RATIONIS

16 ottobre 2024 ore 09:43 segnala


Inaspettatamente, le parole si fecero movimento. In un passo a due, cuore e ragione iniziarono la loro danza, celati ai rispettivi sguardi. La musica intorno era un battito lento, come il pulsare di vene sotto la pelle, presi entrambi dalla tensione di consumare quel ritmo. All’aprirsi timido dei sensi, improvvisamente esplose un’inattesa tempesta, distruttrice degli argini di quel fiume lento chiamato esperienza. Divenuto poi impetuoso, liberò un’energia che inondò la valle fatta di opportune distanze, dove un tempo entrambi trovavano rifugio. Nulla e nessuno poté frenare quell’incipit nascente, creatura plasmata dall’illusione di sfuggire al compromesso della quotidiana esistenza.

In quel momento, il cuore disse alla ragione, cercando di forzare la serratura posta a protezione di quel nuovo sogno: “Non fermarti, siamo qui per danzare insieme”. La ragione allora cominciò a distillar pensieri e, rapita dal quel presagio divenuto realtà, sussurrò: “Io non voglio fidarmi di te ancora una volta, ti prego non ferirmi ancora”. La tensione si fece palpabile, come se ogni fibra del loro essere fosse tesa verso un futuro incerto.

Così, quel passo di danza ormai condiviso, vissuto e sentito, divenne ancora più intenso, colorato di quel rosso pericoloso vermiglio chiamato passione. La musica tornò a fare da sottofondo, sovrastata solo dal crescente battito all’unisono di cuore e ragione, un ritmo che sembrava destinato a durare per sempre.
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« immagine » Inaspettatamente, le parole si fecero movimento. In un passo a due, cuore e ragione iniziarono la loro danza, celati ai rispettivi sguardi. La musica intorno era un battito lento, come il pulsare di vene sotto la pelle, presi entrambi dalla tensione di consumare quel ritmo. All’aprir...
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SAGA ET MAGO

15 ottobre 2024 ore 18:13 segnala



Era una notte oscura, con il vento che ululava tra gli alberi e le nubi grigie che nascondevano la luna. In una radura, una strega dai grandi poteri si sedette di fronte a una gabbia costruita con un malevolo incantesimo, fatto di parole fluttuanti e scintillanti, dentro le quali era stato rinchiuso un mago, che lei raccontava di avere amato. Con un gesto deciso, ruppe la chiave che teneva tra le dita, negando così a quel suo prigioniero l’unica via di fuga, imprigionandolo per sempre dentro quell’inespugnabile maleficio.

“Amarti è stato il mio peccato più grande ma lo rifarei mille volte ancora”, disse il prigioniero, lanciando verso di lei un sorriso carico di enorme tristezza mista a speranza. Lei involontariamente gli sorrise, quasi rapita da quegli occhi sinceri che, anche se per un istante soltanto, aveva osato amare.

D’improvviso, il cuore della strega, che in realtà non aveva mai voluto davvero essere così malvagia, si trasformò in una gelida pietra senza colore. Si rese conto che la sua materialità stava scomparendo, consapevole che quel mago, con il suo sorriso, aveva risposto alla sua malia. Comprese allora che il suo unico errore era stato quello di aprire il cuore, rendendosi vulnerabile al mondo, perdendo tutti i poteri che aveva acquisito scegliendo di non amare mai nessuno. Questa consapevolezza la colpì come un fulmine colpisce l’albero più alto durante un temporale estivo. Per anni lei aveva costruito muraglie per proteggersi da quel pericoloso sentimento che rende deboli. Ma ora, guardando quegli occhi disperati del mago, che guardavano la sua lenta trasformazione in rivoli di luce destinati a scomparire, capì che quella ricerca di dominio verso il mondo l’aveva costretta a rinunciare alla cosa più autentica e profonda che avesse mai potuto desiderare. Quella cosa era l’amore.

Tuttavia, per non dimenticare la sua essenza malvagia più profonda, raccolse i suoi lunghi capelli biondi, accarezzandoli come se da loro cercasse sostegno e conforto. Prima di scomparire definitivamente, decise di lanciare l’ultimo maleficio, un incantesimo intriso di angoscia misto a rancore, non più verso il mago ma contro l’amore. Non poteva permettere che accadesse ancora: amare quel mago, imprigionato nelle sue parole, sarebbe stato imperdonabile per l’eternità, nel luogo dove ormai era diretta.

E nel suo ultimo impulso di luce, mentre scompariva per sempre, il pensiero corse al sorriso malinconico del mago, l’unico uomo a cui aveva osato dire “ti amo”. In quell’attimo così intenso, l’ultimo respiro di una vita votata al maleficio, comprese di avere perso tutto nell’affidarsi a quei maligni poteri. Tra le tenebre della notte, la strega affrontò il suo terribile destino, realizzando però che la vera magia, la forza più potente tra le tante che aveva avuto tra le sue dita, era l’amore, quella forza di cui si era volontariamente privata.
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« immagine » Era una notte oscura, con il vento che ululava tra gli alberi e le nubi grigie che nascondevano la luna. In una radura, una strega dai grandi poteri si sedette di fronte a una gabbia costruita con un malevolo incantesimo, fatto di parole fluttuanti e scintillanti, dentro le quali er...
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15/10/2024 18:13:13
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